Montagne lussureggianti a perdita d’occhio, una fauna e una flora unici al mondo, il tutto circondato da un mare turchese dove abbondano i delfini. Socotra, arcipelago yemenita di 4 isole, per un’estensione totale di poco inferiore ai 4mila km quadrati e 50 mila abitanti, perlopiù pescatori, gli uni e gli altri in gran parte coperti dall’isola principale che dà il nome al tutto è l’eden che non ti aspetti. Quello sconosciuto e in gran parte inesplorato, anche per il perenne conflitto che affligge lo stato cui appartiene, ma che in gran parte risparmia gli isolotti, che potrebbe diventare una delle mete-sorpresa quando il turismo internazionale ripartirà.
Separato dal Corno d’Africa e dalla Somalia a occidente dal Canale di Guardafui – le isole minori sono a poche decine di miglia dall’Africa – circondato a Sud, est e Nord dal Mar d’Arabia e a Nord-Ovest dalla parte terminale del Golfo di Aden, i mari che lo separano dallo Yemen, l’arcipelago è entrato nelle mappe del turismo internazionale – seppur principalmente di provenienza araba, da quegli Emirati che sono l’unico paese ricco e stabile nell’area limitrofa e allo stesso tempo in buoni rapporti di vicinato con le autorità locali.
Socotra, l’arcipelago yemenita “segreto”. Ancora tutto da scoprire
“Fortunatamente, le isole non sono mai entrate nella dinamica di guerra dello Yemen continentale”, hanno raccontato all’agenzia di stampa France Presse i titolari di Welcome to Socotra, un’agenzia di viaggio locale, rimarcando l’assenza di tensione e di combattimenti nell’arcipelago, che dispone di diversi piccoli alberghi in grado di accogliere i turisti. Fermati per un certo periodo, come in molte aree isolane del pianeta, i voli commerciali sono stati ripistinati di recente. “Sono dei charter che utilizzano velivoli di AirArabia – compagnia che ha sede a Charjah, negli Emirati Arabi Uniti – spiega l’operatore turistico – C’è solo un collegamento settimanale da Abu Dhabi a Socotra, al lunedì”, aggiungono dall’agenzia, assicurando di ricevere centinaia di richieste.
Nonostante i problemi da cui è afflitto, lo Yemen sta provando a sviluppare l’arcipelago, trasformandolo in meta turistica a tutti gli effetti, ma in una direzione capace di attirare un pubblico sensibile ai temi dell’ambiente. D’altra parte, instabilità esclusa, Socotra ha molte frecce al suo arco. Rifugio secolare di piante e alberi inconsueti, ne ospita – secondo l’Unesco – 825, un terzo delle quali in esclusiva. Non a caso, l’agenzia delle Nazioni Unite ha iscritto l’arcipelago, dal 2008 “per il suo carattere eccezionale e per la sua grande varietà di piante”, di cui l’iconico albero del drago di Socotra (dracacena cinnabari, che vediamo in alcune foto) e per il suo “tasso di endemismo”, unità di misura della sua stessa biodiversità anche per quanto concerne la fauna. Secondo l’Unesco, infatti, il 90 per cento delle specie di rettili e il 95 per cento delle lumache terrestri di Socotra non si trovano in nessun altro angolo del pianeta. Le isole ospitano anche dozzine di specie di uccelli, centinaia di varietà di pesce nonché barriera corallina. Una varietà di flora e fauna che – come recita l’Unesco – è valsa a Socotra l’appellativo di Galapagos dell’Oceano Indiano.