Non solo calorie e nutrienti. Presto sulle etichette dei prodotti alimentari che compriamo potremo leggere anche informazioni sulla loro sostenibilità ambientale ma anche sociale grazie a Positive Food, il primo sistema di etichettatura alimentare che fornisce informazioni anche sulla sostenibilità dei prodotti, nato in Italia come certificazione per sensibilizzare i consumatori ad una nutrizione più consapevole. La nuova etichetta è stata presentata oggi a Roma dal Milan Center for Food Law and Policy, associazione riconosciuta a livello internazionale e costituita con l’obiettivo di dare seguito ai temi di Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
La prima etichetta sulla sostenibilità
Il progetto, sviluppato con il know-how scientifico dell’Università degli Studi di Milano e in collaborazione con la Struttura di Missione per gli Anniversari Nazionali e gli Eventi Sportivi Nazionali e Internazionali – Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresenta una novità nel panorama alimentare mondiale perché Positive Food è la prima etichetta che basa la valutazione di un alimento andando oltre al contenuto di informazioni nutrizionali. Attraverso questa certificazione, il consumatore che acquisterà un prodotto alimentare potrà conoscere i valori legati alle diverse dimensioni della sostenibilità dell’alimento e della relativa filiera, da quella etico-sociale a quella nutrizionale.
Fare la spesa pensando alla sostenibilità
Mentre gli aspetti nutrizionali sono una caratteristica intrinseca dei prodotti, gli aspetti ambientali, sociali ed economici, così come sono stati identificati, sono frutto di scelte aziendali o di comparto. “Ad esempio – spiega Stefano Corsi, coordinatore scientifico del progetto Positive Food e docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano – un’azienda che per produrre un formaggio decide di utilizzare solo fonti energetiche rinnovabili potrà avere un indice ambientale più elevato, così come un’altra azienda che applica politiche di welfare potrà mostrare performance superiori relativi alle persone, e infine un’azienda che investe in innovazione, nel territorio o nell’economia circolare avrà un maggiore punteggio relativo alla filiera”. Nello stesso tempo, Positive Food ambisce ad innescare un sistema virtuoso che stimoli le aziende ad implementare strategie volte a migliorare le diverse dimensioni della sostenibilità.
I quattro indici dell’etichetta
Diversi team interdisciplinari di ricerca dell’Università Statale di Milano hanno lavorato per la realizzazione dell’etichetta Positive Food che è stata elaborata partendo da quattro indici fondamentali per un prodotto alimentare: l’ambiente, le persone, la filiera e i nutrienti. “I sistemi di informazione presenti oggi sul mercato – precisa Corsi – forniscono notizie parziali, di regola limitate al dato nutrizionale, cioè all’apporto calorico, al quantitativo di grassi, proteine, carboidrati e sale. Nessuno di questi sistemi, tuttavia, fornisce informazioni circa la sostenibilità della filiera e dei relativi prodotti agroalimentari”. Positive Food rappresenta la prima etichettatura di sostenibilità per i prodotti alimentari: “È un nuovo modello di certificazione volontaria che fornisce al consumatore una valutazione sintetica, ma completa, della sostenibilità dei prodotti, indicandone, accanto alle caratteristiche nutrizionali, anche gli aspetti economici, sociali e ambientali“, aggiunge Corsi. Positive Food prevede un sistema di punteggio per ognuno dei quattro indici, da 0 a 5 in cui più il punteggio è elevato, maggiore sarà la sostenibilità complessiva del prodotto e della filiera.
Ambiente e cibo
Ormai anche i consumatori sanno bene che nutrizione e ambiente sono tra loro strettamente collegati: un prodotto, per essere buono, deve rispettare l’ambiente ed è importante che si conosca in modo trasparente il suo impatto. Solo in questo modo l’alimentazione può diventare davvero sana e, soprattutto, consapevole. L’obiettivo di questo indice è di chiarire quanto un prodotto impatti sul cambiamento climatico, sull’uso del suolo, sull’esaurimento delle risorse minerarie ed energetiche, quanto vengano intaccate le risorse idriche, quanto l’alimento concorra all’ecotossicità dell’acqua dolce. In questo modo, i consumatori potranno meglio rendersi conto dell’impatto reale che un prodotto ha sul Pianeta e compiere, di conseguenza, scelte responsabili e consapevoli.
