Attenti a non stancarvi troppo, se state trascorrendo un break festivo a Pisa o una vacanza mare in una delle sue frazioni litoranee. Potreste sentire la necessità di sedervi. E se non sarete così fortunati da trovare una panchina o un bar con tavolini, rischiereste di incorrere in una sanzione. O nella migliore delle ipotesi, nella canonica reprimenda di un rappresentante delle forze dell’ordine. Nella città toscana vige infatti un divieto di seduta quasi generalizzato negli spazi pubblici. La norma, forse la più restrittiva in un dominio che ormai costringe gli esploratori del Belpaese a “viaggiare informati” anche “in prossimità”, tra veti incrociati che spaziano dal consumo di bevande alcoliche a quello di alimenti, dal fumo (all’aperto) al transito in costume nelle passeggiate mare delle località turistiche, è l’anima dell’ordinanza in materia di decoro e contrasto del degrado urbano nel centro storico che porta la firma del sindaco leghista Michele Conti.
Nata a detta di chi la promuove come argine al fenomeno dei bivacchi e dei potenziali problemi di ordine pubblico ad essi collegati, l’ordinanza prevede (al momento fino a fine anno) il divieto “di sedersi, sdraiarsi o dormire sul suolo pubblico o nelle aree ad uso pubblico o aperte al pubblico passaggio, sui gradini dei piedistalli della statue e dei monumenti, sulle soglie, sulle pavimentazioni, sui muretti, sui gradini posti all’esterno degli edifici pubblici e privati purché attestanti su area pubblica o soggetta al pubblico transito, sugli spazi verdi, sugli arredi urbani comprese le rastrelliere per le biciclette”.
Il divieto “non si applica sulle panchine e nelle aree dei pubblici esercizi o aree pubbliche esterne, di pertinenza dell’attività, legittimamente autorizzate all’occupazione di suolo pubblico. È inoltre vietato sdraiarsi o dormire sulle panchine pubbliche ovvero bivaccare nelle aree pubbliche ed in quelle soggette a uso pubblico o a pubblico passaggio”.
In vigore già da un paio di stagioni, e più volte aggiornata e/o prorogata – l’ultima stamattina – “la misura – spiega il Comune – mira ad arginare quei fenomeni che contrastano col decoro e la vivibilità urbana e che si concretizzano nell’occupazione impropria di spazi pubblici e privati, di beni monumentali e di arredi urbani. Condotte che hanno richiesto più volte l’intervento da parte delle autorità preposte alla pubblica sicurezza e che non solo sono contrarie al pubblico decoro, ma costituiscono di fatto un impedimento all’accessibilità per gli altri cittadini e utilizzatori (studenti, turisti, pendolari, fruitori della città) di spazi pubblici e privati quali arredi urbani, gradini di accesso, soglie e quant’altro, con pregiudizio della libera fruibilità da parte di tutti o dei legittimi proprietari e della vivibilità urbana nel suo complesso”. L’inosservanza dell’ordinanza è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria tra i 25 e i 500 euro.
Il provvedimento interessa specifiche aree del centro storico, nella zona di Pisa sud e di Pisa nord. Potrebbe sorprendere che sia lasciata fuori la Piazza dei Miracoli. La prima spiegazione che arriva dalla città toscana è che l’area dominata dalla celeberrima Torre Pendente, la cui gestione delle quotidiana regolamentazione dei flussi turistici avviene a cura della stessa Opera del Duomo – seppur con le forze dell’ordine a presidiare l’area in caso di necessità – è chiusa e recintata nelle ore notturne. Il che impedisce appunto quel “bivacco” e quel “degrado” che poi – secondo quanto spiegato dall’ufficio stampa del Comune – è il bersaglio primo dell’iniziativa, assieme a certe abitudini deteriori dei turisti, come quella di sedersi nei punti senza protezione del Lungarno, con rischi per la loro stessa incolumità.
Per quanto riguarda i frequentatori della Piazza dei Miracoli, questi potranno continuare – dicono dall’Opera del Duomo – a sedersi sui muretti di marmo che, con “seduta” canonica a mezzo metro da terra circa, fanno da perimetro alla Cattedrale di Santa Maria Assunta (cosa questa che a leggere nel decreto potrebbe sembrare proibita), ma anche nel prato sul retro della zona monumentale. Il problema – spiegano dalla Torre – potrebbe interessare semmai chi prova a fare un picnic, chi si mette a torso nudo, e così via, come ormai il buon senso dovrebbe aver insegnato ai più.
Insomma, il turista che si approccia alla città secondo canoni di lentezza e di sostenibilità non dovrebbe avere grossi problemi. Anche se – autovelox docet – l’esigenza di fare cassa da parte dell’amministrazione pubblica sommata allo zelo eccessivo di uno dei suoi rappresentanti potrebbero rovinare la vacanza a più d’uno.