Saranno quindici, una per ogni per ogni municipio della capitale, a partire dal 2023. Il Comune di Roma approva la prima delibera per dare il via alle comunità energetiche sul suo territorio. Parliamo della possibilità di installare pannelli solari in grado di fornire gratuitamente energia non solo agli edifici sui quali sono stati posati, ma anche alle abitazioni e agli esercizi commerciali circostanti.
Il primo passo di quella che sembra essere una svolta verso il cosiddetto “autoconsumo”, formula che nel resto d’Europa ha portato alla nascita di circa 7mila realtà fra comunità e cooperative. Il decreto-legge atteso da prima dell’estate per farle uscire in Italia dallo stato di sperimentazione, assicura il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è in arrivo. Nell’attesa Roma ha deciso di portarsi avanti. Anche perché è tra le cento città selezionate dalla Commissione Europea per il Climate-Neutral and Smart Cities by 2030, le metropoli che puntano ad azzerare le emissioni in appena 7 anni.
G&B Open Summit 2022, Maurizio Molinari e Roberto Gualtieri: “Roma riparte dalle comunità energetiche”
“Stiamo lavorando sull’adattamento e quindi ad esempio sulle isole cittadine microclimatiche con più verde, suolo permeabile, meno auto. Perché l’impatto della crisi ambientale non è omogeneo”, ha spiegato Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, intervenendo all’Open Summit di Green&Blue al MAXXI di Roma, intervistato dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari. “E stiamo lavorando sulla mitigazione: abbattere le emissioni, partecipando ad esempio al bando dell’Unione Europea per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2030. La settimana prossima approveremo la delibera sulle comunità energetiche che sono un pezzo importante. Iniziando dal mettere a disposizione i nostri tetti, quelli degli edifici pubblici iniziando dalle scuole”.
Si tratta insomma di affiancare al modello centralizzato con pochi grandi operatori che gestiscono produzione e distribuzione, un sistema diffuso reso possibile dal fotovoltaico ma che può essere fatto o integrato da eolico e idroelettrico. Per autoprodurre energia però, abbattendo le emissioni di gas serra, le dispersioni nella rete, i costi di trasporto e quindi in ultimo la bolletta, servono grosse superfici per i pannelli solari, batterie di accumulo per immagazzinare l’elettricità in eccesso necessaria per quando il sole non c’è, oltre al software che concretamente distribuisce l’energia ai vari associati. Dunque è necessario, oltre all’investimento iniziale per materiali e installazione, spazio a sufficienza. Un condominio tradizionale difficilmente ha un tetto tanto ampio da poter ospitare impianti che diano elettricità a tutte le abitazioni. Lo hanno però i centri commerciali, le fabbriche e soprattutto gli edifici pubblici. E nessun Comune in Italia ne ha così tanti come Roma. Restringendo il campo alle sole scuole, parliamo di mille e duecento strutture alle quali vanno aggiunti quattrocento licei.
Nelle intenzioni di Gualtieri, verranno messi tutti a disposizione cominciando da quelle che ospiteranno le prime quindici comunità energetiche del Comune scelte dei singoli municipi. Né c’è un’altra metropoli con altrettante cabine primarie, ben 70 nella capitale, ovvero quegli impianti che trasformano l’alta tensione in entrata per poi fornirla alle utenze. Saranno lo snodo al quale si collegheranno le comunità energetiche.
“La nostra candidatura per l’Expo 2030 è una candidatura basata sulla sostenibilità”, ha sottolineato il sindaco di Roma. “Un’expo a emissioni zero grazie basato su una grande comunità energetica. Un’expo inclusivo che aiuterà a ricucire un pezzo di periferia”.
G&B Open Summit 2022 – L’Italia dell’energia condivisa
Tornando alla delibera in realtà si parla “solo” della nascita di un gruppo di lavoro chiamato “Comunità energetiche e impianti solari”. Il suo compito sarà promuovere la diffusione di “impianti solari nel territorio del Comune di Roma anche nella forma di comunità energetiche e di impianti di autoconsumo”. Al suo interno rappresentanti di sette diversi dipartimenti e sarà presieduto dal direttore dell’ufficio di scopo Clima, Edoardo Zanchini. classe 1971, è stato per undici anni vicepresidente di Legambiente dove si è occupato delle prime comunità energetiche italiane iniziando da quella di Napoli.
L’accesso al credito per i cittadini
Il gruppo di lavoro si occuperà fra le altre cose della semplificazione, così che si possa conoscere ad esempio dove si può mettere in piedi una comunità energetica, sapendo fin da subito che i tetti coperti da “materiali storici”, detti coppi a Roma, sono esclusi. E faciliterà l’accesso al credito e al microcredito, così che anche le famiglie in difficoltà che non avranno vicine quelle comunali, possano partecipare all’investimento iniziale per costruirne una. Investimento che è di circa due o tremila euro per ogni componente di una comunità energetica.
La radice di questo nuovo mondo è nelle “vecchie” cooperative energetiche. Un tempo, alla fine dell’Ottocento, l’elettricità veniva prodotta da piccole centrali costruite nei pressi delle fabbriche e quella in eccesso era data al vicinato. All’epoca nessuno era la forma più diffusa di distribuzione dell’energia. Nacquero così le prime cooperative, alcune delle quali sopravvivono ancora oggi in nord Italia. Una legge del Regno d’Italia permetteva ai soci delle cooperative di produrre e distribuire energia. Accadeva quindi che queste associazioni gestissero una centrale idroelettrica e i soci ne beneficiassero: privati, industria, enti pubblici locali.
Mentre altrove questa modalità è sopravvissuta e anzi si è diffusa come in Germania e Danimarca, da noi solo una minima parte di queste organizzazioni è sopravvissuta nelle Alpi. Fra le altre a Brunico, Dobbiaco, Prato Allo Stelvio, Funes, dove nessuno si sogna di sottoscrivere un contratto con un distributore nazionale perché l’energia è prodotta in zona è a prezzi molto bassi, essendo stati aggiunti di recente anche il fotovoltaico e l’eolico. Ora si tenta di tornare indietro alla decentralizzazione per guardare avanti. C’è ancora molto da fare, ma i vantaggi sulla carta sono enormi.