Pura adrenalina e purissima natura intorno. Il ronzio del drone che vola sopra le nostre teste, e scatta foto ai limiti della fantascienza, non basta a decelerare il battito cardiaco. Emozione, brividi e vento in faccia, mentre l’occhio cattura paesaggi dai mille toni di verde. L’aria sembra moltiplicarsi nel naso e nei polmoni e dà a qualcuno un lieve capogiro. Con calma, un passo dopo l’altro, ci si impossessa del 516, numero che battezza il ponte sospeso più lungo del mondo: 516 metri, appunto, per 175 di altezza e poco più di un metro di larghezza. Il défilé mozzafiato (nel senso letterale del termine) si consuma un mattino di quasi-primavera sulla valle del fiume Paiva, Geoparco di Arouca, Nord del Portogallo.
È portoghese la maestosa opera tecnologica che si mostra ai viaggiatori, così come il progetto e la sua realizzazione: due anni abbondanti di lavori terminati nel 2021. Nel maggio scorso si è inaugurata, – un po’ in sordina, causa pandemia – la lunghissima passerella d’acciaio che collega il fronte della cascata di Aguieira con la gola del Paiva ed è stato così conquistato un record. Il ponte sospeso Charles Kuonen (494 metri di lunghezza) nella valle di Zermatt, in Svizzera, è diventato il secondo “più lungo del mondo” e Arouca ha fatto di nuovo parlare di sé dopo anni. Era già accaduto nel 2009 quando l’Unesco riconobbe l’area (328 chilometri quadrati di bosco, sorgenti e alture) come Patrimonio. Il suo peso specifico? Grande interesse scientifico, didattico e turistico. Assai più che una riserva: una specie di museo geologico a cielo aperto con quarantuno siti e tanti corsi d’acqua circondati dalla corona montuosa di Freita. Dal punto di vista pratico, significa che, con un po’ di coraggio, da queste parti – in specie nelle rapide del fiume Paiva – si può fare rafting, canyoning, canoaraft, mountain bike, arrampicata e qualche altro sport estremo. Chi non ha sufficiente audacia, o semplicemente soffre di vertigini, può approfittare di una rete di ben quattordici percorsi trekking, tredici dei quali brevi e quasi alla portata di tutti. I sentieri del geoparco sono segnalati perfettamente e la natura promette meraviglie in ogni stagione.
L’ecoturismo può essere vissuto anche in relax nel caso si scelga la pesca, attività che sembra raccogliere consensi e visitatori internazionali. Garantisce il sindaco del comune di Arouca, Margarida Belem, che racconta con piglio deciso “il suo distretto” e il “suo ponte”. “Il progetto dello studio di architettura Itecons di Coimbra è stato premiato dal World Travel Awarsds 2021 come migliore attrazione Europea per lo Sviluppo Turistico e finanziato anche con fondi europei. – spiega con orgoglio – Il nostro scopo era proprio quello di portare qui turisti che non conoscono questa parte Portogallo. La valorizzazione del territorio ci ha spinti a perseguire l’obiettivo già nel 2016 e a concludere in tempi relativamente brevi, vista la pandemia, un lavoro enorme. Abbiamo rispettato tutti gli standard di sicurezza perché chi percorre questo mezzo chilometro deve tornare a casa con il ricordo di un’esperienza unica.”
Una camminata di soli dieci minuti su centoventisette lastre di quattro metri di lunghezza ciascuna: grate metalliche unite da una rete rigida e un corrimano in filo d’acciaio. Le campate di cemento a forma di V (alte 35 metri) sorreggono la struttura aerea, mentre le reti su cui si avanza, con prudenza passo dopo passo, permettono di ammirare il panorama sotto il proprio calpestio. Sul ponte simil-tibetano, non c’è punto, insomma, in cui lo sguardo non si sazi di alberi, colori, nuvole. E i visitatori che percorrono i camminamenti (i Passadiços do Paiva) in legno sotto la struttura sospesa da quassù sembrano bambini in fila indiana. Il biglietto d’entrata all’Arouca 516 dà accesso anche alle passerelle: basta scegliere fino a che altezza si vuole arrivare o dove lo consentono le previsioni meteo del giorno. Lo show è, comunque, unico.
E’ consigliabile raggiungere il geoparco di Arouca in auto, questa è la stagione migliore per le fioriture. Se arrivate con un volo da Porto sono circa una quarantina di chilometri: la strada regala distese di lecci, ginestra, eucalipti, mirto, sottobosco odoroso, pini, conifere, alveari sparsi e qualche “visione” che annuncia ciò che si troverà all’arrivo. Molte le curve prima di immergersi nelle imprese green. Vale la pena fare una sosta di gusto ad Alvarenga a la Casa do Bifes Caetano (www.casacaetano.com) per assaggiare i piatti di carne tipici visto che il distretto è regno di allevamenti eccellenti.