L’Italia negli ultimi anni ha aumentato il contributo dell’elettricità da rinnovabili fino a un massimo del 38% rispetto alla produzione totale, grazie alla realizzazione di tanti nuovi impianti aggiunti al tradizionale idroelettrico. Per arrivare al 100%, e quindi alla totale decarbonizzazione del sistema elettrico, è fondamentale però realizzare moltissimi altri impianti – tra cui quelli fotovoltaici sui tetti, anche nei centri storici, e sui terreni agricoli, col moderno agrivoltaico che non consuma suolo, parchi eolici a terra e a mare, digestori per produrre biogas e biometano – oltre agli interventi su reti, accumuli e pompaggi.
I progetti di nuovi impianti però sono contestati sul territorio da alcune associazioni e istituzioni ma anche dalle Sovrintendenze. La nuova Sovrintendenza speciale sul PNRR, varata dal governo Draghi per superare questi problemi locali, sta dimostrando a livello nazionale lo stesso ostruzionismo, come emerso ad esempio sul progetto dell’impianto eolico sopra alla nuova diga foranea di Genova o su quello offshore davanti alla costa di Civitavecchia (Rm).
Come pensate di risolvere il problema dell’ostracismo che molte Soprintendenze, compresa la nuova Sovrintendenza speciale sul PNRR, varata dal governo Draghi per accelerare la transizione ecologica, stanno dimostrando nei confronti degli impianti a fonti rinnovabili?