Sono cambiate tante cose per le ragazze e i ragazzi del clima, ma non la volontà di ribadire l’importanza di agire. Dal Covid in poi i movimenti dell’onda verde, come Fridays For Future, hanno fatto sempre più fatica a ritornare nelle piazze con la stessa spinta del 2019, ma in tempi in cui la crisi climatica è sempre più evidente il loro intento non è mai mutato.

Per questo l’11 ottobre i cortei e le manifestazioni di Fridays For Future torneranno di nuovo a popolare le città italiane, con una narrativa chiara: “Non è troppo tardi, il cambiamento è possibile”, un appello all’unione per la giustizia sociale e climatica.

Tanti eventi concentrati nelle principali città

In un momento storico scandito da guerre, aumento del carovita, crescita delle temperature medie, ma anche eventi chiave come le elezioni americane o la Cop29 in partenza a Baku -gli attivisti vogliono ribadire l’importanza di cambiare rotta.

“L’attuale scenario porta le persone a pensare che sia troppo tardi per fare qualcosa e spesso crea un senso di impotenza. Per questo Fridays For Future Italia lancia un appello, possiamo ancora cambiare la rotta e contenere l’aumento della temperatura media globale a +1.5°, quello che manca è il coraggio e la volontà politica di mettere in atto strategie a lungo termine per la difesa dei territori e delle persone” ha spiegato Antonio Iodice dei Fridays.

Editoriale

I nuovi negazionismi climatici

di  Riccardo Luna

Come scrivono i giovani dell’onda verde, il nuovo sciopero per il clima sarà ricordato come “la comunità scientifica globale si è espressa all’unanimità: i cambiamenti climatici attuali sono causati dalle attività umane; in particolare i cambiamenti che stiamo vivendo sono più rapidi di quello che si è visto in tutte le ere precedenti, e la causa diretta è il nostro modello economico e la distruzione dell’ambiente necessaria per la sua sopravvivenza. Difendere il clima significa difendere la vita delle persone”.

I temi politici accanto a quelli ambientali

Ci sarà anche, precisano i ragazzi, un momento per ragionare su quanto sta accadendo in Palestina. “Ci schieriamo fermamente al fianco della resistenza del popolo palestinese, pretendiamo che la Palestina sia liberata da chi agisce per colonizzarla e sfruttarne le risorse naturali attraverso progetti fossili come il piano Mattei” ha detto ad esempio Anna Postorino dei Fridays, mentre l’attivista Emanuele Genovese ricorda l’importanza a suo dire di “impedire che gli errori degli stati e di alcune aziende vengano pagati dalle persone nelle zone più vulnerabili come chi vive nei paesi del sud del mondo e nelle zone di sacrificio in tutti i paesi, a cui si aggiungono ormai le sempre più frequenti zone alluvionate”.

Tanti i temi politici che verranno toccati durante le manifestazioni, fra i quali “il no alla proposta di autonomia differenziata” e in generale verrà ribadita la convinzione che “la mobilitazione di massa capace di costruire comunità dietro a rivendicazioni di interesse collettivo è l’unica strada per ottenere un miglioramento delle nostre vite e per salvarci dalla distruzione” aggiunge Marzio Chirico dell’onda verde.

Le manifestazioni

Queste le piazze principali dove si terranno gli eventi e i cortei dell’11 ottobre, la cui lista viene aggiornata costantemente sul sito: a Firenze alle 11 è previsto un flash mob, poi presidi a Imperia, Lecce, Milano, Pavia, Roma, Siena (il 12 ottobre), Vicenza e un grande corteo a Torino che partirà alle 9.30 da piazza Statuto.

Alla manifestazione torinese aderiscono anche tante sigle, come i sindacati CGIL, Cisl, Uil, i Si Cobas, XR, Greenpeace, l’Arci, collettivi studenteschi e universitari e Acmos. Un corteo che, dicono gli attivisti, potrebbe passare anche sotto il Comune nel tentativo di far sentire le istanze dei giovani ai palazzi del potere.