È possibile organizzare un evento come un’Olimpiade che non abbia un impatto negativo sull’ambiente? É quanto continuano a domandarsi diverse associazioni ambientaliste davanti alle opere che si stanno via via concretizzando in vista dei Giochi olimpici e Paralimpici invernali Milano-Cortina 2026. Le quarte di sempre ad essere ospitate dall’Italia. Alcuni progetti, soprattutto quelli che riguardano le infrastrutture stradali suscitano molte perplessità. Non solo per la fragile cornice delle Alpi, ma anche per l’impatto visivo che avranno sul paesaggio sulla quasi totalità dei territori che le nuove strade percorreranno. Le Dolomiti appunto, patrimonio mondiale dell’Unesco.
Olimpiadi Milano-Cortina 2026
Via libera alla pista di bob a Cortina: costerà 93 milioni di euro
di Fiammetta Cupellaro
Diversi dubbi sono stati avanzati da Legambiente che ha stilato un report proprio sui Giochi nell’ambito di “Nevediversa” il dossier di Legambiente che ogni anno racconta la transizione ecologica nei luoghi di montagna. Eppure, la sostenibilità sia ambientale che economica nell’evento sportivo del 2026 sono centrali, visto che la candidatura italiana era risultata vincente proprio perché aveva, tra l’altro, assicurato “il massimo riutilizzo di circa il 90% delle infrastrutture esistenti”.
L’obiettivo del Comitato olimpico internazionale era infatti di evitare cantieri invasivi e costosi. Ma ora il problema dell’aumento dei costi, dovuti in parte all’aumento dei prezzzi dei materiali, sono diventati al centro delle discussioni tra cittadini, enti pubblici e la Fondazione Milano-Cortina. Tra chi chiede di spendere i soldi in altro modo per le comunità che vivono in montagna e chi invece sostiene che la realizzazione delle infrastrutture sarà fondamentale per rivitalizzare i paesi.
Così la Fondazione e il Coni dopo aver detto “sì” al rifacimento della costosa e contestata pista da bob nel capoluogo ampezzano che costerà più di 100 milioni di euro e detto “no” alla nuova pista di pattinaggio di velocità che sarebbe dovuta sorgere a Baselga di Pinè in Trentino chiamata “Ice rink oval” (una struttura per 6 mila spettatori in un paese che di residenti ne conta 5 mila), ha avviato le gare d’appalto per la costruzione di bretelle autostradali, circonvallazioni, gallerie, viadotti, ponti previsti per velocizzare gli spostamenti tra una località e l’altra per assistere alle gare. Sia in Veneto, sia in Lombardia, le due regioni che ospiteranno insieme alla Provincia di Trento e quella di Bolzano i Giochi invernali diffusi su un’area di oltre 22mila metri quadrati.
Il 2023 in Veneto è l’anno dei cantieri
A fine dicembre il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) ha approvato 4,55 miliardi di euro per investimenti del contratto di programma Anas, rendendo disponibili i fondi stanziati dalla legge di bilancio 2022. Quindi i cantieri dei lavori già finanziati in vista delle Olimpiadi possono partire: le nuove tangenziali lungo la statale Alemagna. Previste cinque, se ne faranno probabilmente solo tre.
Uno dei problemi per Cortina, ha sempre sottolineato il governatore del Veneto Luca Zaia sarà quello di gestire un flusso anomalo di persone e creare “una rete viaria in grado di accogliere squadre, atleti, sportivi e turisti provenienti dalla pianura via gomma”, dall’A27 (Venezia-Belluno), “e che resterà in eredità dopo i Giochi, facilitando e rendendo più sicuro l’accesso alle nostre montagne”. Per questo obiettivo, sono state previste dall’ingegnere Luigi Valerio Sant’Andrea, Commissario di governo e amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 e progettate dall’Anas, quattro varianti lungo la statale 51 – a Longarone, a Tai e a Valle di Cadore, a San Vito – più quella prevista a Cortina d’Ampezzo, un tunnel lungo 4 chilometri. Tangenziali pensate per risolvere le strozzature del traffico di automobilisti che usciranno dal casello autostradale. Da febbraio 2026, appena fuori dell’A27 troveranno le indicazioni per una circonvallazione per Cortina. La prima variante, è quella di Longarone, il paese della diga del Vajont ricostruito sulla riva sinistra del fiume Piave. La nuova strada sarà costruita a destra del fiume.
