“Il mercato dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) professionali oggi non funziona, perché gli operatori non conoscono la norma che gestisce tutto il business di settore. Parlo dell’articolo 24 del decreto legislativo 49/2014”. Non usa giri di parole, Luciano Teli, dg di Erion Professional, il consorzio del Sistema Erion dedicato ai produttori che immettono sul mercato esclusivamente apparecchia ture elettriche ed elettroniche professionali.
Che cosa dice l’articolo 24?
“Che l’utente, detentore del bene, nel momento in cui deve disfarsene può mettersi in contatto con il produttore dell’apparecchiatura per esercitare il diritto di restituzione in due casi specifici. Il primo è il cosiddetto “vuoto per pieno”, cioè “uno contro zero”: se l’utente ha acquistato dopo il 2011 una apparecchiatura che oggi non funziona più, la può restituire. E fine della storia. Il secondo è il cosiddetto “uno contro uno”, ovvero l’utente può restituire sia l’apparecchiatura vetusta sia la nuova che ha appena acquistato nel momento in cui la stessa diventerà un rifiuto, magari dopo dieci anni. Caso, quest’ultimo, che però oggi non si verifica quasi più”.
Arriviamo al punto…
“Aldilà della difficoltà specifica per l’utente di contattare direttamente il produttore per ottenere il soddisfacimento del diritto di restituzione, non c’è mai stata una conoscenza approfondita del decreto 49 da parte del mondo dei professionisti. In più, a monte, esiste anche un problema tecnico da dipanare”.
Qual è?
“Il mondo della distribuzione delle apparecchiature professionali ha due macrosettori: il primo è rappresentato dalla vendita diretta del bene tra produttore e utente; il secondo è invece rappresentato dalla vendita indiretta del bene, cioè quando un produttore vende un’apparecchiatura ad un distributore che a sua volta lo rivende ad un utente. È in questo caso specifico che il sistema non funziona perché l’attuale normativa non considera tutta la parte della gestione indiretta del business che ha un peso economico più consistente rispetto alla parte diretta della gestione delle apparecchiature professionali”.
Il mercato dei rifiuti professionali è contendibile?
“Sì, perché esistono molti soggetti che cercano in tutti i modi di procurarsi il maggior numero di rifiuti visto che questi contengono materie prime e seconde di valore: innanzitutto, perché sono più pure di quelle contenute nei rifiuti domestici. Un fenomeno che giocoforza alimenta anche il mercato nero, soprattutto ora con la penuria di materie prime in circolazione e i conseguenti rincari. Inoltre, molti soggetti operano nel mercato di second life delle apparecchiature professionali. Tutto questo porta ad una dispersione dei flussi che sfocia nell’incomparabilità dei risultati tra gestione delle apparecchiature domestiche e professionali”.
La soluzione potrebbe essere una semplificazione normativa che renda più trasparente il mercato delle apparecchiature professionali?
“In realtà, la semplificazione già esiste nel comma 3 dell’articolo 24 del decreto legislativo 49. Però, nessuno la conosce. In sostanza, questo comma dice che il produttore può decidere di inventarsi dei sistemi di gestione delle apparecchiature alternativi al precedente schema che non ha funzionato. È il motivo per il quale Erion Professional, ormai da un anno, ha messo a punto la piattaforma Exceed che attraverso i suoi sistemi – declinati per il momento sui settori clima, food e printing – cerca di riprodurre i valori che hanno funzionato nel domestico adattandoli al mondo professionale”.
Quali sono?
“Innanzitutto, la semplificazione operativa. Con la piattaforma Exceed, il produttore e/o distributore del rifiuto professionale può accedere e presentare la richiesta di ritiro che viene recepita e portata a termine dal Consorzio Erion. Di fatto, andiamo a prendere i rifiuti dove questi sono fisicamente come avviene oggi nel mercato domestico, grazie agli accordi di programma sottoscritti dal Consorzio Erion con i Comuni italiani”.
Dove sono i rifiuti professionali?
“La sfida del Consorzio è proprio quella di mappare a livello nazionale i siti dove dovrebbero essere concentrati i rifiuti, includendo naturalmente la filiera indiretta dei rifiuti professionali, costituita principalmente dagli installatori, dai grandi distributori o dai centri di smistamento logistico. Siti che possono diventare punti di prelievo e che invece l’attuale normativa non ha considerato fino ad oggi”.
Quanti sono i potenziali centri di distribuzione e di smistamento logistico da attenzionare?
“Non abbiamo un numero preciso ma posso confermare che sono tanti. Il lavoro di mappatura dei siti sta proseguendo: quelli selezionati dal Consorzio Erion, insieme ai produttori, possono accedere direttamente alla piattaforma Exceed. Per il sistema clima, recuperiamo le apparecchiature dagli installatori termosanitari; per il sistema printing, dai distributori e dai centri di smistamento logistico; per il sistema Exceed food, dalla Grande distribuzione. Il passaggio successivo è stato quello di formare gli operatori per far emergere comportamenti borderline, offrendogli gratuitamente l’iscrizione all’albo gestori semplificata, oppure una app per guidarli in una corretta gestione dei rifiuti”.
Il sistema Exceed ha un costo?
“Il produttore volontariamente si autotassa ex ante attraverso l’imposizione di un eco contributo per permettere al Consorzio di fare scouting di rifiuti sul territorio e raggiungere gli obiettivi prefissati”.
Quali sono?
“Premesso che il target totale di raccolta dei Raee fissati dell’Unione europea è il 65% dell’immesso sul mercato. Per i rifiuti professionali, dobbiamo fare però dei distinguo. Dopo un’attenta analisi, abbiamo stabilito che i target dei sistemi Exceed sono: nel printing, il massimo dello stock raggiungibile è il 44%, che equivale al 100% del target potenziale. Ora il nostro piano di sviluppo pluriennale prevede di estendere Exceed fino a 25 industrie omogenee, all’interno delle quali c’è un numero elevato di produttori”.
Quanti produttori fanno parte dell’ecosistema del Consorzio Erion per i Raee professionali? E qual è oggi la vostra quota di mercato?
“Circa un migliaio di produttori operano esclusivamente nel mondo dei Raee professionali e la quota di mercato complessiva è intorno al 50%”.