Un progetto per favorire l’immissione di acqua nella falda acquifera superficiale e rivitalizzare l’intero sistema delle risorgive, sorgenti d’acqua dolce di origine naturale, in uno spicchio di territorio veronese di circa 15 mila metri quadri. Così Coca-Cola HBC Italia, principale produttore e distributore di prodotti a marchio The Coca-Cola Company in Italia, e il Consorzio di Bonifica Veronese, che si occupa della gestione delle opere idrauliche e irrigue nel territorio della pianura veronese, annunciano una nuova collaborazione decennale. L’obiettivo? Realizzare, entro il prossimo autunno, una cosiddetta area forestale di infiltrazione (Afi è l’acronimo) nella zona di Alpo, frazione del comune di Villafranca di Verona. Le aree forestali di infiltrazione sono superfici boscate di alta pianura messe a dimora e coltivate per favorire l’immissione di acqua superficiale nel sottosuolo proprio per la ricarica delle falde.
Come a dire, l’uomo che prova – rimboccandosi le maniche – a trovare una soluzione al fenomeno della morte delle risorgive, facendosi carico di problematiche ambientali che fino a qualche anno fa sembravano non preoccuparlo più di tanto. Ed è proprio quel che ha fatto Coca-Cola HBC Italia, rispondendo a un avviso pubblico esplorativo pubblicato dal Consorzio per individuare i soggetti interessati a finanziare il progetto anche per compensare la quantità di acqua estratta annualmente dal suo stabilimento di Nogara, venticinque chilometri a sud di Verona. Stabilimento dotato di una concessione regionale per attingere da pozzi (sono cinque) che non hanno alcuna influenza sulle forniture destinate al territorio. Ma le imprese paiono sempre più proiettate verso un futuro sostenibile, per fortuna: c’entrano, evidentemente, responsabilità sociale, interesse nello sviluppo e nella tutela dei territori, partecipazione al contrasto del cambiamento climatico e di quanto minaccia il futuro del Pianeta.
Dove c’è acqua, la natura torna rigogliosa
E così, nel piccolo del caso veronese, una rete di canali disposti a pettine, alternati a filari di alberi e arbusti, consentirà il deflusso di una portata continua di acqua prelevata da fonti esterne, destinata a infiltrarsi nella falda freatica: l’area forestale di infiltrazione “targata” Coca-Cola HBC Italia garantirà la ricostituzione del patrimonio idrico sotterraneo – obiettivo non marginale vista la rilevanza dei problemi di siccità, su scala nazionale e globale – e, attraverso le piante, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, un impatto positivo sul paesaggio e l’incremento della biodiversità. Perché dove c’è l’acqua, la natura torna a essere rigogliosa. Nel dettaglio, come spiegato oggi in una conferenza stampa nella sede di Confindustria Veneto, l’area forestale di infiltrazione insisterà su un terreno servito dalle strutture irrigue consortili, attive tuttavia nel solo periodo estivo. L’obiettivo è infiltrare nel suolo in un anno circa 800.000 metri cubi di acqua del fiume Adige, che altrimenti defluirebbe a valle senza benefici per la comunità. Quanto basta per compensare, si legge in una nota, il 100% dell’acqua estratta dalla fabbrica dell’azienda e non reimmessa nei corsi idrici. Ma alla Regione Veneto verrà chiesto, per usare l’Afi al massimo della sua capacità, la concessione di derivazione anche per il periodo invernale per immissione di acqua in falda. Garantendo, in caso di semaforo verde, un volume complessivo annuo infiltrabile di 1,5 milioni di metri cubi di acqua.
“Un uso responsabile della risorsa idrica”
C’è dunque una sinergia tra pubblico privato, un mix in grado – come spiega Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director di Coca-Cola HBC Italia – di “generare valore condiviso. L’acqua è l’ingrediente primario dei nostri processi produttivi. – spiega – Siamo pienamente coscienti dell’importanza di un utilizzo responsabile della risorsa idrica e ci impegniamo a limitare l’impatto sui bacini idrografici. Alla base delle nostre attività c’è il rispetto dei requisiti legali in materia di tutela ambientale, a cui si sommano l’ottimizzazione dei consumi ed il coinvolgimento degli stakeholder locali in iniziative comuni”.
Ed è proprio sull’uso responsabile della risorsa idrica che si gioca, non solo in Italia, il futuro delle comunità agricole, di interi paesi, di aree rurali sui quali aleggia, come in Sicilia, lo spettro della siccità. Ad oggi l’acqua inutilizzata dalla fabbrica di Nogara di Coca-Cola HBC Italia (circa un terzo di quella prelevata da cinque pozzi che attingono a falde acquifere) finisce, una volta depurata, nel fiume Tartaro, dove torna a disposizione della comunità che, quando necessario, può utilizzarla per l’irrigazione dei campi della zona. Dal prossimo autunno, l’azienda farà di più.“La questione ambientale rimane centrale in ogni politica di gestione del territorio e delle acque. – sottolinea Alex Vantini, presidente del Consorzio di Bonifica Veronese – Da sempre il nostro ente, accanto alla sicurezza idraulica e alla gestione dell’irrigazione in 70 Comuni della provincia di Verona, presta la massima attenzione alle tematiche della tutela del territorio e del favorire la biodiversità. E lo fa – aggiunge – attraverso la realizzazione di interventi gestiti direttamente con il proprio personale o in collaborazione con enti territoriali, agenzie regionali e realtà private, come in questo importante progetto, destinato veramente a fare scuola”.
“L’importanza della tutela degli ecosistemi e delle risorse idriche che li sostengono appare quanto mai vitale oggi, di qui le nostre sperimentazioni – insieme alla Regione Veneto – per una gestione sempre più razionale della risorsa idrica e di adattamento al cambiamento climatico”, dice invece Nicola Dell’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, che ha contribuito condividendo le conoscenze tecniche acquisite in vari progetti (Aquor e Redafi in primis) e fornendo le piante autoctone utili a preservare la biodiversità. “La realizzazione di un’area forestale di infiltrazione nel Veronese – spiega – è coerente con la strategia volta ad aumentare le risorse di acqua disponibili”.La fabbrica veronese di Coca-Cola HBC Italia non è nuova, del resto, a iniziative di sostenibilità ambientale, come nel caso della collaborazione con la Cooperativa locale Cà Magre per il recupero e il risanamento della “Palude di Pellegrina” e del progetto “Boscàja”, con il Comitato Mag, che affronta il problema del cambiamento climatico, “divenuto oramai urgente ed improcrastinabile”, facilitando l’incontro tra i contadini del territorio e possibili sostenitori, e nel cui ambito è stato creato un bosco permanente ex novo, a beneficio della biodiversità e della comunità locale. Casi, questi, citati nel ventesimo rapporto di sostenibilità, “Celebriamo insieme il mondo di domani”, pubblicato a giugno, che evidenzia un’altra piccola grande rivoluzione: dal 2023 tutte le bottiglie in plastica per le bibite dell’azienda sono al 100% in plastica riciclata.