Viaggio gratis senza alzare il pollice”. È il titolo, ironico ma reale, di una curiosa e interessante ricerca da poco pubblicata su Ecological Entomology e che vede come protagoniste le “formiche autostoppiste”. Già, perché per comprendere come fanno alcune specie invasive ad arrivare da un posto all’altro, con successive implicazioni sugli ecosistemi, bisogna partire proprio da lì: dall’autostop. Sappiamo bene come nel mondo globalizzato centinaia di specie aliene, dall’acqua di zavorra delle navi che attraversano il canale di Suez fino alle stive degli aerei, siano oggi in grado spesso con la complicità delle azioni umane di spostarsi per migliaia di chilometri. Le formiche non sono da meno: anzi, sono perfino in grado di radunare l’intera famiglia, scegliere un veicolo e “saltarci” sopra. Questi insetti estremamente sociali si raggruppano, regina compresa, e poi sfruttano l’idea di utilizzare le automobili per spostarsi in cerca di una una nuova area dove stabilire il nido.
Longform
L’invasione della formica di fuoco, e l’Italia che fa?
di Natalie Sauer, coordinamento multimediale: Cristina Nadotti Gaia Scorza Barcellona
Il comportamento di varie specie di formiche che si spostavano per esempio su mezzi agricoli era già stato osservato in precedenza. Ora Scotty Yang, professore del dipartimento di Entomologia del Virginia Tech, ha spostato l’attenzione sui veicoli comuni che percorrono strade e autostrade, in particolare nell’area di Taiwan. Per un periodo di sei anni (dal 2017 al 2023) ha osservato e studiato, soprattutto grazie a segnalazioni di cittadini e di citizen scientist, come le formiche riuscivano a fare l’autostop. Da parte dei cittadini, spesso anche via social, sono stati segnalati in totale 52 casi di gruppi di formiche impegnati a ottenere un passaggio: almeno tre i casi con regine, otto quelli con covata, e in totale sono nove le specie di formiche interessate. Di queste, sette sono considerate esotiche o invasive. Spesso, ricordano i ricercatori, ad essere coinvolta era la formica nera del cacao (Dolichoderus thoracicus). La durata del parcheggio delle auto su cui le formiche sono salite poteva variare, a seconda dei casi, da poche ore a oltre un mese, anche se la maggior parte degli “autostop” è avvenuto su macchine parcheggiate per meno di un giorno. Inoltre, fanno sapere gli entomologi, questo tipo di fenomeno è più probabile nelle stagioni calde rispetto a quelle fredde.
Gli esperti spiegano che studiare l’autostop delle formiche può essere utile a capire come gli organismi si disperdono sulla lunga distanza e come possono avere maggiori probabilità di invasioni biologiche riuscite. Yang, in base ai dati raccolti, ha poi spiegato come per fare l’autostop le formiche hanno bisogno essenzialmente di tre fattori per avere successo: devono essere in grado di arrampicarsi sulla superficie del veicolo, devono mostrare comportamenti di colonizzazione e infine devono poter resistere alla temperatura della parte del mezzo in cui intendono piazzarsi (dal cofano sino all’interno). La scelta di salire a bordo spesso è determinata dal sovraffollamento della colonia e la necessità di spostarsi per trovare una casa più grande, un comportamento più frequente per le specie invasive. Comportamento che potrebbe guidare grandi spostamenti in aree, come gli Stati Uniti, dove è forte la presenza di specie invasive: per questo, dicono dal team di Yang, dopo Taiwan il lavoro dei ricercatori potrebbe concentrarsi proprio negli States, dove i citizen scientist sono già invitati a inviare segnalazioni di formiche con il vizio dell’autostop.