“In 40-50 anni, se non ci sarà una decisa inversione di tendenza nelle temperature e nelle precipitazioni nevose, la quasi totalità dei ghiacciai alpini e molti delle altre catene montuose si estingueranno”. Claudio Smiraglia, glaciologo e membro del Comitato Glaciologico italiano, non ha dubbi. Lo confermano anche le immagini satellitari del ghiacciaio della Marmolada, dove si è consumata la terribile tragedia di domenica, dell’Adamello e dei Forni diffuse da Greenpeace.
Il confronto con gli anni precedenti evidenzia la progressiva diminuzione del manto nevoso che alimenta i ghiacciai. Restando scoperti già a giugno ed esposti alle temperature estive, questi ghiacciai sono destinati ad arretrare ulteriormente e a ridursi di spessore. La loro scomparsa è un grave problema perché rischia di andare perduta una preziosa riserva idrica e una fonte importante per la produzione di energia idroelettrica.
“Dietro tragedie come quella del ghiacciaio della Marmolada, o la condizione di siccità che sta mettendo in ginocchio intere aree del nostro Paese, ci sono i cambiamenti climatici causati dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche. E dietro le emissioni di gas serra ci sono le politiche dei governi, che continuano a puntare sui combustibili fossili, ritardare la transizione energetica e permettere alle grandi aziende del petrolio e del gas di generare enormi profitti a discapito dell’ambiente”, dichiara m0ontagna, campagna clima di Greenpeace Italia.
“Se vogliamo scongiurare gli effetti peggiori della crisi climatica c’è solo una cosa da fare: abbandonare le fonti fossili, investire su energia rinnovabile ed efficienza energetica, e dare seguito con urgenza agli impegni per la riduzione delle emissioni climalteranti”.