Il traffico aereo passeggeri prosegue nella ripresa. Dall’ultimo consuntivo della Iata (Associazione internazionale del trasporto aereo) emerge che a novembre il traffico totale, misurato in passeggeri-chilometro, è risultato in crescita del 41,3% rispetto a novembre 2021. A livello globale, il traffico è ora al 75,3% rispetto ai livelli di novembre 2019. Non si tratta di un recupero da poco, né c’è da attendersi un ritorno ai livelli pre-pandemici, quanto meno nel breve-medio termine. Infatti l’esperienza di questi anni ha avuto conseguenze strutturali e, se da una parte non è venuta meno la voglia di viaggiare per conoscere nuovi posti e persone, dall’altra le aziende hanno in buona parte rivisto le proprie politiche. Complice la diffusione dei sistemi di videoconferenza, che limitano i rischi in materia di sicurezza e riducono sensibilmente i costi.
Bene le lunghe tratte
Il progresso maggiore nel confronto annuo riguarda il traffico internazionale, che ha messo a segno un balzo in avanti dell’85,2% rispetto a novembre 2021. A livello geografica è stata l’Asia-Pacifico a registrare i migliori risultati anno su anno, ma tutte le macro-regioni che hanno mostrato miglioramenti rispetto all’anno precedente.
Quanto al traffico interno, invece, il progresso è stato limitato al 3,4%, performance sulla quale hanno pesato soprattutto le chiusure in Cina. Oltre al fatto che su questo fronte vi era già stato un buon recupero nei mesi passati, tanto che il dato di novembre è risultato pari al 77,7% del livello di novembre 2019.
“I risultati del traffico di novembre indicano che i consumatori – tranne alcune eccezioni – hanno ripreso a viaggiare con una certa frequenza”, sottolinea una nota dell’associazione. Che poi critica le restrizioni ad alcuni viaggi internazionali, come quelle decise da certi Paesi europei verso chi arriva dalla Cina. Una misura, spiega la Iata, che va contro le evidenze scientifiche, secondo le quali non si tratta di una misura davvero efficace per frenare i contagi.