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Longarone: lungo il Piave
Considerata da Zaia il “nodo centrale dell’infrastrutturazione olimpica in Veneto”, la variante di Longarone che inizierà dall’uscita dell’autostrada è stata inserita in quell’elenco di opere già finanziate e che saranno realizzate dall’Anas. Lunga 11 chilometri, il suo valore iniziale era di 280 milioni di euro, già stanziati, ma che a causa della crisi energetica, sono saliti a quota 396 milioni. La Conferenza dei servizi passerà all’esame del progetto esecutivo, quindi saranno indette le gare d’appalto. C’è però chi considera questo cantiere una corsa contro il tempo. La nuova strada, che da Pian di Vedoia scenderà verso il Piave, correrà in gran parte lungo la riva destra del fiume e quindi a ridosso dell’alveo fluviale. Il primo intervento sarà infatti lo sghiaiamento del Piave per recuperare più margini per la nuova carreggiata.
L’intervento di sghiaiamento sarà finanziato con i fondi stanziati dall’emergenza Vaia e i materiali saranno riciclati. Ma si riuscirà a costruire questi 11 chilometri in tempo per la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi? Roberto Padrin che riveste due cariche, presidente della provincia di Belluno e pure quella di sindaco di Longarone è un grande sponsor della nuova circonvallazione, ma teme che i tempi possano essere stretti. Non per i finanziamenti, ma per i ritardi: “Speriamo che all’appuntamento olimpico ne sia pronta almeno una parte”, ha detto a dicembre alla notizia dello sblocco dei finanziamenti. Previsti i primi 3 chilometri. Forse.
Tai di Cadore, l’Anas: tre anni di cantiere
In questo viaggio nel futuro, usciti dall’autostrada e percorsi gli 11 chilometri della circonvallazione di Longarone, siamo ancora sulla Statale Alemagna che, superata Cortina (che si trova a circa 60 chilometri) porta a Dobbiaco, in Alto Adige. Una strada a due corsie che passa attraverso piccoli centri abitati sparsi lungo la Valle del Boite. Il primo che incontriamo è Tai di Cadore con i 1.500 abitanti. Qui la Regione Veneto ha previsto la realizzazione di una galleria di oltre 980 metri e due nuove rotatorie che faranno da raccordo al tunnel. L’investimento complessivo è di 72,4 milioni di euro. Un percorso complesso che prevede anche l’abbattimenti di vecchi edifici di montagna ed espropri. La durata dell’appalto, secondo l’Anas è di 1.014 giorni. Tre anni. Cortina da Tai dista una trentina di chilometri.
Valle di Cadore: partite le demolizioni
Qui non si perde tempo. L’iter delle gare d’appalto ancora non è perfezionato, ma la sindaca di Valle di Cadore, Marianna Hofer ha già avviato le demolizioni per fare spazio alla strada dei Giochi Olimpici. Il primo edificio a cadere sotto i colpi delle ruspe nei giorni scorsi è stata la “casa del macellaio” colpevole di essere addossata ad una curva sulla statale Alemagna. Paese di 1.800 abitanti dove già s’intravede il profilo del monte Pelmo, in due giorni a Valle di Cadore hanno demolito un intero fabbricato, palazzo Costantini, per ampliare la statale.
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Poi la stessa sorte toccherà ad una casa a ridosso del Municipio: sarà abbattuta per fare spazio alla rotatoria che porterà all’ingresso alla futura galleria che sarà lunga 600 metri. Un investimento di 52,6 milioni euro. Si stanno già tagliando gli alberi per predisporre l’area del cantiere sia allo svincolo di entrata al tunnel, sia quello di uscita verso Cortina che dista 21 chilometri. Anzi, verso Cortina gli alberi già non ci sono più. Si aspetta solo che apra il cantiere. É tutto pronto.
San Vito di Cadore: ponte, tunnel e rotatorie
Il paese più vicino a Cortina, San Vito di Cadore è da sempre considerato una sorta di frazione del capoluogo ampezzano da cui dista appena 10 chilometri. Circondato dalle cime dell’Antelao, del Pelmo e delle Marmorale, molti appassionati dello sci, alloggiano negli hotel di San Vito, per andare poi a sciare sulle piste del comprensorio di Cortina. Il traffico di auto sulla statale Alemagna tra i due centri abitati durante i weekend è sempre sostenuto. Considerata la via d’accesso al centro di Cortina, qui è prevista la costruzione di una lunga circonvallazione che tenga fuori il centro del paese. Lunga 2,3 chilometri verrà appunto costruita parallela al centro abitato e s’innesterà sulla statale Alemagna con due rotatorie entrambe da realizzare. I lavori già finanziati dalla Regione Veneto per 64,8 milioni di euro, prevedono anche la costruzione di un ponte, di un viadotto e di 4 gallerie. Siamo alle porte di Cortina.