Un pacchetto di proposte per 4,7 miliardi di euro per rafforzare la ricostruzione delle aree del centro Italia colpite dai terremoti, in particolare del 2016, è stato consegnato in Parlamento dal commissario straordinario Giovanni Legnini. Si tratta di fondi suddivisi in 1,78 miliardi previsti nel piano nazionale di Ripresa e Resilienza, alla base dei progetti del Recovery Fund, e sono finalizzati specificamente alla “Rigenerazione delle aree del sisma”; e altri 2,95 miliardi di euro previsti, per le stesse aree del Centro Italia, dalle risorse della programmazione dei fondi strutturali europei per il 2021-2026.

Il programma specifico per la rigenerazione delle aree colpite dai sismi si articola su due linee di intervento. La prima, con una dotazione finanziaria stimata in un miliardo di euro, finalizzata alla ricostruzione di “Borghi e città sicuri, sostenibili e connessi”. Si prevedono, in questo ambito, interventi per la mobilità sostenibile ed efficienze, il recupero e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, la promozione di servizi digitali, lo sviluppo del fotovoltaico e di sistemi centralizzati di produzione di energia, delle “Comunità energetiche rinnovabili”, un’illuminazione urbana ecocompatibile.


Il secondo intervento, per il quale si stima un’esigenza finanziaria di 780 milioni di euro – spiega ancora la struttura commissariale – riguarda lo sviluppo produttivo, anche del settore agricolo ed agroalimentare, con il sostegno agli investimenti, interventi per la valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e boschive, dei beni culturali e storici, la creazione di centri di ricerca universitaria.

Oltre a questi fondi “ci sono 2,95 miliardi di euro della programmazione comunitaria, che devono ancora essere finalizzati, ma che sono essenziali per integrare la ricostruzione ed i progetti di sviluppo”.  “Oltre a questi fondi – ricorda la struttura commissariale – ci sono 2,95 miliardi di euro della programmazione comunitaria, che devono ancora essere finalizzati, ma che sono essenziali per integrare la ricostruzione ed i progetti di sviluppo”. Su queste risorse, aggiunge, “innanzitutto, si fa affidamento per finanziare il superbonus cratere, con l’estensione delle detrazioni al 2026 ed il loro ampliamento anche alla ricostruzione e riparazione degli edifici produttivi – oggi esclusi – e soprattutto con la reintroduzione dell’obbligo di miglioramento sismico degli edifici, non previsto dall’attuale superbonus sisma”.

Altre linee di intervento riguardano lo sviluppo della rete di comunicazioni a banda larga, l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, la realizzazione di nuove scuole, la sicurezza sismica dei luoghi di culto, il rafforzamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie, la telemedicina e l’assistenza di prossimità, misure per l’impresa verde, l’economia circolare, il turismo e la cultura.