La Thailandia riaprirà presto (anche) Maya Bay. Quella che ormai molti conoscono come la “spiaggia di Leonardo di Caprio”, dorato sfondo del celeberrimo “The Beach” interpretato dalla star hollywoodiana, tornerà accessibile al pubblico dal primo gennaio prossimo. Lo si legge in un documento diffuso in queste ore dal Dipartimento dei Parchi Nazionali di Bangkok.

Bella da contendere la scena a icone quali Leo e Tilda Swinton, la baia, parte appunto del parco nazionale Hat Noppharat Thara-Mu Ko Phi Phi, fiabescamente posata sull’isola di Phi Phi Leh, nella provincia di Krabi, era chiusa per motivi che non hanno nulla a che vedere con il Covid e sono semmai diretti discendenti del successo planetario della pellicola firmata Danny Boyle.

Lo stop infatti precede di quasi due anni le chiusure di confini e i lockdown che gravano sul pianeta dal marzo 2020. Datata giugno 2018, la chiusura è figlia del grave degrado dell’area, dove l’overtourism innescato dal più o meno volontario spot cinematografico minacciava la sopravvivenza della fauna corallina, al punto da rendere indispensabile il rimedio estremo.

Al contrario di quanto accade nella sorella maggiore, la vicina isola di Phi Phi Don, che offre abbondanza di sistemazioni alberghiere a costo medio e basso, Phi Phi Leh è da sempre oggetto esclusivo di turismo giornaliero, senza pernotto. Ciononostante, o forse proprio per questa ragione, la fama arrivata con “The Beach”, che l’ha messa ai vertici della classifica dei “must” del turismo nondiale, la baia ha conosciuto le conseguenze deteriori del turismo mordi e fuggi. Un fenomeno in crescita continua per un ventennio, che nel 2018 ha portato sull’atollo andamano una media giornaliera di cinquemila persone. Ammassati su ferry turistici in continuo andirivieni sul prezioso litorale corallino, i turisti internazionali non dovevano faticare molto a raggiungere Maya Bay: un battello veloce ne riversava a centinaia al giorno dalla iperaffollata Phuket, non più distante di un’ora.

“Maya Bay riceve grande interesse dai turisti di tutto il mondo – ha spiegato il ministro thailandese delle Risorse naturali e dell’Ambiente Varawut Silpa-Archa nel decreto – ma questo ha causato il deterioramento dell’area naturale, in particolare dei coralli”. “La chiusura e il programma di recupero – ha aggiunto il ministro – l’hanno fatta tornare in buone condizioni”

Come ormai inevitabile, la riapertura sarà con restrizioni. Le imbarcazioni non potranno più entrare nella baia. Dovrnno lasciare i passeggeri su un molo situato sul lato opposto dell’isola rispetto alla baia. Al molo non potranno attraccare più di 8 battelli per volta. Le visite saranno a tempo determinato – nessuno potrà fermarsi più di un’ora – con un tetto massimo di 300 turisti per volta, e circoscritte alla fascia oraria 10-16. Il ministro ha infine scritto che in queste settimane saranno completati i lavori per completare il nuovo molo e ricreare il set-up complessivo del litorale, in modo tale da permettere, in aree decicate, lo svolgimento di alcuine attività ludico-sportive marine. Il tutto – è scritto nella note – sarà pronto a inizio 2022.

Il piano iniziale prevedeva di chiudere il sito per soli quattro mesi, una stagione. Ma fu subito chiaro che la rigenerazione dei coralli e l’adeguamento dei servizi dell’isola a un suo utilizzo sostenibile avrebbero richiesto più tempo. La pandemia, con la chiusura generalizzata del Paese, ha paradossalmente alleggerito gli effetti della prolungata assenza di Maya Bay dall’atlante del turismo mondiale: con i viaggi fermi, non aveva sicuramente senso accelerare i tempi della riapertura. Durante i due anni di stop, al netto dei lockdown, i turisti hanno potuto comunque ammirare la baia da distante. La spiaggia e la spiaggia sono off limts, ma barche e battelli possono affacciarvisi. In alcune zone designate, rimane possibile praticare attività subacquee e snorkeling.

Come sta accadendo in altre aree dell’Asia meridionale – dall’India alla Cambogia – fino alla stessa Indonesia – le riaperture si susseguono settimana dopo settimana, in vista delle feste di Natale, durante le quali regioni che a novembre escono dal monsone per entrare in un “inverno” che è appena meno caldo (o più mite) dell’estate, ma molto piu secco, diventano, al pari dei Caraibi, le mete più ambite dai moltissimi in perenne fuga dall’inverno.

Bangkok, che aveva riaperto sperimentalmente la sola Phuket a luglio, ha riammesso il turismo internazionale a inizio novembre. Adesso, i turisti provenieti dall’estero che abbiano completato il ciclo vaccinale e abbiano trascorso gli ultimi 21 giorni in uno dei Paesi “a basso rischio” di una lista stilata e aggiornata dal locale ministero della Salute (al momento una sessantina, Italia inclusa) non sono più costretti alla quarantena di 10 giorni. Dovranno soltanto trascorrere una prima notte in uno degli alberghi approvati dal Governo, e lì attendere i risultati del test anti-Covid eseguito in aeroporto. In un Paese che prima della pandemia ricavava il 15 per cento del proprio introito, la riapertura di “The Beach” è anche lo spot ideale in vista dell’agognato e indispensabile rilancio.