Defilata geograficamente e fuori dalle grandi rotte di massa ma ricca di fascino. Così è Ferrara che ha saputo mantenere, col passare dei secoli, il suo aspetto medievale e rinascimentale, tanto da fregiarsi in questo anno in corso del titolo Ferrara Città del Rinascimento. Se la città, e sito Unesco, è così piena di incanto, infatti, lo deve agli Este, grande famiglia nobiliare di mecenati, che qui regnò per Trecento anni e seppe trasformarla in una sfolgorante capitale d’arte europea. Gli Este, amanti del bello e delle innovazioni artistiche, chiamarono sempre a corte e commissionarono lavori ai più grandi artisti dell’epoca. Camminare per le sue strade, senza traffico – se non l’andirivieni delle biciclette – è come immergersi nel Rinascimento ma anche nel Medioevo. Appena arrivati, bisogna memorizzare subito la posizione del Castello Estense (ha ancora il fossato con l’acqua e si può circumnavigare) che era la residenza della Signoria regnante. Ed è anche da qui che parte ogni visita e tour. Si può partecipare anche a una visita guidata “Raccontare Ferrara”(gratuita fino al 26 dicembre per chi soggiorna in una delle venti strutture convenzionate, o al costo di otto euro a persona) proprio per un’esplorazione dell’anima rinascimentale della città (ogni sabato alle 15 e ogni domenica alle ore 10.30). In questo periodo, poi, tutto si arricchisce dell’atmosfera delle feste che, con tutte le accortezze causa Covid, avrà diversi momenti a tema. A partire dal classico  Christmas Village, in Piazza Trento Trieste (fino al 7 gennaio). Si gira tra i chioschi in legno alla ricerca dei regali da mettere sotto l’albero, ma anche per poter ammirare da vicino all’opera artigiani alle prese con originali creazioni in vetro, ceramica, pelle, metallo, decorazioni o prodotti tipici gastronomici. Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, invece, torna “l’Incendio del Castello Estense”, un vero connubio tra cascate di fuoco, giochi di luce, fumi colorati e musica.

Per un’altra testimonianza straordinaria dei fasti dell’epoca rinascimentale, non può mancare una visita a Palazzo Schifanoia che ha da poco riaperto le sue ventuno sale. Fu voluto come residenza ricreativa suburbana per “schifar”, ovvero “schivar”, la noia, e ospita il Salone dei Mesi – con un nuovo allestimento e luci speciali per esaltare gli affreschi – opera collettiva di diversi pittori ferraresi della scuola di Cosmé Tura, fra cui Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti. Altra tappa obbligata è Palazzo dei Diamanti, costituito da migliaia di blocchi di marmo bianco venato di rosa che grazie ai vari orientamenti delle punte creano un incredibile effetto. Nessuno li ha mai contati ma pare sfiorino le diecimila unità. Si racconta che una sola di queste piccole pietre contenga un diamante vero, nascosto da Ercole I d’Este, probabilmente lo stesso della sua corona. Solo lui e il capomastro addetto ai lavori ne conoscevano la posizione precisa. Un segreto che lasciava insonni entrambi, ma ancora di più il duca. Tanto che un giorno, il capomastro fu convocato dal duca e per impedirgli che potesse parlare o mostrare, gli fece tagliare la lingua e lo accecò.

Rocca Possente, Stellata (Bondeno – Fe – Archivio fotografico provincia di Ferrara) 

In vicolo Gomboni, invece, si apre il monastero di Sant’Antonio in Polesine che lascia una pace profonda, ma anche una sensazione di mistero. La tomba di Beatrice d’Este, al suo interno, trasuda acqua ed emette dei rumori. Succede sei mesi all’anno, da autunno a primavera. Una fuoriuscita sorprendente perché l’ambiente è asciutto e non vi sono crepe o scanalature.

Da Ferrara, poi, si parte alla scoperta dei dintorni, tra Alto e Basso Ferrarese, grazie ai percorsi messi a punto da Sipro col programma europeo Slides (interregionale 2014-2020, Italia Croazia), e in collaborazione con Visit Ferrara e Comacchio. Ad iniziare da Bondeno, il più antico insediamento del territorio (ci sono ritrovamenti di abitati preistorici). Nel medioevo fu feudo di Matilde di Canossa, poi divenne parte dei possedimenti degli Estensi come centro fortificato a difesa di Ferrara. Uno dei suoi simboli è la Rocca di Stellata, dalla pianta a stella – da qui il nome – posta strategicamente lungo la sponda destra del Po, al momento visibile solo all’esterno. Particolare è la configurazione delle sue mura, poste di sbieco per meglio opporsi alle artiglierie nemiche.

