Se il Pianeta “frigge” a causa della crisi climatica, persino le famose patatine ne risentono. Una serie di fattori, tra cui gli effetti del riscaldamento globale che amplifica i fenomeni meteo rendendoli più intensi, cui si aggiungono le restrizioni commerciali legate alla pandemia, stanno portando ad una carenza di patatine fritte in alcuni fast food. In Giappone McDonald’s sta avendo difficoltà ad avere le patate da poter friggere, talmente tanto che fino al 30 dicembre ha deciso che venderà nei vari tremila centri disseminati per il Paese soltanto porzioni piccole.


La maggior parte delle patate che vengono utilizzate per le note french fries arrivano nei fast food via nave, in gran parte da porti come quello di Vancouver. Ma il Canada, colpito duramente dalle ondate di calore nei mesi estivi, nelle ultime settimane è stato nuovamente devastato dagli effetti del clima: pesanti inondazioni hanno portato a vittime nell’area della British Columbia e a diverse interruzioni dei servizi nel Paese. A causa delle tempeste, che si sommano alle limitazioni legate al Covid-19, buona parte delle navi ha subito danni e ritardi, a tal punto da non poter effettuare le spedizioni.

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Di conseguenza, spiega una nota dell’azienda, “McDonald’s Giappone limiterà temporaneamente le vendite di patatine fritte di medie e grandi dimensioni come misura proattiva per garantire che i clienti possano continuare a gustare le patatine fritte in futuro” e per i consumatori almeno fino a fine anno resteranno a disposizione solo le porzioni piccole. È la prima volta dall’avvio della nota catena in Giappone che si è costretti a una misura di questo tipo, mentre si sono già verificate carenze nella disponibilità di frullati, bevande e vari alimenti, a causa di restrizioni commerciali, eventi climatici e scioperi.


Una restrizione, quella a cui è costretta il Giappone, che arriva fra l’altro nel periodo più intenso di fine anno, quello delle vacanze natalizie, dove nel giorno di Natale molti cittadini festeggiano proprio all’interno dei fast food. Oltre alle limitazioni legate alla pandemia, il mercato delle patate utilizzate per le famose fries ha già dato negli ultimi mesi segnali di sofferenza, ad esempio per la varietà Russet Burbank, coltivata in Nord America e utilizzata per le patatine dei fast food.

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In particolare, la crisi climatica ha contribuito al cambiamento nello scioglimento delle nevi, più rapido del passato, le cui riserve idriche vengono solitamente utilizzate per coltivare i tuberi dagli agricoltori in Idaho, solo per fare un esempio. Senza le giuste condizioni, con meno acqua e con difficoltà a mantenere il giusto apporto di amido – dato che temperature più calde accelerano la conversione in zucchero – la famosa varietà prediletta per le patatine di McDonald’s è a rischio.

 

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E non può andare meglio se, come ricorda in uno studio Richard Novy dell’USDA Agricultural Research Service in Idaho, dalla metà del XX secolo la quantità di neve in cima alle montagne, necessaria per le coltivazioni, è diminuita tra il 15% e il 30%, cifre che potrebbero compromettere nel tempo la crescita delle famose patate tanto ambite per una frittura perfetta.