Trasporti pubblici accessibili a tutti in termini tariffari, con agevolazioni per le categorie in condizione di disagio; espansione delle reti di autobus e treni, ben oltre la ramificazione attuale; maggiore sicurezza per chi si muove a piedi o in bici, affinché non venga frenato dall’adottare abitudini benefiche anche per la sua salute; restrizioni per i Suv e i voli a corto raggio, anche sotto forma aggravi economici per chi li utilizza; ripensamento delle reti di trasporti locali per disincentivare l’utilizzo delle auto private; infine introduzione di misure orientate all’equità sociale che ad esempio disincentivino l’utilizzo dei jet privati. Sono i sei ingredienti necessari per una reale promozione della mobilità sostenibile secondo uno studio realizzato da Greenpeace.

Cambio di paradigma

“Implementando queste raccomandazioni per trasporti accessibili, convenienti, sicuri, rispettosi del clima, connessi e socialmente giusti, possiamo creare sistemi di trasporto più verdi ed equi per tutti”, spiega lo studio realizzato dall’associazione ambientalista. Secondo la quale, questi ingredienti non solo dovrebbero combinarsi per creare una mobilità migliore, più pulita e più libertà per tutti, ma potrebbero anche aprire la strada a un cambiamento trasformativo nel modo in cui strutturiamo le nostre giornate.

Passi in avanti in tema di mobilità condivisa

Restando in tema di riduzione delle emissioni inquinanti legate ai trasporti, merita una menzione l’instant survey di Areté, che analizza la propensione degli italiani che vivono nelle città di Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna a servirsi delle forme di mobilità condivisa, anche attraverso veicoli non inquinanti come quelli elettrici. Emerge che nove su dieci conoscono il car sharing e sei su dici sono pronto ad abbandonare in futuro la proprietà dell’auto. Mentre lo scenario cambia leggermente spostando il focus sul car pooling: il 48% degli intervistati dice di conoscerlo e il 38% di questi lo ha anche usato almeno una volta.

L’88% del campione intervistato possiede una vettura, acquistata in un’unica soluzione (50% dei casi) o tramite finanziamento (38%). Alla domanda “quale strumento di trasporto utilizzi per muoverti abitualmente in città?” otto su dieci, equamente suddivisi, rispondono a bordo di un’auto privata e sui mezzi pubblici. Il 10% si serve di moto o scooter.

Andando ad analizzare i dati relativi alle singole realtà metropolitane, Milano risulta essere la città in cui l’utilizzo dei mezzi pubblici (ad essi si affida il 55% dei rispondenti vs il 25% di coloro che usano le quattro ruote) è più elevato.

A Roma, complice una rete di trasporti meno efficiente, le preferenze per l’utilizzo di bus e metro per gli spostamenti urbani quotidiani scendono al 34% e l’uso dell’auto viene preferito dal 47% del campione. Se a Firenze e Bologna le percentuali di utilizzo di auto e mezzi pubblici sono pressoché appaiate, a Torino la mobilità privata prevale decisamente su quella pubblica: 51% contro 34%.

Dunque, nonostante i passi in avanti in tempi recenti, nelle principali città italiane la mobilità privata su quella pubblica (con alcune eccezioni) anche a causa di inefficienze su quest’ultimo fronte.