La tragedia dell’Emilia Romagna è solo l’ultimo segnale di un crescendo di disastri climatici che stanno colpendo tutti i continenti. Le immagini che guardiamo in TV angosciano ed allarmano. Ed è incredibile lo spazio dato su diversi media agli ormai residuali negazionisti climatici, che rischiano di disorientare l’opinione pubblica in una fase in cui servono invece decisioni rapide e radicali.
Oltre ad avviare una seria azione di prevenzione, di cura e manutenzione del territorio per controllare il dissesto idrogeologico, e magari una legge efficace sul consumo di suolo, vanno accelerate le politiche di riduzione delle emissioni climalteranti.
L’Europa si sta muovendo bene, con la definizione degli obiettivi al 2030 e puntando alla neutralità climatica al 2050. L’Italia però è estremamente in ritardo, come ha sottolineato il recente rapporto di Ispra: Le emissioni di gas serra in Italia: obiettivi di riduzione e scenari emissivi. Malgrado questo, il Governo attuale ha assunto posizioni perdenti e di retroguardia in merito alle ultime decisioni UE sulla scadenza della vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, sugli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici, sullo stop alla installazione di nuove caldaie a gas dal 2029.
Altri governi, al contrario, assumono obiettivi più sfidanti, anche per offrire nuove opportunità alla propria industria. È questo il caso della Germania che, ad esempio, vuole bloccare le vendite di caldaie a gas già dall’anno prossimo. Siamo nel mezzo di una rapida rivoluzione che riguarda la generazione elettrica, la mobilità e l’edilizia. Pensiamo che il nostro Paese non debba perdere l’occasione di modernizzare e riqualificare segmenti importanti delle imprese, in grado oltretutto di migliorare la qualità di vita dei cittadini e di aumentare l’occupazione.
*Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club