Quasi ogni giorno, nella thailandese Maya Bay resa famosa dal blockbuster The Beach, con Leonardo Di Caprio, e da quel 2000 presa d’assalto da crescenti orde di turisti, una quarantina di squali penna nera del reef, normalmente poco pericoloso per l’uomo, e semmai schivo, si avventurano nelle acque basse e ciononostante color ciano intenso, mentre 4mila turisti si aggirano sulle spiagge bianche sovrastate da promontori alti e aguzzi.

Quasi sfrattati nel periodo clou dell’overtourism, fino alla chiusura totale, decretata dal governo di Bangkok nel 2018, e finalizzata alla salvaguardia dell’ecosistema che stava soccombendo, stretto dall’assedio via terra e via mare, gli squali sono tornati e il loro numero ha continuato ad aumentare nei quattro anni in cui lo stop di matrice ambientalista prima, e l’assenza di visitatori conseguente al covid poi, hanno tenuto il pubblico alla larga dall’area.

Ora, con il graduale ritorno delle folle – e nonostante il numero chiuso e li divieto di accesso alle imbarcazioni da diporto – il numero di squali – secondo gli ambientalisti – è di nuovo in calo. Un’osservazione questa che mostra ancora una volta la difficoltà per quest’area paradisiaca, di trovare un equilibrio tra le necessità di preservare l’ecosistema e quelle di salvaguardare l’economia locale.

“Non stiamo parlando di chiudere tutto o di ridurre il numero dei turisti, ma piuttosto di trovare un modo saggio di gestire tutto questo”, dice all’agenzia Reuters Petch Manopawitr, esperto di problematiche marine nel National Parks Department thailandese.

Thailandia, nella spiaggia di “The Beach” gli umani “cacciano” gli squali

Maya Bay è parte di Phi Phi Leh, un blocco di calcare ricoperto di vegetazione verde smeraldo, che si staglia sul Mare Andamano, davanti alla costa occidentale thailandese. La studiosa di biologia marina Metavee Chuang Charoendee spiega che, grazie al lungo stop al turismo, l’isola era tornata a svolgere il suo antico ruolo di luogo di svezzamento per i giovani esemplari di squalo. Il Maya Shark Project di cui è parte monitora l’area mediante droni e fotocamere subacquee, per censire il numero di esemplari, studiarne il comportamento, le abitudini alimentari e riproduttive. Secondo le loro osservazioni, nel periodo tra il novembre 2021, il momento in cui hanno avviato uno studio pilota sull’area, e la fine del 2022, già si è potuto notare un calo della popolazione di squali, conseguenza diretta del ritorno dei turisti.

I pinna nera, nominati così dalla colorazione distintiva della pinna dorsale e della coda, frequentano il Mare Andamano e altre regioni tropicali. Il loro numero è però in calo, a causa della pesca incontrollata, secondo l’International Union for Conservation of Nature.

La sopravvivenza di questa specie nell’area attorno a Phi Phi Leh è soggetta a diversi fattori, e l’attività umana è uno di questi, conferma Metavee. Ma con il loro numero già in calo, ad appena un anno dalla riapertura, le autorità e gli esperti di conservazione dell’ambiente devono già impegnarsi per evitare che i turisti nuotino nella baia e soprattutto tenendo lontani da loro i cuccioli. I quali non avrebbero nulla da temere dagli umani, quando non armati di reti o di fucili da pesca subacquea – ma dovrebbero poter rimanere appartati e nascosti tra i coralli. nelle acque basse, in modo da non finire preda degli squali adulti e del loro cannibalismo. “Speriamo con le restrizioni in atto di poter mitigare il disturbo ai danni degli aanmali. Stiamo facendo questo studio in modo da trovare il miglior punto di coesistenza possiblie tra turismo e necessità dell’ambiente”, conclude l’esperta.

(reuters)

Il turismo è una delle forze motrici dell’economia thailandese. Negli anni pre-pandemia garantiva il 12 per cento del Pil. Bangkok conta di recuperare, nel 2023, 30 milioni di visitatori, per un introito di poco superiore ai 40 miliardi di euro. Per il parco nazionale dell’isola, gli introiti si sono quasi dimezzati dopo la chiusura di The Beach, da 640 milioni di baht (circa 18 milioni di euro) a meno di 375 milioni.

La pandemia ha ulteriormente penalizzato un’industria già in sofferenza in quest’ara. E sotto la crescente pressione degli operatori economici, nel gennaio 2022, dopo 4 anni, è arrivata la riapertura. E con essa, i numeri di ospiti e fatturato sono tornati in crescita.

Oggi le barche degli operatori turistici sono autorizzati ad ormeggiare soltanto sul lato opposto a Maya Beach. I visitatori devono camminare fino alla spiaggia e il loro numero non può superare i 375 all’ora. Se si avventurano nella battigia, non possono andare oltre il punto dove l’acqua arriva alle ginocchia. “Se solo riuscissimo a creare una nuova immagine di Maya Bay, quella di una riserva naturale – conclude Petch -. Penso che ne trarremmo tutti beneficio”.