“Science Made America Great”: è stata la scienza far grande l’America. I ricercatori Usa scendono in piazza e rispondono così al “Make America Great Again” di Trump, che si sta traducendo, tra le altre cose, in durissimi tagli a laboratori, enti e università pubbliche. L’Amministrazione Trump si è concentrata su tre aree principali: tagliare i dipendenti federali, tagliare i budget e invertire gli sforzi per espandere la diversità nella scienza.

Una inversione di tendenza descritta alla perfezione in una analisi della più prestigiosa tra le riviste scientifiche, Nature: “Sulla scia della seconda guerra mondiale, i leader degli Stati Uniti hanno adottato la visione secondo cui il progresso scientifico è una ‘chiave essenziale per la nostra sicurezza come nazione, per una salute migliore, per più posti di lavoro, per uno standard di vita più elevato e per il nostro progresso culturale’. E per i successivi otto decenni, i funzionari governativi di entrambi i lati dello schieramento politico hanno concordato di investire nella scienza statunitense. A solo un mese dall’inizio della seconda amministrazione del presidente repubblicano Donald Trump, gli scienziati temono che quel consenso di lunga data si stia disintegrando”. Se la supremazia militare ed economica degli Usa si basano sui grandi investimenti pubblici in ricerca e sviluppo dei decenni passata (si pensi solo al Programma Apollo per la conquista della Luna), i tagli della Amministrazione Trump potrebbero nel medio-lungo termine indebolire la leadership americana, a favore di una Cina che da anni tenta il sorpasso in fatto di innovazione.

Ma l’attacco di The Donald (e del suo braccio destro, il “Doge” Elon Musk) alla scienza pubblica sta già avendo conseguenza concrete. Venerdì scorso il National Weather Service (il servizio meteorologico nazionale) ha comunicato che sospenderà a tempo indeterminato i lanci dei palloni meteorologici a Kotzebue, in Alaska, a causa della carenza di personale in seguito alla recente attività del Dipartimento per l’efficienza del governo (Doge), guidato da Musk. Quei palloni raccolgono dati che i satelliti non riescono a “vedere” a causa delle nuvole e che sono fondamentali per fare accurate previsioni del tempo sugli Stati Uniti.

“Immaginate di andare a letto senza sapere se un tornado sta arrivando nella vostra direzione” spiega il meteorologo Matthew Cappucci al Public Broadcasting Service. “Vi affidate agli avvisi del National Weather Service. Ma ora immaginate che quell’ufficio sia a corto di personale: potrebbero non avere abbastanza persone che guardano abbastanza cose. Improvvisamente la qualità degli avvisi è degradata. In alcuni casi le implicazioni nella vita reale potrebbero essere molto gravi”.

Ma in cosa consistono i tagli alla scienza voluti dalla coppia Trump-Musk? Nel caso delle scienze climatiche e atmoferiche, sono stati già licenziati centinaia di dipendenti della Noaa, la National Oceanic and Atmospheric Administration, tra cui persone che lavoravano al National Weather Service, che rappresenta la spina dorsale di tutte le previsioni meteo negli Stati Uniti. Si stima che il Weather Service costi ai contribuenti americani circa 1,3-1,4 miliardi di dollari, ma dà un ritorno sull’investimento di oltre 50 volte, visto quanto l’economia è sempre più legata alle previsioni del tempo.

La mannaia di Trump si è abbattuta su tutte le agenzie governative, non solo su quelle che si occupano di scienza. Ma agenzie scientifiche come il National Institutes of Health (NIH) e la National Science Foundation (NSF), due dei principali finanziatori della scienza accademica statunitense, hanno già dovuto sopportare licenziamenti considerevoli. Nelle ultime due settimane, le agenzie hanno licenziato migliaia di dipendenti “in prova”, che erano stati appena assunti o erano stati trasferiti di recente in nuove posizioni, sebbene un giudice federale abbia stabilito che alcuni di questi licenziamenti siano illegali.

La NSF, in particolare, è nel mirino di Russell Vought, direttore dell’Office of Management and Budget (OMB) della Casa Bianca. Già nel 2023 Vought propose di ridurre il bilancio dell’agenzia di oltre la metà, da circa 9 miliardi di dollari a meno di 4 miliardi. Ora le è richiesto un taglio del 50% del personale, da 1600 a 800 dipendenti. Un giro di vite che potrebbe mettere a rischio la stessa esistenza di una agenzia che ogni anno eroga 8,5 miliardi di dollari in sovvenzioni per la ricerca. La stessa brutalità è stata già sperimentata agli NIH.

“Non riesco nemmeno a spiegare quanto siano casuali e crudeli i licenziamenti”, racconta a Nature un ricercatore che ha perso membri del suo laboratorio a causa dei tagli di posti di lavoro e ha chiesto l’anonimato. “Hanno preso alcune delle persone migliori e più brillanti che erano appena entrate e le hanno licenziate”.

Usa, Musk: “Senza tagli l’America andrà in bancarotta”

Ma qual è la strategia di Trump? Ed è possibile che persino Elon Musk, l’uomo che vuole andare su Marte e che si è arricchito con le auto elettriche più sofisticate del mercato, sottovaluti l’importanza fondamentale della ricerca scientifica per una grande potenza? “La mia impressione che gli Usa di Trump vogliano ridurre la spesa in ricerca e sviluppo nei laboratori pubblici per aumentare quella a beneficio delle imprese private”, risponde Daniele Archibugi, esperto di economia dell’innovazione al Consiglio nazionale delle ricerche. “Questo spiegherebbe anche perché i rappresentanti delle Big Tech siano accorsi a genuflettersi nella cerimonia di insediamento di Trump. Per quanto riguarda la direzione della spesa, si tratta di vedere se il presidente Usa ridurrà l’impegno nella ricerca e sviluppo militare per aumentare quella più direttamente legata alle tecnologie commerciali”.