Sport e divertimento. Ma anche arte e spiritualità. Falcade e la Valle del Biois sono un angolo quasi intimo delle Dolomiti bellunesi, nei pressi del Passo San Pellegrino che divide il Veneto dal Trentino, confine di Stato fino a poco più di un secolo fa, segnato ancora oggi da trincee. Luogo di passaggio, ha preservato quel suo aspetto autentico, tipico delle valli ladine, senza però rinunciare a una rinnovata vocazione turistica, sia in estate che d’inverno.

Sport e adrenalina

Mountain bike e discese. La montagna di Falcade è il Col Margherita, dove si concentra anche il maggior numero di impianti di risalita. Si può raggiungere la sua cima a 2.500 metri d’altezza sia dal Passo San Pellegrino (partendo dal territorio della provincia di Trento) che dalla stessa Falcade con una moderna funivia. Da questa estate gli sportivi potranno godersi discese a tutta velocità, anche senza gli sci ai piedi. Infatti, con l’inizio della stagione, è stato inaugurato il circuito San Pellegrino Bike Trail che consente ai più temerari di percorrere in discesa alcuni tracciati – lungo i pendii che d’inverno vengono trasformati in piste da sci – in sella a una mountain bike. All’interno del circuito sono al momento attivi tre single trail (percorsi ottimizzati per le bici ma condivisi con gli escursionisti a piedi) dai quali godere di un paesaggio unico sulle vette dolomitiche: Falcade (10,50 km), Innamorati (13 km) e San Pellegrino (11,60 km). Ma c’è anche un percorso di Flow Trail di 1,9 km presso la località Le Buse a Falcade. Quest’ultimo è un percorso che richiede tecnica e capacità fisica. Consigliamo di affrontarlo, almeno nelle prime discese, con un insegnante professionista.

Attaccati a un filo. Sempre all’insegna dell’adrenalina, ma senza alcun rischio, vi consigliamo la zip line di San Tomaso Agordino, tra Falcade e Alleghe. Si tratta di una discesa lungo un cavo metallico sorretti da un’imbragatura agganciata a una carrucola. Quella di San Tomaso Agordino è probabilmente la più alta delle Dolomiti: la massima altezza dal suolo è di 160 metri e si raggiunge la velocità massima di 80 km orari. Il percorso è diviso in due tronconi: il primo tratto è quasi un “riscaldamento” e dura 40 secondi. Il secondo, molto più adrenalinico, dura un minuto e mezzo. Se non si soffre di vergini può essere affrontato da tutti, anche da persone con disabilità.

Trekking tra storia e geologia

Sulle tracce della Grande Guerra. Le escursioni che partono dall’arrivo della seggiovia Costabella e dalla stazione a monte della funivia Col Margherita ripercorrono le tracce della Grande Guerra. Proprio su questa montagna, da maggio 1915 a novembre 1917 combatterono su fronti opposti tra le Creste del Costabella, Cima Bocche e Cima Juribrutto. Oggi, gli stessi campi di battaglia costituiscono uno straordinario museo a cielo aperto tra trincee, fortini e postazioni militari. Clicca qui per ulteriori informazioni sui percorsi [https://www.skiareasanpellegrino.it/i-sentieri-della-grande-guerra/].

Alla scoperta della flora in quota. Sempre sul Col Margherita è da poco attivo il percorso “Le Rocce Fiorite” che – attraverso cartelli esplicativi – guida alla scoperta delle bellezze naturalistiche e botaniche che popolano le Dolomiti.

La geologia, lungo il torrente. Altro interessante e piacevole percorso è quello che conduce alla Cascata delle Barezze, in località Sappade. Lungo il percorso che segue il torrente Gaon ci sono vari cartelli che indicano le caratteristiche geologiche di questa zona delle Dolomiti.

Tra i “casoni”.Da non perdere, poi, la piacevole passeggiata che dai pressi di Passo San Pellegrino raggiunge Malga Ai Lach lungo la Valfredda, passando per i cosiddetti “casoni”, tradizionali baite dove trovavano rifugio i contadini che salivano in quota per falciare il fieno, oggi utilizzate dagli abitanti del posto come seconde case per il weekend.

