Per la presentazione ufficiale ci sarà da aspettare ottobre. Intanto, però, del rilancio dell’Orient-Express – quello vero, il Nostalgie-Istanbul-Orient-Express – si conosce l’incredibile vicenda che ha condotto al recupero di 17 vagoni originali risalenti agli anni Venti e Trenta, con tutte le decorazioni e i pannelli Art déco ancora miracolosamente al proprio posto. Il convoglio sarà pronto a riprendere i binari per le Olimpiadi di Parigi del 2024: è troppo presto per conoscerne l’itinerario definitivo – che ovviamente partirà da Parigi Gare de l’Est e arriverà a Istanbul – ma c’è da sbizzarrirsi considerando quali e quanti furono i percorsi sperimentati fra il 1883 e il 1889, quando finalmente si completò il collegamento ferroviario diretto con Istanbul del lussuoso treno ideato dal geniale imprenditore belga Georges Nagelmackers (sempre a lui si deve la Transiberiana), consentendo di fare a meno di traghetti e carrozze. L’antica Costantinopoli rimase il capolinea fino alla fine del servizio, il 22 maggio 1977, sotto la spinta della concorrenza aerea. Ciò che è arrivato dopo è stato l’impiego del nome per altri servizi, diversi per stile e itinerari, operati da società private che mai sono riusciti a concorrere con il richiamo del treno originale.
La storia di questa rinascita passa da un fortuito quanto eccezionale ritrovamento. Nel 2015 lo storico francese Arthur Mettetal venne incaricato di censire e documentare ciò che rimaneva dei vagoni originali del leggendario Orient-Express per conto della Sncf, la Société Nationale des Chemins de fer Français. Nel corso delle indagini si imbatté, fra gli altri contenuti, in un video anonimo caricato su YouTube dal quale, con ulteriori approfondimenti e molta perspicacia oltre all’uso di Google Earth e Street View, riuscì a risalire ai 17 vagoni originali: le carrozze erano ordinatamente allineate, e dimenticate, a Malaszewicze, un remotissimo snodo ferroviario al confine fra Bielorussia e Polonia. Ci sono voluti poi diversi anni di trattative affinché l’allora proprietario, entrato in possesso dei vagoni dopo le mille peripezie seguite allo smantellamento delle operazioni alla fine degli anni Settanta, accettasse di venderle alla Orient-Express, dal 2017 brand controllato da Accor. Il colosso francese degli alberghi e primo in Europa ne sta infatti declinando da qualche anno l’irresistibile richiamo non solo con il progetto di rilanciare i viaggi in treno ma anche utilizzandone stile e potere evocativo per hotel a tema, uno dei quali dovrebbe aprire a Roma. Nel 2018 i vagoni sono finalmente tornati in Francia per iniziare una fase di recupero e restauro. Negli ultimi giorni la società ha annunciato che nel 2024 torneranno dunque in servizio.
Del gruppo recuperato fanno parte 12 carrozze notte, un vagone ristorante, tre carrozze lounge e una destinata ad altri impieghi. A quanto pare, e di nuovo miracolosamente, sono state rinvenute in buone condizioni nonostante avessero trascorso, secondo le ricostruzioni, almeno dieci anni fra 2005 e 2015, all’aperto. Guillaume de Saint Lager, vicepresidente di Orient-Express, ha spiegato a Travel+Leisure che i convogli conservavano i loro intarsi Morrison e Nelson, i pannelli di vetro disegnati e prodotti dal designer e vetraio René Lalique e i motivi Art déco sparsi un po’ ovunque. A dare una mano al restauro è stato l’architetto transalpino Maxime d’Angeac, incaricato di reinterpretare lo stile dell’età dell’oro a beneficio dei viaggiatori contemporanei. Le prime nove carrozze saranno svelate a dicembre e saranno così articolate: sei per il pernottamento, una per la ristorazione, una per il bar e un “salone esperienziale”. Le rimanenti otto saranno presentate in vari eventi fino al 2024.
“Il compito del designer era davvero quello di trovare questo perfetto equilibrio tra passato, presente e futuro”, ha detto De Saint Lager. “Alcuni ospiti penseranno che il treno sia stato costruito negli anni Trenta. Altri vedranno che è un’interpretazione moderna, ma a noi piace giocare con la nozione di tempo e sfumare davvero il confine tra passato e futuro”. Per quanto se ne sappia ancora poco, sembra che i passeggeri potranno scegliere fra tre tipi di suite, inclusa quella presidenziale che è grande quanto un intero vagone. Ogni camera avrà ovviamente i suoi servizi igienici mentre sull’offerta gastronomica c’è da attendersi la nomina di un grande nome a responsabile dei menu. Nell’ultimo vagone annunciato, il salone-teatro, si terranno performance ed eventi nel contesto di un design ispirato a un giardino d’inverno, differenziandosi in modo netto dal sapore storico delle altre carrozze.
“La rinascita dell’Orient-Express è una sfida tecnologica che incrocia criteri scientifici, artistici e tecnici: l’intero progetto è stato concepito come un’opera d’arte” ha detto Maxime D’Angeac, che un comunicato ci dice essere appassionato collezionista di libri di molti autori (tra cui l’immancabile Agatha Christie che tanto ha contributo al mito dello storico treno a lunga percorrenza: “Murder on the Orient Express” venne pubblicato nel 1934). “Dai dadi e bulloni stampati con la firma di Orient-Express al concetto innovativo delle suite, la massima attenzione al dettaglio consentirà ai viaggiatori di riscoprire il grande splendore dell’Orient-Express” ha aggiunto D’Angeac. “Affidata ai migliori artigiani e decoratori specializzati nei loro campi, questa ambasciata del lusso francese svelerà un ambiente di assoluta raffinatezza. Sarà un’esperienza di viaggio in treno impareggiabile, immaginata attraverso una visione contemporanea del comfort ed estremo lusso”. Come si diceva, Accor ha in programma di lanciare un altro treno brandizzato Orient-Express nel 2023: si chiamerà “La dolce vita”, è disegnato dallo studio milanese Dimorestudio e sviluppato insieme a Trenitalia e Arsenale S.p.A. e celebrerà appunto lo stile italiano degli anni Sessanta e Settanta. Offrirà una decina di itinerari attraverso 14 regioni italiane, con Roma come cuore e tappa centrale del percorso.