Le piante in fuga dal caldo. Il cambiamento climatico sta profondamente mutando il panorama della flora alpina. A spiegarlo è uno studio pubblicato su PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences firmato da Lorenzo Marini e Costanza Geppert del Dipartimento di Agronomia animali, alimenti e ambiente dell’Università di Padova con Alessio Bertolli e Filippo Prosser botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca dimostra che la flora alpina sta vivendo un profondo mutamento e non a caso, negli ultimi 30 anni, la diffusione delle piante autoctone nelle Alpi europee non solo si è considerevolmente ridotta ma si è spostata verso quote più alte.
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Le piante e i cambiamenti climatici
I ricercatori hanno infatti confrontato i cambiamenti di diffusione di 1.479 specie di piante tra autoctone e aliene dal 1990 al 2019 e hanno scoperto che le specie aliene hanno ampliato la loro diffusione ad altitudini elevate mantenendo anche i precedenti livelli a basse altitudini. Sono le specie autoctone dunque a mostrare i segni del cambiamento climatico. Addirittura, secondo i ricercatori, quelle considerate specie in via di estinzione starebbero scomparendo ad altitudini più basse.
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L’impatto delle attività umane
Questo perché l’analisi dei tratti ecologici delle piante ha rivelato che le specie aliene sono relativamente più competitive e meglio adattate ai suoli a più basse altitudini toccati dall’impatto dell’uomo, come le aree urbane. Sulla base di questi risultati secondo gli autori, gli sforzi di conservazione nelle Alpi europee dovrebbero essere estesi alle aree a bassa quota, dove la pressione umana potrebbe esacerbare la competizione tra specie vegetali autoctone e alloctone. Ma non è solo l’innalzamento delle temperature a far migrare le piante alpine a climi più freddi sono anche le attività dell’uomo e il loro impatto sull’ambiente.
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“In diverse catene montuose – scrivono gli autori – la grande maggioranza delle aree protette sono di solito stabilite ad alta quota a causa dei conflitti con gli interessi legati allo sviluppo economico più a valle. Anche se in futuro le piante di alta quota potrebbero essere sempre più minacciate dal riscaldamento climatico, la maggior parte di loro non sembra essere a rischio immediato e, pertanto, dovremmo dare la priorità alle pianure per implementare lì le più urgenti misure di conservazione”.
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Nel frattempo, le specie aliene sembrano molto veloci a crescere e sfruttare le risorse sottraendole alle specie autoctone. E loro non possono far altro che fuggire dal caldo.