La Thailandia introdurrà la tassa per il turismo. Lo farà a partire da giugno – secondo quanto si apprende farà fede non la data di prenotazione del viaggio ma quella d’arrivo. Lo ha annunciato oggi il ministro del Turismo, Phiphat Ratchakitprakarn, citato dai media di Bangkok.
Il provvedimento ancora manca del via libera definitivo del governo. Annunciata già una prima volta a gennaio 2022, con entrata in vigore prevista in agosto, l’introduzione della tassa – fissata in 300 baht, poco meno di 9 euro – è slittata. Verrà riscossa presumibilmente attraverso i biglietti aerei e non verrà applicata agli stranieri residenti nel Paese asiatico e a chi ha un permesso di lavoro.
Secondo quanto filtra da Bangkok, la tassa servirà in parte a coprire le spese mediche degli stranieri coinvolti in incidenti o infortuni in Thailandia, e a sostenere la ripresa del settore e i possibili nuovi investimenti destinati allo sviluppo delle mete turistiche locali. Ai tempi delle prime riaperture post-pandemia, la Thailandia aveva introdotto per gli stranieri in entrata l’obbligo di copertura assicurativa sanitaria, vincolo poi lasciato cadere. Secondo il ministero, 1,5 dei 9 euro saranno destinati alla copertura medica, i rimanenti 7,5 al sostegno dell’industria dell’ospitalità.
La Thailandia, che nel 2019 aveva ricevuto 40 milioni di turisti internazionali, si è fermata ai 6 milioni pervenuti fino a marzo, nel 2020, a causa della pandemia. Nel 2021 ne ha ricevuti appena 400mila. Nell’anno in corso, gli arrivi sono stati poco meno di 12 milioni, mentre per il 2023 si prevedono 25 milioni di arrivi. Un gap ancora considerevole rispetto agli anni d’oro, per una terra dove 4 milioni di persone – su 72 milioni di abitanti – vivono di turismo, e che, fatti due conti, ha perduto oltre 100 milioni di ospiti dall’inizio della stagione dei lockdown.