Il Comitato di salvaguardia del Trenino Verde della Sardegna ha promosso stamane a Cagliari, davanti all’assessorato regionale dei Trasporti, un sit-in di protesta per chiedere un incontro con l’assessore Antonio Moro.

Fra i circa trenta manifestanti, oltre al coordinatore del Comitato, Paolo Pisu, c’erano anche i consiglieri regionali delle opposizioni, Eugenio Lai (alleanza rosso verde), Michele Ciusa (M5S), Giuseppe Meloni (Pd) e Salvatore Corrias (Pd) e alcuni amministratori locali dei comuni interessati al percorso delle tratte della rete ferroviaria storica e turistica della Sardegna, la più grande d’Europa fra quelle a scartamento ridotto.

“Vogliamo sensibilizzare l’assessore regionale dei Trasporti, la Giunta, il presidente della Regione, l’intero Consiglio regionale e tutti coloro che hanno titolo a intervenire, come l’Art, sul tema del Trenino Verde. Vogliamo un progetto generale di valorizzazione del trenino verde della Sardegna”, ha sottolineato Pisu, “che possa dimostrare che davvero c’è una scelta politica di fondo. Questo progetto si può realizzare con un piano pluriennale di cinque o dieci anni”.

Per Pisu la stima dei costi per realizzare il progetto è di circa 250 milioni di euro: “Sono risorse”, precisa l’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Laconi, “che possono essere recuperate dai fondi comunitari, dai fondi statali e dai fondi regionali, per esempio. Lo scorso anno, l’allora ministro Franceschini ha stanziato 62 milioni da fondi Pnrr per il trenino verde della Sardegna, affidandoli alle ferrovie italiane Rfi che poi dovrà cooperare con Arste con la Regione”.

Il coordinatore del Comitato ricorda che “stiamo parlando della più lunga, bella e suggestiva rete ferroviaria turistica di tutta l’Europa e di tutto il Mediterraneo”, sottolinea Pisu. “Ci troviamo, però, di fronte a un bene che si sta depauperando di anno in anno, perchè si fanno solo degli interventi ‘rattoppo’ con dei cantieri che durano sei oppure otto anni, che non si sa quando finiranno, e che interrompono queste tratte”.

“L’assessore ci ha detto che oggi non ci avrebbe potuto ricevere”, riferisce il portavoce del Comitato. Siamo un movimento non violento e pacifico, ma determinato a raggiungere i nostri obiettivi perchè abbiamo la consapevolezza che gli assessori e le giunte passano, ma noi nei nostri territori ci siamo, ci vogliamo stare e vogliamo dare un contributo”.

“Il calendario 2023 del Trenino Verde è “pieno di amare sorprese per le comunità dell’Ogliastra”, segnala il consigliere del Pd Salvatore Corrias, già sindaco di Baunei, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale. “Il primo viaggio da Arbatax a Lanusei partirà solo il 30 giugno, mentre bisognerà attendere il 5 agosto per arrivare a Gairo. Inoltre, da ottobre a dicembre, i viaggi saranno del tutto interrotti, mentre Ussassai continua a rimanere fuori dal circuito”.

Alla manifestazione hanno aderito anche Cgil e Filt di Cagliari, anche per denunciare quello che definiscono “il progressivo disinfestimento” soprattutto sulle tratte Mandas-Seui e Mandas-Laconi e per sollecitare un confronto con gli assessori regionali ai Trasporti, al Lavoro e al Turismo. “E’ indispensabile valorizzare e rilanciare i percorsi del Trenino Verde”, incalza Simona Fanzecco, segretaria della Camera del lavoro metropolitana, “che rappresentano un’opportunità unica, non solo per lo sviluppo del turismo, anche internazionale, ma come strumento di conservazione dei luoghi e lotta allo spopolamento”.


Con i suoi 438 km di rete, il Trenino Verde della Sardegna costituisce la più lunga rete ferroviaria turistica d’Europa. Cinque le tratte: Palau-Tempio; Macomer-Bosa, Mandas-Seui, Mandas-Laconi, Arbatax-Gairo.