SHARM EL-SHEIKH. Per salvare la Terra gli Stati Uniti rilanciano l’idea di coinvolgere il settore privato nello sviluppo delle energie pulite ispirandosi al sistema dei crediti di carbonio e, contemporaneamente, dalla Cina arrivano segnali di possibile ripresa del confronto proprio con gli States. Nelle ultime ore i negoziati in corso alla Cop27 in Egitto si stanno facendo più serrati. Oggi è una giornata che mette al centro la Finanza climatica e sarà fondamentale capire se e come le due più grandi economie del mondo (e anche fra i più importanti responsabili delle emissioni climalteranti), Stati Uniti e Cina, collaboreranno e cosa proporranno sia in termini sia di finanziamenti che di risarcimenti destinati ai paesi più vulnerabili per le loro “perdite e danni”.
Era la speranza di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, a inizio summit: “Che Cina e Usa si parlino per costruire un patto per il clima”. Cosa che, seppur informalmente, è avvenuta. Le indicazioni che arrivano da Xie Zhenhua, inviato cinese per il clima, sono infatti quelle di un potenziale disgelo nelle relazioni con gli States, nonostante la fragilità dei rapporti fra i due Paesi a causa della situazione di Taiwan.
Those that have contributed least to the climate crisis are being hit first & hit hardest.
At #COP27, I’m calling on all world leaders to prioritize support to the most vulnerable through bold long-term commitments and action. pic.twitter.com/V0xVsfBseY
— António Guterres (@antonioguterres) November 8, 2022
Il delegato ha affermato di aver informalmente incontrato John Kerry, inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, nonostante la sospensione dei negoziati bilaterali a inizio anno. Non si tratta di un meeting ufficiale, ma entrambi i paesi concordano che serva uno sforzo congiunto se si vorranno centrare gli obiettivi della Cop27.
Nel frattempo, tra i singoli sforzi delle due potenze, la Cina si è detta “disposta” a contribuire a un fondo “loss and damage” (senza però dettagli), mentre John Kerry nello spazio dell’US Center alla Cop27 ha annunciato l’intenzione “di accelerare la transizione delle rinnovabili”.
Kerry ha spiegato che a livello di finanziamenti necessari per combattere il riscaldamento globale “i governi dovrebbero sborsare non miliardi, ma trilioni e trilioni, che non ci sono” e per poterlo fare è dunque necessario “coinvolgere sempre di più il settore privato”. Per riuscire a “ritirare il carbone e contemporaneamente accelerare sulle rinnovabili” secondo Kerry le aziende dovranno dunque avere la possibilità di acquistare crediti di carbonio per sostenere i paesi che abbandonano l’energia a carbone e quelli più vulnerabili.
In sostanza, si pensa a un piano per espandere la vendita di crediti di carbonio con lo scopo di promuovere progetti rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, un sistema che si ispira a quello della compensazione, criticato però da molti.
Una proposta, quella dell’inviato per il clima statunitense, che trova l’appoggio di importanti multinazionali tra cui Microsoft Corp, PepsiCo e altre. Il programma proposto da Kerry si chiamerà “Energy Transition Accelerator” di cui verranno definiti i dettagli successivamente, un’iniziativa da cui ribadisce con fermezza sono però “escluse dalla partecipazione le compagnie petrolifere e del fossile”. Si tratta di un primo passo, compreso l’incontro con la Cina, di complesse giornate di negoziato da cui si spera esca, il 18 novembre, una soluzione concreta (ed economica) per sostenere il futuro climatico del mondo.