La produzione mondiale di mobili ha un valore pari a oltre 500 miliardi di dollari ed è in continua crescita: raggiungerà i 650 milioni nel 2027. L’edilizia però è in generale responsabile del 40% delle emissioni globali, di cui il 10% è dovuto a ciò di cui circondiamo per vivere e oltre il 25% agli elettrodomestici. L’attenzione alla salubrità dell’arredamento è già partita qualche decennio fa, quando si è scoperto che solventi e vernici potevano dare problemi di salute. Formaldeide, benzene, tricloroetilene, ftalati, sono già entrati nel mirino e molti produttori hanno smesso si utilizzarli. Per realizzare i mobili sono necessarie però consistenti quantità di legno, plastica, metallo, cotone e altri materiali che hanno un elevato costo ambientale.
Il rapporto My Tool Shed ha calcolato l’impronta ecologica di alcuni oggetti e ha scoperto che in media un mobile genera 47 chili di anidride carbonica, ovvero come 200 litri di petrolio. I divani sono i peggiori con 90 chili di CO2, di cui schiume e imbottiture coprono il 40%, i tessuti corrispondono al 20 e il legno al 15. Una sedia produce in media 72 chili di CO2. Se dunque vogliamo ridurre il nostro impatto, è ora di intervenire anche in questo ambito, partendo prima di tutto dalle materie prime e poi dai processi produttivi, evitando l’usa e getta e preferendo ciò che resta bello per decenni. Un arredamento ecologico sarà basato soprattutto su materiali naturali, tessuti vegetali, avrà colori caldi e superfici non asettiche. I criteri generali che andrebbero adottati sono l’acquisto di materiali duraturi il più grezzi possibile, il riciclo, la provenienza locale, la produzione controllata e sostenibile e in particolare legno ottenuto da foreste che vengono rigenerate. Vanno evitate la pelle, le plastiche, a meno non si tratti di bioplastiche ottenute con polimeri organici, il finto legno realizzato con melammine e laminato, ma anche quello ottenuto con legno pressato, truciolato o compensato, trattato spesso con colle tossiche.
È importante anche controllare le certificazioni. ICILA è l’ente certificatore specifico per il comparto legno-arredo mentre il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione internazionale che promuove in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste. In Italia l’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale (ICEA), in collaborazione con l’Associazione Nazionale di Architettura Bioecologica (ANAB), hanno proposto uno Standard Mobile Ecologico. L’Ecolabel è invece l’etichetta europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale. Per i tessuti c’è il marchio Gots, Global organic text standard che indica una società ambientale e sociale. Infine PETA, People for the Ethical Treatment of Animals, certifica i prodotti vegan.
Cucina
La cucina ecologica, per essere definita tale, deve rispettare alcuni criteri: consumo minimo di materie prime, riciclabilità dei materiali, minima emissione di formaldeide, elettrodomestici a basso consumo energetico, quindi classe A o superiori. La piastra a induzione è preferibile al fornello a gas perché più efficiente, può essere alimentata con fonti rinnovabili ed è più sicura. Per i piani di lavoro è meglio optare per il legno massello, di origine europea, come quelli di Bulthaup o Aurora cucine. Ottima anche la pietra. Questa è un complemento che ha molte funzioni, dal piano cucina al tavolo, dal pavimento alle pareti. Indistruttibile, accostata ad altri materiali può dare diversi effetti, per esempio trattata con olio non si macchia ed è molto resistente a tagli e al calore. Anche il cartone riciclato è adatto alla realizzazione di arredi. Contrariamente a quanto si pensa, è un materiale molto resistente.
Per personalizzare al massimo gli elementi di arredo si può usare l’argilla, modellabile e utilizzabile con altre fibre come la canapa. Può essere usata per rivestire pareti e oggetti, ha effetti cromatici interessanti e migliora l’isolamento. Per quanto riguarda i metalli, acciaio e alluminio sono riciclabili. Importante è anche la scelta dei rubinetti che devono essere in grado di permettere un risparmio dell’acqua e fornire acqua calda istantanea, per risparmiare l’energia necessaria alla cottura su fornello, come quelli di Grohe.
Da bandire le varie plastiche dure, i legni con formaldeide, le vernici non ad acqua. La stanza dovrebbe essere illuminata il più possibile da luce naturale proveniente da grandi finestre. La cucina ideale è quella che dura una vita.
