MUSILE. Carpe, siluri, ma anche esemplari di lucioperca. La gran parte, peraltro, di grosse dimensioni. Un’importante moria di pesci è stata segnalata sul tratto terminale del canale Vela, all’altezza dello sbocco in laguna. Siamo in località Le Trezze, al confine tra il territorio di Musile e quello di Quarto d’Altino. Nel suo tratto finale il canale è superato con un ponte dalla provinciale Portegrandi-Caposile, per poi gettarsi nelle valli della laguna nord. Ed è in questa zona che è stata segnalata una vasta moria di pesci. Secondo una prima stima, si parla di circa duecento esemplari di pesci d’acqua dolce morti, tra carpe, siluri e lucioperca. La segnalazione è giunta per prima ai volontari della Guardia rurale ausiliaria Nogra.

Le guardie volontarie sono intervenute subito sul posto per un approfondito sopralluogo ed effettivamente hanno riscontrato la presenza del fenomeno, peraltro cospicuo nelle sue dimensioni e anche per il peso degli esemplari morti. Sono arrivati anche gli agenti della polizia della Città metropolitana, nonché i volontari della Fipsas. Toccherà adesso agli organi competenti cercare di far luce sulle cause del fenomeno.

 

Visto il periodo di grande caldo e siccità, l’ipotesi giudicata più probabile è che la moria sia stata causata dalla mancanza di ossigenazione dell’acqua. C’è anche chi propende per le conseguenze dell’aumento della salinità delle acque di fiumi e laguna, divenute salmastre per la risalita prepotente del cuneo salino. Ma non si può escludere a priori che la moria sia stata causata invece da qualche forma di inquinamento, visto che il canale Vela è purtroppo tra i corsi d’acqua del territorio più compromessi dai rifiuti, nonostante gli interventi di pulizia attuati di recente.

 

In seguito all’apertura delle chiuse, parte dei pesci morti sono stati portati via dalla corrente in laguna, dove altre guardie ittiche stanno monitorando l’andamento della situazione. “Al di là di quest’episodio” spiegano i volontari del Nogra “stiamo continuando a monitorare il territorio per rilevare i fenomeni di inquinamento dell’acqua, ma anche del terreno, viste le diverse discariche abusive che sono state scoperte in passato e che continuano a essere segnalate. Stiamo proseguendo anche nel monitoraggio dei canali, per far fronte al bracconaggio ittico e venatorio”.

 

La Nuova Venezia