Da giugno, salvo imprevisti, riaprirà l’aeroporto di Arbatax-Tortolì, il quarto in Sardegna, affacciato sul mare dell’Ogliastra. Fermo da oltre dieci anni, lo scalo tornerà in servizio, inizialmente solo per i piccoli velivoli dell’aviazione generale, aerei privati fino a dodici posti, e dal 2023 per i voli di linea. A dare il via libera definitivo dovrà essere l’Enac, Ente nazionale dell’aviazione civile, i cui tecnici, la settimana scorsa, hanno compiuto un sopralluogo sulla pista che ha portato a un esito positivo.
Già da quest’estate, quindi, raggiungere le baie da sogno dell’Ogliastra senza doversi sobbarcare circa due ore di auto dagli aeroporti di Cagliari e Olbia non sarà più un sogno proibito, anche se quest’anno solo per i turisti che possono permettersi aerotaxi, elicotteri e voli privati. Dall’anno prossimo potranno atterrare e partire dalla pista di Arbatax anche gli aerei di linea tra i settanta e i cento posti.
L’iter burocratico è stato avviato nel luglio 2021. I funzionari dell’Enac, dopo un primo sopralluogo sulla pista di Tortolì – nella frazione di Arbatax – avevano prescritto una serie di lavori e di adeguamenti per consentire all’aeroporto, chiuso dal 2011, di servire anche l’aviazione civile. A lavori ultimati, la nuova visita della settimana scorsa ha dato esito positivo: nessuna inosservanza delle prescrizioni raccomandate dall’Enac.
Ora si attende la relazione riepilogativa e il verdetto finale.
“L’Enac ci ha confermato che la pista, nonostante il decennio di chiusura, è sana”, dichiara all’AGI Rocco Meloni, vicepresidente del Consorzio industriale provinciale dell’Ogliastra, che controlla la società Aliarbatax, proprietaria della pista. “Ci sono stati richiesti solo alcuni piccoli lavori di adeguamento in fatto di sicurezza, ma entro sei-sette settimane dovrebbe arrivare il nulla osta per l’aviazione generale, in attesa di fare il salto, l’anno prossimo, verso i voli di linea”.
“Siamo il territorio che paga lo scotto più alto, in termini di distanza dall’aeroporto”, aggiunge Meloni. “Il turista che viene in Ogliastra lo fa perchè ama questi luoghi, in barba alla scomodità del trasporto”. (AGI)Nu3/Rob
La riapertura dello scalo si tradurrebbe in una dozzina di nuovi dipendenti diretti, con un indotto di centinaia di nuovi posti in tutta l’Ogliastra tra aziende di noleggio auto, potenziamento della ristorazione e delle strutture ricettive, servizi turistici.
“Quello del 2022 non è che il primo step propedeutico per la riapertura ai voli charter, che fino al 2011 l’aeroporto di Tortolì ha sempre ospitato”, ricorda all’AGI Marcello Ladu, amministratore delegato di Aliarbatax. “A questo proposito, abbiamo già diverse interlocuzioni in corso con operatori aerei che vogliono atterrare sulla nostra pista dal 2023, e stiamo collaborando per l’ottenimento della licenza commerciale. E oltre ai voli, stiamo già pianificando un bouquet di attività complementari, dalla scuola di volo alla pratica di sport estremi, come il lancio con il paracadute. Per quest’anno potrebbe trattarsi di singoli eventi, mentre dal 2023 saranno strutturali”.
I velivoli del peso massimo di 5.700 chili e fino a dodici passeggeri che l’aeroporto di Tortolì ospiterà a breve si associano inevitabilmente al turismo di lusso, cui punta per i prossimi anni la regione dell’Ogliastra, nota per il mare cristallino, per lo splendore del patrimonio naturalistico e per l’apprezzata enogastronomia.
“Avere a disposizione un aeroporto che possa servire l’aviazione generale è anche un modo per alzare l’asticella dell’offerta turistica”, prospetta Meloni. “Sappiamo di avere un patrimonio all’altezza per una categoria di turisti altospendenti e i nostri imprenditori del turismo sono pronti a questa sfida”.
Appena ha iniziato a diffondersi la notizia che l’aeroporto dovrebbe riaprire a breve siamo stati sommersi di richieste”, aggiunge Meloni, “tra cui anche quella di un arabo, che è venuto a incontrare gli amministratori e gli operatori economici per fare una ricognizione per il suo Cessna”.