C’è la possibilità concreta di combinare il rispetto per l’ambiente e le richieste del mercato sempre più orientato a soluzioni sostenibili? A dare uno sguardo a quanto proposto durante la Design Week di Milano sia tra gli stand al Salone del Mobile che nella moltitudine di eventi per il Fuorisalone, sparsi in molti quartieri della città (Brera, Tortona, Isola, Cinque Vie, Porta Venezia, Triennale) sembra proprio che la sostenibilità entrerà nelle nostre case. Un’improvvisa ossessione “verde” sta coinvolgendo designer, architetti, artisti, industriali ormai riconosciuti come fondamentali per il passaggio da un’economia lineare a una circolare.
“Materia Natura”: il tema del Fuorisalone
E forse non è un caso che per il Fuorisalone, il tema scelto quest’anno sia proprio “Materia Natura”, ossia la natura come fonte di ispirazione, materiale di progettazione e guida per il futuro. Evoluzione dei concetti affrontati nelle passate edizioni: “Forme dell’Abitare” e “Laboratorio Futuro”. A curare il dialogo attorno al tema è stato Nicola Ricciardi direttore creativo di MiArt che ha organizzato incontri e dibattiti. “É un forte richiamo alle questioni più urgenti e attuali del nostro presente e sottolinea l’importanza di promuovere progetti orientati verso soluzioni sempre più sostenibili e rispettose dell’ambiente – spiegano gli organizzatori del Fuorisalone – Allo stesso tempo, la parola ‘materia’ apre e alimenta un naturale dialogo con il design, il pensiero creativo, la progettazione e la propensione a immaginare infinite e possibili trasformazioni”.
Belli e sostenibiili
Il chè significa cambiare filosofia ancora prima della progettazione: mobili, lampade, elettrodomestici non si immaginano più solo per la loro funzionalità ed estetica, ma vanno disegnati in modo che possano essere anche riparabili, ricondizionabili, riutilizzabili, condivisibili e riciclabili. Una svolta. Dimentichiamo infatti gli oggetti polverosi e un po’ ordinari di un tempo, oggi il concetto di sostenibilità applicato al design non è solo una nozione intellettuale, ma azione concreta. Arredi e oggetti magari creati con materiali riciclati sono esteticamente piacevoli, oltre che eticamente sostenibili. Anche grazie all’aiuto della tecnologia. La lista di progetti presentati al Salone del Mobile e al Fuorisalone è lunga ed è impossibile anche non segnalare le installazioni proposte dagli architetti e creatori che invitano a riflettere sul rapporto con la Natura e sul grande tema della tutela dell’ambiente. Ne abbiamo selezionati alcuni.
Il Respiro dell’Aria (di Studio Azzurro). Un’opera d’arte urbana che richiama le atmosfere di Magritte e che rievoca la bellezza di un cielo terso attraversato da 13 nuvole avvolge il palazzo dell’Unipol fronte al Bosco Verticale illuminato. Il tema è la qualità dell’aria della città e l’importanza di tutelarla. Realizzata con tessuti leggeri e illuminata con luci a led il Respiro dell’Aria “è un invito a ripensare il nostro modo di vivere e di muoverci nelle città, un esempio concreto di come l’arte e il design possano essere utilizzati per sensibilizzare il pubblico su temi importanti come la tutela dell’ambiente”.
Transitions di Philippe Starck invitato a interpretare il tema Materia Natura nella Sala dei Pilastri al Castello Sforzesco invita ad un’esplorazione multisensoriale. I segni che l’acqua, emblema di vitalità, lascia sulla materia. A comporre il ritratto dell’acqua: linee spezzate, flussi tortuosi linee quasi evanescenti.
Under the Surface. Installazione progettata e realizzata da Accurat, Design Group Italia e Emiliano Ponzi per il Salone internazionale del Bagno. Il progetto è visitabile al Padiglione 10 del Salone. É un’isola sommersa che nasce con l’obiettivo di creare consapevolezza rispetto all’impatto ambientale sull’uso quotidiano dell’acqua. L’obiettivo è di far capire quanto i materiali, le tecnologie e il design possono aiutare ad un consumo più consapevole dell’acqua.