Camera da letto
I mobili e gli accessori della camera da letto devono essere realizzati in materiali naturali, riciclati e riciclabili. Il letto ideale è in legno, anche se di recupero, trattato con olio protettivo, meglio se realizzato a incastro, senza parti metalliche, come quelli di Casa Natura. La sua durata nel tempo è notevole e può essere mantenuto con poco sforzo. Il materiale va scelto in modo che sia locale, non esotico, perché la produzione può essere illegale o o sfruttata oltre i limiti biologici di accrescimento. Quindi meglio optare per noce, rovere, ciliegio, faggio, acero, castagno, adatti sia per poltrone, divani, sedie, sia per i pavimenti. Un buon materiale è anche il bambù, resistente, flessibile e a basso impatto. Il bambù infatti è una pianta con una crescita rapidissima, che ottimizza il rapporto tra produzione e sfruttamento delle risorse e adesso viene prodotto anche in Italia. Un sostituto del legno può provenire dalla canapa, che cresce 100 volte più veloce del legno ed è il 20% più resistente. Può essere usata per mobili e pavimenti, pannelli isolanti, muri, piani di lavoro. Si può anche evitare la classica struttura e preferire un futon orientale.
Il sughero, come quello di Sadenda, viene usato per scaffali, tavoli, lampade. Impermeabile e anallergico è estremamente resistente, isola acusticamente e termicamente ed è riciclabile al 100%. I materassi devono essere composti da fibre naturali, come lana, lattice naturale, cotone, fibra di cocco, fibra di soia, ma anche crine di cavallo, che sono molto più salutari. I tessuti naturali come cotone, lino, canapa, fibra di bambù sono i più indicati per i rivestimenti. Non possono mancare le piante: anche quando sono numerose non sono dannose, l’anidride carbonica che producono non toglie aria, in compenso le piante contribuiscono a purificarla. È importante anche scegliere una illuminazione a base di led, lampade molto più efficienti e a basso consumo.
Salotto
L’ambiente dedicato all’accoglienza può avere una parete importante, realizzata in pietra o in argilla, oppure rivestita con carta da parati. Ne sono disponibili vari tipi ecologici realizzati con fibre di cellulosa, esenti da pvc, colorate con inchiostri ecologici a base di acqua. Venuso lino ne fa una interamente compostabile a base di fibre di lino. Per avere un arredamento ecologico è importante anche scegliere le vernici, come le Solas, che devono essere atossiche e a base di acqua oppure di oli vegetali, come quello di arancio o di aleurites, o resine naturali, estratte ad esempio da pini e larici, che danno al prodotto finale ottime proprietà lavabili e un aspetto coprente. Servono per proteggere i mobili e i pavimenti e, per quanto riguarda il colore, contengono pigmenti naturali, a base di erbe e minerali. Quelle a base di calce sono naturalmente antimuffa e disinfettanti. Uno dei vantaggi è che permettono la traspirazione delle pareti e aiutano a mantenere l’equilibrio tra umidità che c’è dentro e fuori casa. Le vernici naturali non contengono solventi chimici né derivati dal petrolio e sono completamente biodegradabili.
Particolare attenzione va fatta nella scelta del divano, uno dei mobili a più alta impronta ecologica. In generale meglio evitare quelli fabbricati con materiali sintetici, come Sofable. Meglio optare per legno, metallo e tessuto naturale, che hanno anche una durata molto maggiore. I tappeti devono essere in fibre naturali come lana, cocco, rattan, cotone. Per le imbottiture dei cuscini e delle poltrone si possono scegliere cotone, fiocchi di polpa di bambù fiori di lavanda, paglia di farro e grano saraceno, che hanno anche un’azione distensiva su ossa e muscoli. Poiché in questo ambiente si soggiorna a lungo è importante che le finestre siano ad alta efficienza, con doppio o triplo vetro, e ad alto isolamento termico.
Ufficio
Nello spazio di lavoro uno dei consumi più alti di energia proviene dal riscaldamento e dall’aria condizionata. Se si vuole risparmiare è necessario dunque adottare delle misure alternative. Porte e finestre che isolano dall’esterno sono fondamentali, così come tende esterne oscuranti per l’estate. L’accettazione di un abbigliamento più informale permette di sopportare temperature superiori. Un sistema di ventilazione naturale fa circolare meglio sia l’aria calda che quella più fresca. Anche in questo ambito è meglio sfruttare il più possibile la luce naturale e per quella artificiale optare per le lampade led. I tavoli di lavoro in materiali come legno, come quelli di Woodeverdesign o cartone, come quelli di Nardi o provenienti da riciclo sono da preferire rispetto a quelli standard in legno melaminico.
È importante anche fare attenzione nella scelta di nuovi apparecchi elettrici come stampanti i computer e massimizzare l’efficienza energetica. I dispenser per l’acqua permettono un risparmio della plastica e l’uso di bottiglie riutilizzabili andrebbe incentivato. Bidoni per la raccolta differenziata dei rifiuti dovrebbero essere accessibili a tutti. La pulizia dovrebbe essere fatta con saponi non chimici e con panni di microfibra, non di carta. Infine va considerato che la presenza di colori caldi e di piante armonizza l’ambiente e aumenta la produttività.