Mineralizzare la CO2, è questo il principale obiettivo di 44.01, la startup supportata da Sam Altman il papà di ChatGPT, che impiega una tecnologia innovativa in grado di utilizzare i pozzi naturali di carbonio in tutto l’Oman e negli Emirati Arabi Uniti per trasformare le emissioni di anidride carbonica in pietra, tenendole fuori dall’atmosfera (per sempre) con un processo interamente naturale. Si tratta di una soluzione altamente innovativa per la cattura del carbonio, che potrebbe giocare un ruolo cruciale nella lotta contro il riscaldamento globale.
La tecnologia sviluppata dall’azienda con sede in Oman inietta CO2 a un chilometro di profondità nel sottosuolo, dove reazioni chimiche con il peridotite, una roccia naturalmente fratturata, trasformano il gas in pietra attraverso un processo noto come “mineralizzazione del carbonio“. Questa tecnologia pionieristica cattura la CO2 in modo permanente, in meno di 12 mesi. Il processo è sicuro, scalabile e dura per sempre. I progetti di mineralizzazione possono essere realizzati rapidamente e in modo modulare, offrendo un’alternativa conveniente allo stoccaggio geologico convenzionale del carbonio.
La startup, oltre ad essere supportata dal gruppo di Altman, ha appena raccolto 37 milioni di dollari in un round di finanziamento guidato da Equinor Ventures e Shorooq Partners, con la partecipazione del Climate Pledge Fund di Amazon e di Breakthrough Energy Ventures per lo sviluppo della sua tecnologia, l’internazionalizzazione e la commercializzazione del prodotto su larga scala.
Trasformare la minaccia della CO2 in un’opportunità
Ridurre i livelli di anidride carbonica e di altre sostanze presenti nell’atmosfera attraverso il processo interamente naturale della mineralizzazione. E’ questo l’obiettivo della startup 44.01, fondata a Muscat (in Oman) a luglio 2020 da un gruppo di ambientalisti esperti, appassionati, motivati, e determinati a fare la differenza nella lotta contro il cambiamento climatico. Non solo, l’impresa innovativa è fortemente supportata da Sam Altman attraverso il suo fondo Apollo Projects.
L’Oman ospita la più grande formazione di peridotite al mondo e le rocce reattive come le peridotiti mineralizzano naturalmente la CO2, bloccandola per sempre e trasformandola in roccia. “Il team di 44.01 si è prefissato di rendere possibile il processo di mineralizzazione su larga scala e di proteggere il nostro Pianeta nel porre rimedio ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Talal Hasan, fondatore e CEO di 44.01. Questo metodo accelera un processo naturale che normalmente richiederebbe decenni, consentendo di immobilizzare la CO2 in pochi mesi. 44.01 punta a commercializzare la sua tecnologia climatica in Oman e negli Emirati Arabi Uniti, dove ha già condotto progetti pilota. Attualmente, la startup può immagazzinare circa 50-60 tonnellate di CO2 al giorno, con l’obiettivo di raggiungere le 100 tonnellate al giorno per ogni pozzo di trivellazione su scala commerciale.
44.01, inoltre, ha stretto una partnership con Climeworks e altre aziende specializzate nella cattura del carbonio. La startup sta realizzando dei pozzi di C02 da utilizzare in loco con un modello “plug and play”. Ciò significa che le aziende possono recarsi sul posto, collegarsi, utilizzare l’energia presente e usufruirne.
La mineralizzazione del carbonio
l processo di mineralizzazione della CO2 è ben noto tra i geologi e gli scienziati del clima. Una pietra naturale chiamata peridotite reagisce con il gas e l’acqua per produrre calcite, un altro minerale comune e innocuo. Nella pratica, questo si è verificato su scale enormi nel corso della storia, come testimoniato da grandi strisce di calcite che perforano i depositi di peridotite. La peridotite si trova normalmente a molte miglia sotto il livello del mare. Tuttavia c’è un’eccezione, sulla punta più orientale della penisola araba, in particolare sulla costa settentrionale dell’Oman, l’azione tettonica ha sollevato centinaia di miglia quadrate di materiale in superficie. Il processo di mineralizzazione del carbonio offre un vantaggio significativo rispetto ad altri metodi di cattura della CO2, come lo stoccaggio supercritico in rocce porose, eliminando praticamente tutti i rischi di fuoriuscita di CO2. Questo approccio innovativo potrebbe essere vitale per raggiungere l’obiettivo di emissioni “Net Zero”, che richiederà la rimozione e l’immagazzinamento di miliardi di tonnellate di CO2 entro la metà del secolo.
“La soluzione per salvare il Pianeta Terra non può arrivare solo dalle rinnovabili, ma anche da invenzioni tecnologiche e pionieristiche di questo tipo. Riteniamo che la mineralizzazione possa svolgere un ruolo significativo nella protezione e nella riparazione del nostro clima. Il nostro processo è come l’esplorazione del petrolio e del gas, ma al contrario. Invece di estrarre idrocarburi, li rimettiamo nel sottosuolo. Il che ci avvantaggia, perché possiamo utilizzare l’esperienza, le attrezzature e le infrastrutture già esistenti, offrendo nuove opportunità alle comunità di tutto il mondo che affrontano la transizione energetica”, ha precisato Talal Hasan, fondatore e CEO di 44.01.
Candidata al Premio XPRIZE Carbon Removal (di Elon Musk)
Dopo aver vinto nel 2022 l’Earthshot Prize per la categoria ” Fix our Climate “, la startup 44.01 a maggio di quest’anno è stata inserita tra le finaliste dei primi 20 progetti candidati al Premio XPRIZE Carbon Removal, un concorso finanziato da Elon Musk e dalla Musk Foundation con un premio di 100 milioni di dollari. Obiettivo? Affrontare la minaccia dei cambiamenti climatici e riequilibrare il ciclo del carbonio della Terra. Il concorso invita innovatori e team da qualsiasi parte del pianeta a creare soluzioni in grado di estrarre l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera o dagli oceani. E sequestrarla in modo duraturo e sostenibile.
Secondo il cronoprogramma, il progetto Hajar inizierà nel quarto trimestre del 2024 e sarà il più grande progetto realizzato fino ad oggi su larga scala. Il traguardo che si è prefissato il team di 44.01 è davvero ambizioso: mineralizzare un miliardo di tonnellate di C02 entro il 2030, che è l’equivalente della rimozione di tutte le rimozioni di CO2 prodotte da viaggi aerei passeggeri e merci a livello globale, facendo un passo cruciale verso la ricostruzione di un Pianeta più sano.