La crisi idrica è oggi un problema che tocca tutti: per questo motivo la Giornata Mondiale dell’Acqua istituita dalle Nazioni Unite è un’occasione per riflettere su come e dove utilizziamo le nostre risorse idriche ogni giorni. A cominciare dal pasto. Secondo il rapporto FAO “Food wastage footprint” la produzione di cibo a livello globale consuma intorno al 70% delle risorse mondiali di acqua dolce.
E l’enorme quantità di spreco alimentare globale rappresenta il 24% di tutta l’acqua utilizzata per l’agricoltura.
Con il 40% di tutto il cibo che finisce per essere gettato, lo spreco alimentare ha un impatto enorme sull’ambiente. Ridurre lo spreco di cibo, quindi, significa ridurre lo spreco di acqua. A richiamare l’attenzione sull’acqua “nascosta” in quel che mangiamo è l’app anti spreco Too Good To Go che, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua ha scelto di evidenziare la quantità d’acqua necessaria per produrre alcuni degli alimenti consumati dagli italiani.
Solo per fare un esempio, una singola mela richiede circa 125 litri d’acqua per farla crescere e gettarla via significa sprecare con essa anche tutta l’acqua utilizzata per la sua produzione.
L’acqua nascosta nel cibo di tutti i giorni
Le impronte idriche possono variare a seconda del luogo di produzione e dei metodi utilizzati, ma danno un’indicazione delle notevoli quantità di acqua necessarie per la produzione di alimenti. In particolare, ecco il calcolo delle nostre portate (fonte: Water Footprint):
- PASTA: l’impronta idrica media globale del grano è di 1.827 litri/kg, ovvero 913 litri per un pacchetto di 500 grammi. Circa l’80% di questa quantità è utilizzato per la coltivazione del grano. Si tratta di una media globale, che varia a seconda dell’origine del grano. Ad esempio, nel caso dell’Italia, la pasta prodotta con grano locale ha un’impronta idrica di 1.410 litri/kg.
- PIZZA: l’impronta idrica media globale di una pizza Margherita (circa 725 grammi di prodotto) è di 1.260 litri d’acqua. La produzione della mozzarella è responsabile di circa il 50% dell’uso totale di acqua, la farina di grano tenero del 44% e la passata di pomodoro di circa il 6%.
- INSALATA: l’impronta idrica media globale della lattuga è di 240 litri/kg.
- CIOCCOLATO: la produzione di 1 kg di cioccolato richiede circa 17.000 litri di acqua, la maggior parte dei quali viene utilizzata per la coltivazione e la lavorazione dei semi di cacao. Una tavoletta di circa 100 grammi richiede quindi 1.700 litri d’acqua.
- CARNE (manzo): per chilogrammo di prodotto, i prodotti animali hanno generalmente un’impronta idrica maggiore rispetto ai prodotti vegetali. L’impronta idrica media globale della carne bovina è di 15.400 litri/kg.
Ridurre lo spreco alimentare: come?
Il recente traguardo di 200 milioni di pasti salvati da Too Good To Go, l’app nata nel 2015 in Danimarca che oggi conta oltre 62 milioni di utenti, dimostra come le aziende possano impegnarsi per avere un impatto positivo sul pianeta. Va considerato che lo spreco alimentare non solo si ripercuote negativamente su risorse preziose, come l’acqua, il terreno e l’energia, ma aggrava anche le emissioni di CO2. Per dare una misura, con questo traguardo Too Good To Go ha contribuito a risparmiare l’equivalente di 500.000 tonnellate di CO2. Un obiettivo raggiunto con 134.000 partner commerciali attivi e 75 milioni di utenti registrati in 17 Paesi, motivati a lasciare un impatto significativamente positivo sul Pianeta.
In Italia i quasi 6 milioni di utenti dell’app Too Good To Go, insieme alle 24.168 aziende partner, hanno già risparmiato più di 12 milioni di pasti (evitando così di vanificare l’emissione di oltre 22.500 tonnellate di CO2), oltre 5 milioni solo nel 2022.
Come funziona Too Good To Go
Too Good To Go permette a bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati ed hotel di recuperare e vendere online – a prezzi ribassati – il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato” grazie alle Surprise Bags, delle “bag” con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Gli utenti della app non devono far altro che geolocalizzarsi e cercare i locali aderenti, ordinare la propria Surprise Bag, pagarla tramite l’app e andarla a ritirare nella fascia oraria specificata per scoprire cosa c’è dentro.
“Affrontare la connessione acqua-cibo richiederà uno sforzo di collaborazione da parte dei governi, delle organizzazioni della società civile e del settore privato, oltre a investimenti importanti nella ricerca e nello sviluppo di sistemi idrici e alimentari sostenibili” ha dichiarato Mirco Cerisola, Country Director Too Good To Go per l’Italia. “Salvando il cibo dallo spreco, la comunità di Too Good To Go contribuisce non solo a ridurre le emissioni di gas serra associate alla produzione di cibo, ma dà anche un contributo significativo alla conservazione delle risorse idriche”.