Si può imparare, ragionare e comprendere come apportare il proprio contributo nella lotta al cambiamento climatico anche a teatro. Soprattutto a teatro, ne è convinto Stefano Accorsi, da cui è nata l’idea (insieme a Filippo Gentili) di Planetaria – Discorsi con la Terra, concept innovativo che mette insieme arte e scienza sul palcoscenico del Teatro della Pergola di Firenze, dal 7 al 9 giugno. Tre giorni, in cui Accorsi, in qualità di direttore artistico, guiderà il pubblico in un format tra spettacoli teatrali, workshop esperenziali per bambini, dialogo tra spettatori, l’intelligenza artificiale Sibilla e scienziati di fama internazionale, tra cui Claudia Pasquero, docente di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera all’Università di Milano Bicocca, nonché direttrice scientifica di Planetaria.
Accorsi, due anni fa ha annunciato che avrebbe fatto qualcosa di tangibile per l’ambiente, la sua parte, parlando di cambiamento climatico nei teatri. Ed eccoci qua, quando ha preso coscienza di dover fare qualcosa?
“Parecchio tempo fa. Io amo la montagna, vado spesso sul Monte Bianco e sulle Alpi e vedere in modo così dirompente che ogni anno il ghiacciaio si riduce, così come assistere agli sconvolgimenti del nostro clima, piogge torrenziale, inondazioni, mi tocca da molto tempo. Per queste ragioni c’era voglia di fare qualcosa che non fosse solo prendere una posizione personale, visto che il mio lavoro è comunicare il più possibile. Insieme al resto del team di Planetaria ci siamo resi conto che il mezzo migliore per comunicare il cambiamento climatico non fosse tanto la carta stampata, che può risultare fredda e può generare l’effetto opposto a quello desiderato, magari portando ad un allontanamento da queste tematiche”.
E secondo lei, perché il teatro è lo strumento migliore per divulgare e coinvolgere le persone?
“Il teatro è il luogo dell’empatia, dove riusciamo a sentire l’altro da noi. Ci sembrava idoneo, forse perché c’è bisogno di un formato diverso dove poter coinvolgere le famiglie. A partire dal 7 giugno, la sera ci sarà uno spettacolo con scienziati, attori e intelligenza artificiale, la mattina workshop con bambini ed il pomeriggio incontri istituzionali, proprio perché l’idea è di coinvolgere tutti”.
Ed infatti avete coinvolto anche i bambini?
“Si, anche i più piccoli hanno bisogno di affrontare questi temi, non è giusto che sia tutto sulle spalle dei genitori, anche perché si dice spesso “facciamolo per i nostri figli”, invece noi diciamo, facciamolo anche per noi perché è oggi che dobbiamo agire, per questo ci saranno gli scienziati che saliranno sul palco per raccontarci delle alternative”.
Lei è il direttore artistico, sarà anche sul palco?
“Sarò sul palco il 7 e 8 giugno, insieme a due attrici, Vittoria Puccini e Valentina Bellè e due scienziati con cui faremo una messa in scena, una sorta di lettura a tre, e ci sarà l’intelligenza artificiale, Sibilla, creata da Engineering, che interagirà da uno schermo di sette metri per due, che risponderà con una serie di dati scientifici inconfutabili, riconosciuti a livello mondiale, mentre io interagirò con il pubblico, portando le loro domande alla Sibilla”.
Perché il ricorso dell’intelligenza artificiale anche a teatro, forse non bastiamo noi umani a porre domande e cercare risposte?
“L’intelligenza artificiale già fa parte della nostra vita e ci sembrava una grande risorsa, può diventare uno strumento importantissimo per le aziende, per chi fa le leggi, veramente può diventare un grandissimo compendio. E potrà esserlo anche per avere delle risposte in futuro, delle alternative, quindi sì, l’umano è importante, ma anche l’intelligenza artificiale. È evidente che vanno fatte delle leggi per gestirla, per bloccare quei casi in cui può rubare l’identità delle persone, ma così come molte invenzioni importanti che hanno migliorato la nostra resistenza, io sono convinto che anche questo può farlo”.
Quando c’è bisogno di cambiare ci si rivolge sempre ai giovani, perché noi adulti abbiamo già commesso i nostri errori. Quali sono stati i suoi nei confronti dell’ambiente?
“Errori tanti, ma erano dettati dall’ignoranza. Chi lo sapeva che bruciare certe cose potesse inquinare? Quando ero piccolo, non c’era la raccolta differenziata, ma avevo una famiglia sensibile al tema, perché a mia madre faceva impressione che buttassimo la plastica nella natura. Oggi c’è una consapevolezza diversa ed è vero che lo dobbiamo fare per i nostri figli, ma come quando uno comincia a lavorare su se stesso con la psicologia, possiamo cominciare il cambiamento e farlo per noi. Anche perché questi poveri figli vengono sempre caricati di una responsabilità che non hanno, quindi pensiamo a salvare la nostra di pelle, non solo quella dei nostri figli”.
Tre gesti quotidiani che compie Stefano Accorsi per aiutare la Terra?
“Sono un professionista della raccolta differenziata, quando mi faccio la doccia sto molto attento allo spreco d’acqua e mi piace andare in giro con la moto che sicuramente è uno dei mezzi termici meno inquinanti in assoluto e spesso ci vado in due, caricandola al massimo”.
Da padre, parla di queste tematiche con i suoi figli?
“Sì, ma ai bambini non puoi solo dire di non sprecare l’acqua, va creata una piccola storia. Allora racconto che shampoo e sapone finiscono in mare, dove vivono i pesci, e quando ho toccato il tema dei pesci, ho visto un cambiamento di attenzione. A teatro, infatti, ci sono dei workshop fisici, con piccoli esperimenti a sfondo ambientale che faranno i bambini, dove recepiranno delle informazioni, ma all’interno di una storia che lascia un ricordo”.
Planetaria partirà da Firenze, ma si estenderà ad altre città?
“È la nostra prima edizione e vogliamo ripetere ogni anno questa esperienza, ma stiamo riflettendo ad una versione più leggera da portare in giro per l’Italia, di cui abbiamo già parlato con un distributore teatrale, quindi si tratterà di trovare i modi e i tempi, però siamo ottimisti, perché il teatro è il nostro pane quotidiano”.