Arte e spiritualità

I “Santi alle finestre”. L’arte e la spiritualità sono elementi imprescindibili per questa terra. Tra le strade di Falcade, sui muri delle case c’è una serie di pitture murali di tipo religioso, i cosiddetti “Santi alle finestre”. Sono disegni realizzati nei secoli da pittori pellegrini che, in cambio di ospitalità, omaggiavano il padrone di casa di immagini sacre che avrebbero dovuto proteggere l’abitazione e chi ci vive dentro, dai demoni.

Il Museo Murer. Falcade ospita anche il Museo Murer, realizzato dopo la morte dello scultore Augusto Murer nei locali in cui realizzava le sue opere. Il percorso museale ha inizio nel giardino, dove sono dislocate una trentina di opere in bronzo realizzate dall’artista a partire dagli anni cinquanta, per proseguire poi all’interno della struttura con più di cento sculture in legno e in bronzo nonché monumenti, opere sacre, disegni, quadri a olio e opere grafiche.

Il museo Murer 

Nel Bosco degli Artisti. In località Le Buse, in prossimità della stazione a monte della funivia che sale da Falcade, immergetevi nel Bosco degli Artisti, percorso naturalistico ad anello di poco più di un chilometro lungo il quale potrete ammirare opere d’arte di artisti locali a oltre 1.800 metri d’altitudine.

Le Dolomiti in miniatura. Sempre lungo un percorso di trekking, nel territorio di San Tomaso Agordino c’è il sentiero delle “Dolomiti in miniatura” con 15 opere realizzate in pietra (con la dolomia, per la precisione) da diversi scultori. Ripropongono le vette più importanti di questo angolo dell’arco alpino, reinterpretate dagli stessi artisti.

La chiesa “clonata”. In località Vallada vale una visita la Chiesa monumentale di San Simon. La soglia della chiesa, consumata dal lungo passaggio di fedeli, pellegrini, viandanti ed emigranti di ritorno, accoglie il visitatore per un momento di contemplazione, di preghiera o anche solo di riposo. La chiesa rappresenta sotto il profilo architettonico, la fusione di diverse culture e stili, a metà strada tra Rinascimento veneto, qui rappresentato dall’opera di Paris Bordone, allievo del grande Tiziano Vecellio, e il gotico tedesco, con le sculture ed i dipinti dell’Altare ligneo, probabilmente proveniente da Bressanone. Dietro l’altare, quasi nascosto c’è l’organo di inizio ‘800, dei maestri organai Callido. Da queste valli sono molti gli emigranti che un secolo fa scelsero la strada del Brasile. E proprio nel Paese sudamericano è stata costruita una chiesa identica. Si trova a Jaraguà do Sul, una città vicina a Massaranduba, di fronte all’Oceano. In questa zona un tempo emigrò un quinto di tutta la popolazione della valle.

A casa del Papa. A Canale d’Agordo vale una visita il Museo Albino Luciani, dedicato alla figura di Papa Giovanni Paolo I, nato proprio in questo piccolo borgo. Il museo raccoglie i cimeli di uno dei pontificati più brevi della storia (solo 33 giorni), ma anche cimeli, documenti e testimonianze delle attività di vescovo e cardinale. A poca distanza dal museo, è anche possibile – su prenotazione – visitare la casa natale del Papa con la sua stanza spartana dove dormiva in visita ai suoi parenti a Canale d’Agordo.

Dove mangiare

Per assaggiare i prodotti tipici della terra e soprattutto la cucina tradizionale, tra polenta, funghi e pastin, consigliamo il ristorante Tabià nella frazione di Feder (Canale d’Agordo). Si tratta di un ristorante ricavato dalla ristrutturazione di un fienile storico. Qui i piatti sono della tradizione, seguendo le ricette delle anziane del paese. Altro ristorante che offre sapori tradizionali è l’agriturismo Piccola Baita a Falcade. Se alla tradizione preferite l’innovazione, ma sempre con un occhio al prodotto locale, consigliamo il ristorante Alle Codole a Canale d’Agordo, segnalato dalla Guida Michelin.