Le piantagioni di cacao non forniscono solo il prezioso cioccolato, hanno infatti anche un effetto benefico sull’ambiente. È una situazione che ha solo vantaggi, per le piante coltivate, per gli animali, per la foresta, per i contadini. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Göttingen ha scoperto che in Perù il cacao, fatto crescere all’ombra degli alberi, garantisce una maggiore protezione della foresta tropicale e favorisce la presenza di uccelli e pipistrelli, i principali predatori di insetti patogeni.
La ricerca è stata condotta in 12 piccole fattorie nei dintorni di Piura, nella zona nord occidentale del Perù e in queste aree è stata verificata una ricchezza di specie e una maggiore abbondanza delle popolazioni. È stato notato che gli uccelli insettivori aumentavano nella stagione secca, non in quella piovosa, a dimostrazione del fatto che le coltivazioni fornivano un supporto alimentare in periodi di scarsità. Erano insomma un prezioso punto di ristoro quando nella foresta selvatica adiacente non trovavano più molto. I pipistrelli invece frequentavano il cacao in ogni stagione e, poiché si nutrono di organismi che parassitano il cacao, svolgevano un importante ruolo di protezione.
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Il cacao cresce bene in zone molto umide e calde, con temperatura tra i 18 e i 32 °C. La zona equatoriale è la più adatta e infatti le piantagioni sono diffuse in tutte le zone tropicali del mondo, dall’Indonesia al Sud America. La maggior produzione mondiale però arriva dall’Africa e in particolare da Nigeria, Cameroon, Costa d’Avorio, Ghana. Poiché non sopporta la luce diretta del Sole, nei decenni passati è stato fatto crescere vicino a piante come banani, limoni, alberi da legno.
Recentemente si sta diffondendo la coltivazione all’ombra delle foreste tropicali, ovvero quella originaria. Di solito gli appezzamenti di foresta sono piccoli, al massimo un ettaro e mezzo, nei quali vengono distribuite circa mille piante che producono fino a 450 kg di fave all’anno.
La creazione di un sano sistema agroforestale e la protezione della biodiversità non sono gli unici vantaggi. Uno studio internazionale ha dimostrato infatti che nelle piantagioni di Sulawesi, Indonesia, il loro lavoro da pestidicida biologico mette in salvo il 31% del raccolto, un effetto che corrisponde a un guadagno di 520 dollari per ettaro. Lo hanno potuto scoprire coprendo il cacao con delle reti, ed escludendo la presenza di uccelli e pipistrelli per il periodo di controllo.
Il cacao insomma produce un alto valore ecosistemico. Fornisce un ambiente di supporto alla foresta vera e propria, proteggendo in particolare la fauna. Ci vogliono circa 5 anni perché la pianta cominci a dare frutti e continua poi per circa 30 anni. Proprio questi tempi lunghi permettono di vedere questa attività come una alternativa ecologica, oltre che redditizia, che permette la riforestazione e ha il potenziale di sostituirsi all’allevamento di bestiame o alla coltivazione di soia, che producono esattamente l’effetto opposto.