Gli studenti della Naba-Nuova accademia di belle arti con Amsa, società del Gruppo A2a, sono gli autori dell’installazione ‘I am what I throw away’ (fino al 28 aprile) nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano. Riprende il concetto di matrice in architettura con l’utilizzo di materiali di recupero per rendere visibili e comprensibili l’etica della circolarità dei processi e i risultati virtuosi della raccolta differenziata. Presenta, infatti, un’architettura composta da vari elementi che rappresentano il consumo annuo di prodotti da parte di un nucleo abitativo medio. Includono una seduta a doppio trono, che attraversa in altezza l’installazione rappresentativa dei contenitori di plastica, un tavolo in alluminio riciclato che rimanda invece alle lattine, pannelli in legno ricomposto, un banner di copertura in Pvc ricavato da striscioni di laurea degli studenti Naba e alcuni poster che restituiscono una mappa visiva per comunicare in chiave estetica il messaggio dell’importanza dell’economia circolare e della sostenibilità.
Da Lampo, hub principale di Isola Design si parla di sostenibilità. Da un lato la mostra Is One Life Enaugh? Guarda a nuovi materiali sostenibili provenienti dall’oceano dall’altro la collettiva Enhance (Design for Social Impact by DesignWanted). Persino l’allestimento è impatto zero: Fantolino ha fornito cartoni per uova riciclati come base per piedistalli mentre KIneco ha realizzato i piani con micello di funghi.
Giardino delle Idee nel Chiostro del Museo Diocesano. Duemila metri quadrati, appuntamenti, workshop, talk e proiezioni per la mostra/laboratorio sulla nuova creatività responsabile. Un grande spazio con progetti, start-up, soluzioni e provocazioni per raccogliere il meglio delle idee e delle azioni concrete per costruire un futuro più sostenibile.
Fucina Frammenti produce una lampada da tavolo che recupera gli scarti e li reintroduce nella filiera. Nick Geipel Charlotte Von Ravenstein presentano Powerplant, un sistema modulare progettato per generare elettricità per caricare dispositivi e fornire illuminazione negli ambienti urbani. Rehub che trasforma gli scarti di Murano in una pasta che può essere utilizzata per produrre un’ampia gamma di oggetti.
AmbessaPlay & Pentagram presenteranno il “Flaslight Kit”, un oggetto pensato per i bambini rifugiati. GreenDama: l’e-shop specializzato nei kokedama le capsule di muschio giapponesi per far vivere le piante con pochissima acqua.
Orange Fiber: tessuti creati dalle bucce d’arancia e Vaia la startup che non ha dimenticato la terribile tempesta che ha abbattuto migliaia di alberi sulle Dolomiti nel 2018 e con quel che è rimasto di quelle piante realizza speciali amplificatori naturali che non usano elettricità. Fino alle proposte di Capsula Mundi, che ha messo a punto una speciale urna biodegradabile, e del Museo della Merda, che trasforma le deiezioni delle mucche in svariate altre cose, dall’elettricità al vasellame. Per chi volesse approfondire tutti questi temi, c’è sia la Libreria della Natura, che lo spazio Cinemino dedicato alla sostenibilità, con cortometraggi, serie e documentari che parlano di isole scomparse, di boschi, di montagna.
Ops! disegnata dallo studio Archivolto, è una sedie prodotta in polipropilene riciclato e, per la prima volta, anche in materiale plastico riciclato post-consumo proveniente dal recupero di imballaggi alimentari come Tetra Pak.
Fondamentale anche il tema del riciclo. Una storia per tutte: durante la Seconda Guerra Mondiale, Emeco realizzava la sedia 1006 per la Marina Militare Americana, utilizzando alluminio riciclato. Settantacinque anni dopo, sono le bottiglie in plastica della Coca-Cola a dare luogo alla sedia 111 (numero delle bottiglie in plastica necessarie a realizzare una sedia) secondo il principio del up-cycling, ossia trasformare un rifiuto in qualcosa di maggior valore, ben più interessante di quello del recycling.