Camminare. Per rivendicare lentezza, prendersela comoda. Perché fa bene a corpo e anima. E guardare, come fosse la prima volta, bellezze architettoniche o miracoli della natura. Un passo dopo l’altro si marcia per chilometri, riflettendo, meditando e cercando nuove ispirazioni, una maggiore consapevolezza di sé.
Seguire pellegrinaggi che portano a un santuario, percorrere un’antica via del sale, costeggiare linee ferroviarie dismesse o mulattiere dimenticate. Come moderni viandanti, partire per i tanti cammini presenti in Italia è un’occasione per scoprire con calma le bellezze che il paese offre.
Per chi ama i cammini, una bella novità arriva ora dal Piemonte: la riscoperta delle Vie Storiche di Montagna, che un tempo erano le vie di antichi commerci, di scambi transfrontalieri, o strade militari dismesse, con tracce di fortificazioni e opere di difesa, o ancora percorsi battuti dai migranti. Circa 300 chilometri d’itinerari d’alta quota, che sono stati riabilitati e riuniti in un’unica rete d’interesse culturale e paesaggistico, che punta a valorizzare e promuovere il turismo slow di montagna.
Sono cammini per tutti i livelli, da fare a piedi, in bicicletta o con mezzi fuoristrada, in cui vivere la natura nel suo aspetto primordiale, tra pareti rocciose e strapiombi, pascoli e brughiere. E affrontando curve e dislivelli, scenari e paesaggi da cartolina, si scoprono ambienti incontaminati dove risuonano echi lontani di vicende e ricordi del passato.
Tra le Vie Storiche di Montagna si può seguire la Via Regia, che corre (si fa per dire) lungo l’Antica Via d’Aosta, per circa 8 chilometri: un’antica mulattiera che mette in comunicazione Alagna Valsesia con Gressoney St. Jean, in Valle d’Aosta, e consente di esplorare un territorio insediato dai coloni Walser fin dal 1300. Tramite questo sentiero, molti emigranti valsesiani superavano il Colle Valdobbia, a 2480 metri di altitudine sfidando buio, fatica, freddo e nebbie.
Nel cuneese, è spettacolare l’Alta Via del Sale, una strada bianca lunga più o meno 30 chilometri, che si snoda sulle Alpi del Mare, presso il confine italo-francese: un tempo era la strada militare, che tra il 1700 e la Seconda Guerra Mondiale collegava i forti del sistema difensivo alpino al confine tra l’Italia e la Francia. Marciando o pedalando tra i 1.800 e i 2.100 metri di quota, si attraversano scenari di grande bellezza e panorami mozzafiato.
Salendo di quota, sempre nel cuneese, incanta con le sue vedute anche l’Altopiano della Gardetta,
un patrimonio geologico e ambientale che conserva ancora oggi fossili e resti attribuibili a un fondale marino preistorico. La strada che lo percorre si sviluppa su 26 chilometri, tra i 2.300 e i 2.450 metri di altitudine: in origine fu costruita per scopi militari, fin dal Settecento. Anche il rifugio è un pezzo di storia locale, è una vecchia casermetta costruita nell’Ottocento, che conserva tutto il fascino del tempo.
Nel Torinese ci si arrampica sulla Strade dei Monti della Luna, di grande importanza geologica, compresa tra il Massiccio dello Chenaillet in Francia e la Cresta della Luna su Cesana-Claviere, o sulla Strada Susa-Meana di Susa-Colle delle Finestre-Prà Catinat-Depot di Fenestrelle, ex strada Militare realizzata nel 1890 per collegare Valle di Susa e Val Chisone, che rappresenta un percorso molto amato dai ciclisti con i suoi 18,7 chilometri, un dislivello di 1.692 metri e ben 33 tornanti.
Ma i percorsi da provare sono tanti. Con le temperature più miti, il verde ovunque, gli imponenti paesaggi montani, un passo dopo l’altro la passeggiata si fa vacanza.