“Non c’è fine. Non c’è inizio. C’è solo l’infinita passione per la vita”. Questa frase di Federico Fellini sembra calzare a pennello con lo spirito di Rimini, la sua città, e in particolare con l’immagine che offre in questa prima metà di maggio, in cui si registra già la presenza di molti turisti “in libertà”, oltre ai circa 400mila alpini passati nelle scorse settimane, lasciando purtroppo non solo ricordi positivi. Dopo due estati trascorse in sordina, ora c’è grande attesa per la stagione 2022 e l’energia è già palpabile nell’aria. Infatti, passeggiando per il tratto terminato del nuovo lungo mare (una parte è ancora in fase di costruzione), tra piste ciclabili e pedonali, vegetazione adriatica, piccole palestre a cielo aperto e alberi-fontana ispirati a Gianni Rodari, si assaggia una nuova interpretazione della vita all’aria aperta, aggiornata e più cosmopolita.
La progettualità del “nuovo” non si è però limitata solo agli spazi esterni, anzi in questi ultimi anni si è concentrata in particolar modo sugli interni, che però non prescindono da ciò che li attende fuori. L’attuale amministrazione, seguendo le orme della precedente, ha deciso di dare centralità alla cultura, di permettere a nuove realtà di dialogare con strutture storiche, di innestare poli attrattivi per impreziosire Rimini e invitare un pubblico sempre più allargato a visitarla tutti i mesi dell’anno.
Partiamo con dedicare spazio all’ultima iniziativa presentata pochi giorni fa, esattamente venerdì 13 maggio: il Premio Artisti Italiani PART. Ma facciamo prima un breve passo indietro, cos’è PART? PART – Palazzi dell’Arte di Rimini, è un polo espositivo nel cuore dei più antichi edifici medievali del centro storico, il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà, che si affacciano su Piazza Cavour. Dal 2017 ospita la Collezione della Fondazione San Patrignano, splendida raccolta di opere di grande valore donate da collezionisti e artisti anche internazionali tra cui Damien Hirst e Vanessa Beecroft. Di questa nuova realtà museale, colpisce la capacità di far vivere la struttura antica con la proposta contemporanea e l’ariosa sala al secondo piano, sala dell’Arengo, ne è l’apoteosi: l’allestimento dell’architetto Luca Cipelletti e le opere esposte tra cui quelle di Penone, Spalletti e Pistoletto stupiscono per l’originalità con cui occupano lo spazio.
Il Premio Artisti Italiani PART, che ha debuttato e sarà biennale, verrà consegnato il primo ottobre e fino ad allora si possono ammirare le 12 opere selezionate da tre esperti (Edoardo Bonaspetti, Lucreazia Calabrò Visconti e Francesco Garutti). “Rimini è cambiata è una città d’arte e questo premio è una tappa importante, che mette i giovani al centro, dandogli fiducia. L’impegno nei confronti dei giovani è di grande valore, e questa iniziativa è coerente con lo spirito di Sanpa che cerca di dare un’altra opportunità a chi ha fragilità”. Così ha sottolineato Letizia Moratti, Co-Fondatrice della Fondazione San Patrignano, presente durante l’inaugurazione insieme al sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad. Le opere vincitrici saranno infatti acquistate della Fondazione San Patrignano, andranno a far parte della collezione e anche i ragazzi di Sanpa potranno esprimere le loro preferenze per l’assegnazione dei premi.
A pochi metri dal PART, in piazza Malatesta, è imperdibile una visita al Museo Fellini, inaugurato nell’agosto 2021. E’ un museo diffuso su più spazi: Castel Sismondo, Palazzo del Fulgor e piazza Malatesta. La fontana in piazza Malatesta che ricrea l’effetto nebbia di ‘Amarcord’ e la statua del rinoceronte in piazza San Martino, omaggio a ‘E la nave va’, sono simboli che occupano lo spazio a cielo aperto e anticipano la magia dell’allestimento, elemento non trascurabile. Realizzato con la collaborazione di Studio Azzurro, il percorso a Castel Sismondo e al Fulgor è un viaggio nel mondo di Fellini e dei suoi film. Entrando a Castel Sismondo s’incontra lo Sceicco bianco (interpretato da Alberto Sordi), che issato su un’altalena accoglie e introduce i visitatori verso spazi avvolgenti, dove la fantasia regna incontrastata. Stupefacenti scenografie riproducono gli elementi chiave della poetica felliniana, dall’”Anitona” sdraiata (statua gigante che rappresenta Anita Ekberg), alla stanza dei confessionali, fino a quella delle altalene. Sono poi esposti i costumi originali dei film Casanova e Roma, l’uccello meccanico del Casanova, foto e oggetti di scena, molti disegni del maestro (compresi quelli del Libro dei sogni), e anche sceneggiature originali.
“Finalmente abbiamo potuto accogliere tante scolaresche, provenienti da tutta Italia, purtroppo però la maggior parte dei ragazzi non conosce Fellini. I suoi film passano in orari notturni e sulle piattaforme se ne trovano pochi”, confessa con un certo dispiacere Nicola Bassano, storico del cinema e curatore dell’Archivio Fellini. Speriamo che un passaggio in questa Rimini rinnovata, tappa inevitabile per tanti ventenni e non solo, avvicini anche al grande maestro, il figlio più illustre di questa terra capace di trasformarsi dando ascolto alle esigenze dei tempi.