Il paese di Bondeno è sede dell’antico mulino Guerzoni William, in viale Pironi, visitabile e con vendita di farine speciali, set anche della fiction Tv con Anna Valle e Giorgio Pasotti, “Lea e i bambini degli altri” ed è attraversato anche dal percorso cicloturistico della Destra Po sino al Bosco della Mesola. Diverse le proposte in intermodalità, che prevedono tratti percorsi in bicicletta (noleggiabili sul luogo) alternati a tratti in navigazione. Una bella esperienza è fare un tour sulla motonave Nena, dedicata alla “sposa del fiume”, ovvero Nazzarena Casini, detta Nena, nata nel 1913 a Salvatonica di Bondeno. Risalendo il fiume vi racconteranno di questa donna che aveva imparato da piccola il mestiere di traghettatrice dal padre, per portare la gente da una sponda all’altra del Po, e che non si era mai sposata, preferendo di gran lunga la vita a contatto con la natura.In zona, a pochi chilometri dal Fiume, a Burana di Bondeno, merita una sostal’Azienda Agricola Ceruttia conduzione familiare, specializzata nella produzione di riso, uno dei prodotti enogastronomici più importante del territorio. La risaia si estende su una superficie di circa undici ettari e le varietà di riso coltivate sono il Vialone nano ed il Carnaroli, considerate le più pregiate. Qui si possono seguire i laboratori per la produzione di prodotti da forno e per la trasformazione dei cereali.

Comacchio, manifattura dei marinati 

Sempre a tema laboratori – al progetto aderisce anche Cna aziende –  si fa tappa all’azienda agricola “Il Bosco Officinale”, a Mesola. Siamo nel cuore del Parco del Delta del Po tra la Pineta della Panfilia adiacente alla Torre dell’Abate e il Gran Bosco della Mesola e si entra in un il magico mondo di profumi, aromi ed erbe aromatiche. Si può assistere alla distillazione o a una lezione per apprendere l’utilizzo di oli essenziali e acque aromatiche in cucina.

Comacchio, la “piccola Venezia” con i suoi diversi ponti (il più monumentale è il Trepponti) e canali solcati da barchette, resta un must have del territorio, specie durante l’Avvento. Quest’anno, prende il via la prima la prima edizione dei mercatini che si specchiano sull’acqua (mercoledì 8, domenica 12 e 19 e venerdì 24 dicembre). Lungo il Canal Maggio e in centro, le tradizionali bancarelle sono allestite su barche capovolte che poggiano su un basso fondale, per rivivere le tradizioni di una città che da sempre è in simbiosi con l’acqua. Domenica 26 dicembre, inoltre, sul porto canale di Porto Garibaldi (alle 18) c’è la Fiaccolata Sub, l’appuntamento con la scenografica manifestazione che coinvolge vari sub nella tradizionale fiaccolata sull’acqua, con spettacolo pirotecnico.

Da visitare, la Manifattura dei Marinati, un pezzo importante della storia cittadina, perché ha rimesso in moto l’intero ciclo di lavorazione delle anguille pescate nelle Valli salmastre che circondano questa “piccola Venezia”. Come fabbrica è attiva in alcuni mesi dell’anno, ma è sempre museo con un percorso storico testimoniale. Nel suo stato originario, è conservata la Sala degli aceti, con i tini e le botti, mentre la Sala dei Fuochi, il cuore dell’intero complesso, conserva dodici camini intervallati da nicchie, in cui avveniva, e avviene tutt’oggi, la lavorazione dell’anguilla marinata. Sembra quasi di rivivere la vita quotidiana del passato, trascorsa accanto ai fuochi, con il crepitio delle fiamme che si mescolava al vociare delle donne pronte sempre a una chiacchiera o un pettegolezzo tra la scelta della giusta salamoia e il giusto dosaggio di aceto, acqua, sale e foglie di alloro.