Quel televisore con l’enorme tubo catodico e i profili in radica, che troneggiava nel soggiorno dei nonni per vent’anni, continuamente aggiustato dal tuttofare di paese, dava un senso di affidabilità e continuità oggi così raro. In un’epoca segnata dal consumismo sfrenato e dall’obsolescenza programmata, il modello di crescita continua e il consumo rapido hanno preso piede, promuovendo una cultura che incoraggia la sostituzione costante degli oggetti anche se funzionanti, relegando in secondo piano il loro valore intrinseco e l’importanza del concetto di durata. In questo contesto, rallentare diventa una necessità, non solo per questioni ambientali o economiche, ma anche di benessere individuale: smontare un oggetto non più performante per ripararlo o riutilizzarne i componenti diventa non solo esercizio tecnico ma un atto di ribellione (ma anche di responsabilità) contro il consumismo sfrenato. È qui che entra in gioco l’associazione SMONTING APS, che, attraverso laboratori di disassemblaggio di oggetti elettronici, invita a riflettere e riscoprire il valore delle cose, vite dopo vite. L’obiettivo è educare fin da piccoli, consumatori più consapevoli. SMONTING è nata circa vent’anni fa a Milano da un’idea di Roberta Barzaghi e Emanuele Breveglieri, inizialmente come progetto scolastico per insegnare ai giovani a smontare oggetti tecnologici.
“Abbiamo cominciato come storyteller scientifici, coinvolgendo studenti dalle elementari alle superiori in attività di smontaggio di dispositivi tecnologici per capire come sono fatti e ridare loro importanza. In un mondo in cui tutto si acquista con un click e arriva il giorno dopo, SMONTING si propone come antidoto alla mentalità del consumo rapido,” raccontano Roberta e Emanuele. L’iniziativa ha preso piede, entrando nei programmi scolastici (tra le materie STEM) degli istituti milanesi e non solo; poi grazie alla determinazione di Filippo Valenti, ingegnere ambientale, SMONTING si è evoluta in un’associazione senza fini di lucro. Oggi, riunisce oltre 50 volontari e ha esteso il proprio format a biblioteche, amministrazioni comunali e municipi, cambiando il rapporto delle persone con la tecnologia e smontando sia gli oggetti fisici che il concetto stesso di consumismo.
Nei laboratori, i partecipanti ricevono istruzioni dettagliate su come utilizzare gli strumenti. Solo dopo aver acquisito questa competenza, iniziano a smontare oggetti comuni, da computer a frullatori e aspirapolvere. Gli unici elementi che rimangono sui tavoli sono guarnizioni, interruttori, altoparlanti e piccoli motori. Una volta completato il disassemblaggio, i componenti vengono classificati per il corretto smaltimento o per progetti creativi. Sebbene la raccolta di piccoli elettrodomestici stia migliorando, l’Italia è ancora lontana dal target del 65% fissato dall’Unione Europea, raccogliendo solo il 30,5% dei RAEE rispetto a quanto immesso sul mercato. Questo gap evidenzia un problema strutturale che SMONTING affronta, facendo dello smontaggio non solo un’attività educativa, ma anche un atto di responsabilità.
“Gli oggetti donati all’associazione seguono tre percorsi: se non possono essere riparati, diventano materiale per il laboratorio; se sono riparabili, vengono donati a scuole e associazioni bisognose; alcuni, che rappresentano un pezzo di storia, vengono donati al Museo Della Tecnica Elettrica di Pavia”.
Raee: cosa sono e come smaltirli
Non solo: quelli in “eccesso” vengono venduti e i proventi che finanziano un progetto importante: la scuola “SMONTING” Bhabanipur in Bangladesh. Qui, grazie ai fondi raccolti, l’associazione sostiene 60 bambini per un ciclo scolastico di cinque anni. Questi bambini, nati fuori casta, non avrebbero accesso all’istruzione senza il supporto di SMONTING, che copre le spese per divise, libri e stipendi degli insegnanti. Recentemente, Filippo Valenti ha avviato una società benefit, ESG42, possiamo immaginarla come la terza evoluzione nel percorso di crescita di SMONTING, per portare l’attività anche nelle aziende.
“L’intento è coinvolgere i dipendenti in sessioni pratiche di smontaggio nei loro spazi di lavoro, sensibilizzandoli sulla sostenibilità e promuovendo una cultura aziendale che abbracci il riuso e la riduzione degli sprechi” spiega Filippo. In linea con questi valori, SMONTING sarà tra i protagonisti del Repair Day Contest 2024, che si terrà domenica 20 ottobre (dalle 10, in via privata della Braida 5 a Milano). Organizzato da Edizioni Green Planner e supportato da Certideal, Rekeep e SMONTING, l’evento sottolinea l’importanza di riparare e riusare gli oggetti, piuttosto che buttarli via: chiunque potrà portare i propri oggetti da riparare in giorni precedenti e durante l’evento e poi ritirarli in quelli successivi. Un’opportunità per sensibilizzare il pubblico sull’importanza del riuso e della sostenibilità, temi fondamentali per il futuro del nostro pianeta.