Secondo giorno di sciopero della fame e sit-in davanti ai cancelli del ministero della Transizione Ecologica per gli attivisti di Extinction Rebellion (Xr). Mercoledì mattina i cinque esponenti Laura, Beatrice, Callune, Jacopo e Peter, insieme ad altre due persone, sono riusciti a raggiungere l’ingresso del Mite, mentre il resto del gruppo è stato bloccato e identificato prima di poterlo raggiungere. Gli attivisti sono poi stati sgomberati e portati via a forza al comando dei carabinieri in Viale Asia. Stessa sorte dei 14 manifestanti di martedì, portati in caserma e denunciati per manifestazione non comunicata e violazione dei fogli di via.
“Siamo in 5 – racconta l’attivista Laura – ad aver fatto questa scelta radicale con il sostegno di altre persone venute a unirsi al sit-in nonviolento. Invitiamo tutta la cittadinanza a unirsi a noi: abbiamo bisogno di essere in 50, in 100 per effettuare la giusta pressione politica rispetto all’inadeguatezza dei provvedimenti portati avanti dal ministero della Transizione Ecologica. Ieri il ministro Cingolani ha dichiarato che è stata una giornata epocale per via dell’inserimento in Costituzione della tutela della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali. È l’ennesima pennellata di verde: i fatti ci raccontano un’altra realtà, immobile, statica, invischiata in logiche di potere che non fanno procedere spediti verso soluzioni rapide e radicali per arginare lo stravolgimento del sistema sociale e eco-climatico. Noi siamo stanchi, siamo terrorizzati, e con i nostri corpi continueremo a ricordare che abbiamo bisogno di fatti e non di parole”.
Nella giornata di martedì il ministero avrebbe aperto alla possibilità di incontrare gli attivisti, a patto che chiedessero scusa per i danni procurati durante le incursioni dell’1 e del 2 febbraio quando hanno imbrattato la facciata e alcune pareti all’interno con della vernice rossa. Condizione rifiutata dal gruppo: “Noi non chiediamo scusa, qui siamo di fronte a una catastrofe a cui nessuno bada. Con questo sciopero della fame siamo pronti a mettere a rischio la nostra vita per salvare quella di chi già sta soffrendo oggi per i cambiamenti climatici in corso e che soffriranno sempre di più”.
“Gli attivisti continueranno lo sciopero della fame anche dal commissariato”, ha annunciato mentre veniva caricata in una macchina dei carabinieri Laura, attivista che nonostante una serie di patologie croniche con cui convive ha deciso di aderire allo sciopero. Il gruppo ha ricordato la sua richiesta di istituire un organo di partecipazione attiva come le Assemblee Cittadine deliberative sulle politiche necessarie alla Transizione Ecologica e rinnovato l’appello ai medici di Roma per controllare i parametri vitali di tutti gli scioperanti e avere un contatto immediato in caso di malessere.