Mentre vi godete un bel soggiorno a Genova state contemporaneamente contribuendo alla lotta agli sprechi alimentari. Oppure durante un romantico weekend a Venezia con un solo click aiutate progetti per il turismo sostenibile, o ancora a Milano potreste potenzialmente collaborare a iniziative per piantare alberi.
Nonostante due anni complessi a causa della pandemia, nuove forme di turismo etico e sostenibile stanno oggi provando a ripartire nella speranza di fornire supporto ai territori, promuovendo un sistema di ospitalità differente da quello solamente commerciale e in grado di mettere in connessione host e viaggiatori intenzionati a favorire progetti locali che vanno dal sociale all’ambiente.
Con questa filosofia è nata in Italia Fairbnb.coop, una piattaforma dedicata a un turismo più equo che funziona così: metà di ogni commissione pagata dagli ospiti di una struttura che aderisce alla rete va direttamente a comunità, progetti e cooperative locali. Da iniziative che si dedicano all’ambiente sino a quelle su immigrazione, riciclo, lotta agli sprechi o educazione.
Per coloro che mettono a disposizione le proprie strutture, “che siano case da 50 euro a notte o ville da 600 euro – racconta il presidente di Fairbnb Emanuele Dal Carlo – agli host non chiediamo nulla, mentre una piccola parte del prezzo pagato dai clienti è destinato appunto a iniziative sul territorio in modo da incrementare l’economia circolare e ridistribuire ricchezza in loco”.
La piattaforma, simile come sistemi di prenotazione a quelle già note di bed&breakfast, affitto case o stanze, è già operativa in diversi paesi, fra cui Spagna, Belgio e Francia. In Italia oggi si contano circa 500 host. “In cinque soci fondatori abbiamo iniziato a ideare il programma nel 2018 e partire di fatto concretamente con la piattaforma poco prima della pandemia, con le conseguenze che si possono immaginare. Oggi però le cose stanno ripartendo e siamo fiduciosi, anche a fronte di un milione di euro di finanziamenti raccolti grazie a banche di credito cooperativo, società d’impatto sociale e soci vari. È un progetto in cui crediamo tutti e siamo sicuri che crescerà”.
Per comprendere meglio come funziona Dal Carlo fa un esempio. “Se una coppia decide di andare in viaggio a Venezia in una struttura Fairbnb e spende 100 euro, fingiamo che pagherà 15 euro in commissioni. Di quei quindici, metà andrà a noi e metà direttamente a un progetto locale. Per esempio, uno a cui teniamo molto, a Genova è il progetto C.R.E.A., iniziativa contro gli sprechi alimentari che si impegna per il recupero delle eccedenze. Altre riguardano invece l’ambiente o, in generale, sono collegabili a molti dei temi dell’Agenda Onu 2030″.
Nei mesi scorsi, Fairbnb sarebbe dovuto partire anche in Polonia, “ma con la guerra in Ucraina – racconta ancora Dal Carlo – abbiamo deciso di cambiare le cose: ora siamo in contatto con gli host solo per sostenerli affinché offrano gratuitamente alloggio per i rifugiati ucraini”.
Finora i clienti di Fairbnb sono stati soprattutto stranieri o persone intenzionate a prendere parte a un cambiamento etico per un turismo sostenibile, oppure host che hanno deciso di uscire dagli schemi puramente commerciali per entrare in forme che contribuiscono alla crescita delle comunità locali.
“Molte delle piattaforme che già esistono, anche a livello di tasse, in Italia sono perfino gestite da stranieri o società che lasciano poco al territorio. Quando hai un cittadino americano che ha comprato casa qui e affitta usando sistemi esteri, alla città si lascia ben poco. La nostra idea è esattamente il contrario: ristabilire un contatto diretto tra comunità ospitante e visitatore, con benefici per il luogo o l’economia in cui si soggiorna. Il nostro scopo è proprio fornire benefici sociali dal turismo: ogni passaggio viene raccontato con la massima trasparenza e ogni percentuale finisce in progetti etici che, come diciamo sempre, stanno dentro la carta dei diritti dell’uomo della comunità europea, per intenderci”.
Infine, come recita il motto di Fairbnb, in attesa di nuovi ospiti che contribuiranno ai tanti programmi sociali delle varie realtà italiane e estere coinvolte nella rete, chiunque voglia partecipare prenderà parte a “un viaggio per diventare una casa e far crescere questo esempio di economia solidale e partecipata. Siete tutti i benvenuti”.