L’anno scorso il Minnesota si è impegnato a eliminare le emissioni di carbonio dalla sua produzione di energia elettrica entro il 2040, ottenendo il 100% dei suoi servizi elettrici da fonti prive di emissioni di carbonio. È con questo biglietto da visita che si presenta agli elettori americani Tim Walz, appena designato dalla candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris come suo vice. Walz è al secondo mandato da governatore dello Stato del Midwest e, tra le altre cose, ha un solido curriculum di politiche di contrasto alla crisi climatica.
Prima fra tutte, appunto, la legge che mira a decarbonizzare in pochi decenni la produzione di energia dello Stato. “Questo provvedimento è ancora più ambizioso di misure simili varate in Stati tradizionalmente progressisti, e mostra il tipo di leadership lungimirante di cui il nostro Paese ha bisogno per affrontare il peggioramento della crisi climatica”, ha commentato il portavoce del gruppo di attivisti Usa Fossil Free Media.
Correlate alla legge principale, tutta una serie di norme cruciali per il raggiungimento dell’obiettivo. Lo scorso giugno Walz ha approvato una legge volta a semplificare i permessi energetici: ”Questa è una misura che aiuterà a proteggere il nostro ambiente e a far partire i progetti di energia pulita che aiuteranno a combattere il cambiamento climatico”, ha spiegato il governatore del Minnesota.
Stanziati in Minnesota 2 miliardi di dollari per l’energia pulita
Durante il suo mandato, il governatore ha anche finanziato corsi di formazione professionale nel campo dell’energia pulita e ha stanziato 2 miliardi di dollari per progetti sulle risorse naturali, sul clima e sull’energia.
Tra i successi di Walz in campo climatico c’è anche il potenziamento del trasporto pubblico del Minnesota, anche attraverso la promozione di una nuova linea ferroviaria Amtrak tra le città gemelle Minneapolis–Saint Paul e Chicago, entrata in funzione a maggio.
Per questi e altri provvedimenti green, ma soprattutto per la sua retorica ambientale, il governatore Walz è stato definito da Time magazine uno dei “comunicatori climatici più abili del Paese” per la sua capacità di legare le politiche verdi alla necessità di sviluppo economico e posti di lavoro.
La scelta di Tim Walz come aspirante vicepresidente degli Stati Uniti certamente mobiliterà quell’elettorato progressista, attentissimo alla crisi climatica, che sembrava ormai rassegnato al trionfo della coppia di negazionisti repubblicani Trump-Vance.
La capacità di convincere anche i sostenitori del fossile
Le sue capacità di dialogo e di convincimento sono tali da aver messo d’accordo tutto il partito democratico, comprese le ali estreme: hanno per esempio celebrato la sua designazione come vice di Kamala Harris, sia la pasionaria del Green New Deal Alexandria Ocasio Cortez, sia il senatore dem filo-carbone Joe Manchin. Resta da vedere dove la candidatura di Walz spingerà gli incerti: li convincerà che la transizione energetica è possibile e vantaggiosa anche se non si vive nella ricca e progressista California, ma in una landa sperduta del Midwest? O, ed è quello su cui punta la campagna di Trump, li spaventerà, inducendoli a votare per il tycoon?
Dalla sua Walz ha le origini: popolari e dal Minnesota. Basteranno a conquistare l’America profonda?
Chi invece ha a cuore la lotta ai cambiamenti climatici ora non avrà più dubbi su chi votare. Già adesso (i conti li ha fatti il Guardian) i negazionisti del cambiamento climatico costituiscono quasi un quarto del Congresso degli Stati Uniti: 23 al Senato e 100 alla Camera, e sono tutti repubblicani. Un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca non farebbe che peggiorare la situazione. Oltre a comportare una nuova fuoriuscita degli Usa dall’Accordo di Parigi con un ulteriore affossamento di una diplomazia climatica che si muove già con tempi biblici.