(Infografica interattiva a cura del Visual Lab)

In questa mappa per ogni Paese del G20 sono riportate le variazioni delle precipitazioni, quelle di temperatura, la popolazione vulnerabile all’innalzamento dei mari e la perdita di Prodotto interno lordo nel 2050 e nel 2100 in uno scenario di basse emissioni, in giallo e in uno di alte emissioni, in rosso. I dati sono tratti dal G20 Climate Risks Atlas. Impacts, policy, economics, un atlante dei rischi climatici che corrono nei prossimi decenni i Paesi più industrializzati del mondo della Fondazione Cmcc – Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda il Pil la ricerca riscontra, nello scenario peggiore, senza un’azione urgente per ridurre le emissioni climalteranti, perdite causate dai cambiamenti climatici fino al 4% all’anno entro il 2050, valore che potrebbe superare l’8% entro il 2100, praticamente il doppio delle perdite economiche da Covid-19. Al contrario, più rapidamente adotteranno politiche a basse emissioni di carbonio, meno gli impatti del clima che cambia si propagheranno a cascata e risulteranno dunque più gestibili. Contenendo l’incremento della temperatura globale entro i 2 °C, il costo di tali impatti potrebbe scendere allo 0,1% del Pil totale entro il 2050 e all’1,3% entro il 2100.

Il rapporto completo, realizzato con il supporto di European Climate Foundation e con il contributo scientifico di Enel Foundation, presenta informazioni sugli impatti dei cambiamenti climatici per ogni Paese del G20 (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia e Unione Europea nel suo complesso senza Francia, Germania e Italia) secondo 11 settori: Clima, Oceano, Coste, Acqua, Agricoltura, Foreste e Incendi, Città, Salute, Energia, Impatti economici e Politiche.