Sardegna, terra di trekking. Ora che la stagione balneare è terminata  il turismo slow ritorna ad essere padrone dei sentieri e delle mulattiere dell’isola dei cammini. Il più lungo, affascinante e impegnativo è il Cammino delle 100 Torri, che si snoda lungo otto vie affacciate sullo splendido mare sardo, toccando le spiagge più belle, tra macchia mediterranea e foreste selvagge. Per una breve e piacevole vacanza autunnale, non troppo faticosa e alla portata di tutti i camminatori, si può invece partire da Porto Torres, facilmente raggiungibile in traghetto o con i voli verso Alghero. La cittadina, spesso frettolosamente liquidata come porta d’accesso alla vacanza sull’isola, riserva piacevolissime sorprese.

Partendo dall’Antiquarium turritano e dalla vasta area archeologica dell’antica Turris Libisonis, la colonia, unica sarda, costituita esclusivamente da cittadini romani. Qui si ammirano  splendidi mosaici, vie pavimentate,  imponenti resti delle terme e, poco  lontano,  un Ponte Romano su sette arcate, lungo 135 metri. Una breve passeggiata nel centro città conduce alla Basilica di San Gavino, il  monumento romanico più grande della Sardegna. Eretta nell’XI secolo  presenta due absidi affrontate e conserva, nella cripta seicentesca, le reliquie dei martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario, decapitati a Turris Libisonis verso il 303 d.C. Ai tre martiri è anche legata la suggestiva chiesetta di Balai vicino, raggiungibile anche con la ciclopedonale che costeggia il mare. Costruita su una roccia a picco sul mare, conserva suggestivi ambienti ipogei che la tradizione vuole  abbiano accolto la prima sepoltura dei tre martiri. Poco lontano la chiesetta di Balai lontano o di Santu Bainzu Ischabizzaddu  dove, sempre secondo la tradizione, furono decapitati  Gavino, Proto e Gianuario.  Da Porto Torres e dalla vicina Stintino partono i traghetti che regolarmente collegano i due porti all’isola dell’Asinara che alla fine dell’Ottocento, dopo essere stata colonizzata da pescatori liguri, venne trasformata in lazzaretto, colonia penale agricola, campo di prigionia per i soldati austroungarici, per poi diventare, nella seconda metà del Novecento, carcere di massima sicurezza.

Asinara. Cala Oliva (Elisa Locci)
Asinara. Cala Oliva (Elisa Locci) 

Chiuse le strutture detentive l’isola è diventata un Parco Nazionale, con un piccolissima parte degli edifici recuperati a fine turistici, per ospitare l’ostello, la locanda e alcuni punti di ristoro. Visitarla tutta a piedi necessita di alcuni giorni, vista l’ampia superficie ( circa 51 kmq) e il perimetro costiero di ben 110 km.  Sbarcando a Cala d’Oliva, dove si può visitare una sezione del carcere e vedere la Casa Rossa sul mare dove  nell’agosto del 1985 i giudici Falcone e Borsellino si ritirarono con le famiglie per scrivere  l’istruttoria del maxi processo di Palermo contro la mafia, si può prendere il facile cammino panoramico che porta a una delle antiche torri costiere dell’isola e allo spettacolare faro di Punta Corno, costruito nel 1859 sulla punta più settentrionale dell’Asinara. Da qui si può ritornare a Cala Oliva oppure salire verso il semaforo per poi raggiungere il punto più alto dell’isola: i 408 metri di Punta della Scomunica, dove lo sguardo spazia a 360 gradi sul mare che la circonda. Chi desidera visitare più comodamente l’isola può noleggiare biciclette – anche a pedalata assistita – e auto elettriche, anche affidandosi ai diversi tour organizzati dalle guide autorizzate. L’isola è divisa in tre aree ( Fornelli, La Reale e Cala Oliva), tutte caratterizzate dalla presenza di vecchi edifici carcerari e dall’essere punto di partenza per escursioni di diverse difficoltà e lunghezza.

Lungo il cammino non è difficile emozionarsi in incontri ravvicinati con asinelli grigi e bianchi, mufloni, capre selvatiche, cavalli allo stato brado e cinghiali. Lasciata l’Asinara, se si ha altra tempo a disposizione, si può proseguire nella vacanza lungo i Cammini di Sardegna, magari scegliendo di scoprire il volto minerario dell’isola avventurandosi lungo il Cammino di Santa Barbara, che prende il nome dalla patrona dei minatori. Ma questo è un altro discorso, al quale dedicheremo un’altra puntata del nostro viaggio nella Sardegna terra di trekking, in tutte le stagioni.

Asinara, Punta Scorno
Asinara, Punta Scorno