Alimentazione e persone
L’altro indice preso in considerazione dall’etichetta è quello relativo alle persone. In che senso? “All’origine di un alimento buono c’è sempre il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori, che solo grazie a condizioni eque possono produrre il meglio. La sostenibilità economica e sociale di ogni prodotto permette di creare un circolo virtuoso che alimenta un ciclo produttivo trasparente e un consumo responsabile e si basa su criteri oggettivi e riconosciuti, tra cui il benessere dei lavoratori, l’inclusione e la diversità, l’innovazione sociale, l’occupazione e la parità di genere”, risponde Corsi.
Il ruolo della filiera
Il nuovo sistema di etichettatura sostenibile fornisce informazioni complete su un prodotto alimentare. Questo significa riportare in modo chiaro e trasparente un punteggio relativo alla filiera e a tutti i passaggi e processi che interessano un alimento, dalla sua origine alla vendita finale. “Territorialità e tracciabilità, promozione sociale, innovazione, economia circolare e benessere degli animali sono indicatori che verranno rappresentati per fornire al consumatore una fotografia del prodotto alimentare lungo tutta la filiera”, precisa Corsi.
L’indicazione dei nutrienti
A completare l’etichetta della sostenibilità ci sono anche le informazioni sui nutrienti che sono spesso il primo indice di informazione verso cui si rivolgono i consumatori, sempre più istruiti in termini di educazione alimentare. “Il sistema di etichettatura Positive Food – spiega Corsi – restituisce il valore dei nutrienti, in particolare concentrandosi in questa prima fase su tre indici relativi ai nutrienti che rappresentano gli elementi di maggiore importanza nutrizionale dei prodotti lattiero-caseari come il contenuto in calcio, quello delle proteine rapportato ai grassi e del sale. Questi indicatori non sono alternativi alle etichettature nutrizionali e inoltre, è in studio una modalità di integrazione con le informazioni inerenti alle porzioni e frequenze di consumo indicate nelle Linee Guida per una Sana Alimentazione italiana per il tipo di prodotto”.
Com’è fatta la nuova etichetta
A differenza delle altre etichettature interpretative, Positive Food ha una colorazione uniforme blu che lascia libertà di scelta al consumatore: “Questo modello di etichettatura – precisa Corsi – supera il limite della colorazione a semaforo (verde, giallo e rosso) che implica necessariamente una valutazione implicita di autorizzazione’ al consumo, corrispondente al verde, e viceversa di una ‘proibizione, quando il punteggio cade nello spettro del rosso. Questo approccio rischia di innescare meccanismi indesiderati di possibile consumo eccessivo nel primo caso e di rinuncia nel secondo, quando invece l’alimentazione sana corrisponde ad un equilibrato consumo di un’ampia varietà di prodotti”.
Come leggere la nuova etichetta?
Cosa troveremo sulla nuova etichetta? Un numero che rappresenta la media dei quattro indici (Ambiente, Persone, Filiera e Nutrienti) e un QR Code che conduce ad un report ospitato sul sito Positive Food in cui il consumatore potrà leggere e analizzare i dati, la metodologia e i risultati che hanno portato a quel punteggio.
Le prossime tappe
La nuova etichetta verrà rilasciata alle aziende produttrici su base volontaria e in questa prima fase di lavoro è stata effettuata un’analisi sul comparto dei prodotti lattiero-caseari simulando l’etichetta Positive Food per il latte parzialmente scremato che è uno dei prodotti più consumati. Dopo la presentazione del progetto, si attende la reazione delle aziende: “Siamo entusiasti del progetto e siamo positivi sul fatto che la certificazione vedrà nei prossimi mesi la validazione sul territorio nazionale e in diverse filiere”, dichiara Pierfilippo Giuggioli, responsabile del progetto per il Milan Center for Food Law and Policy.
“Il nostro massimo impegno sarà fornire ai consumatori dati e riferimenti condivisi e chiari, strumenti in più per fare scelte consapevoli, rendendo i cittadini e le aziende parte attiva nel processo di transizione ecologica per uno sviluppo economico nel rispetto dell’ambiente e della sua sostenibilità. Abbiamo già avuto richiesta da alcune aziende ed è possibile che tra pochi mesi vedremo sugli scaffali i primi prodotti con la nuova etichetta anticipando così la regolamentazione europea“.