Si respira un’aria diversa sul fiume Mincio. Più rilassata, piacevolmente retrò. In quella zona al confine fra il Veneto e la Lombardia, a ridosso del lago di Garda che attira frotte di turisti da tutta Europa, si apre un’oasi verde fatta di corsi d’acqua, vigneti, parchi e borghi medioevali. E’ la valle del Mincio, una realtà meno turistica ma di grande fascino che i viaggiatori hanno riscoperto negli ultimi anni. “Qui vengono a trascorrere le vacanze soprattutto turisti olandesi e tedeschi, ma negli ultimi due anni, dopo la pandemia, ci hanno raggiunto tante famiglie di italiani, con la voglia di trascorre giorni in mezzo alla natura senza allontanarsi troppo da casa”, spiega Domenico Montano, direttore generale di Human Company di cui fa parte Hu Altomincio Village, una delle strutture principali della zona e punto strategico anche per il cicloturismo. Oltre la siepe del villaggio passa la ciclabile che unisce il Veneto alla Lombardia collegando Peschiera del Garda e Mantova e che per la sua lunghezza di circa 44 chilometri è considerata fra le più lunghe in Europa.

Partendo dal villaggio è possibile fare diverse escursioni noleggiando le biciclette direttamente nella struttura, raggiungendo il parco Sigurtà, il centro storico di Valeggio sul Mincio, Lazise, ma anche Peschiera e Sirmione. Fra queste, il borgo fiabesco fatto di piccole case colorate, fortificazioni medioevali, ristoranti all’aperto con fiori colorati nei vasi in tutte le stagioni, che si riflettono nitidi nell’acqua che scorre placida. Borghetto sul Mincio è uno fra borghi più belli d’Italia: risale al periodo Longobardo ed è pittoresco e affascinante, di una perfezione quasi eccessiva. Una sorta di isolotto attaccato alla terraferma dove si torna indietro nel tempo. C’è anche un mulino a ruota che cattura la curiosità dei bambini e una grata ricoperta dai lucchetti lasciati dagli innamorati a suggellare un amore più o meno eterno, proprio su uno dei ponti dove si forma la coda per scattare una delle fotografie più suggestive, da cartolina. Non si può venire sul Mincio e non fare una tappa anche veloce a Borghetto, attraversata ogni weekend da folle in pellegrinaggio alla ricerca dello scatto perfetto. Per godersi la bellezza del luogo e una passeggiata in tranquillità è consigliato venire in settimana: presto oppure al tramonto quando i bus turistici ripartono.

C’è un’antica leggenda dietro al tortellino di Valeggio sul Mincio, piatto tipico della zona che viene chiamato anche ‘nodo d’amore’dalla storia dei due innamorati, il capitano Malco e la ninfa Silvia, che per ricordare il loro sentimento eterno lasciarono sulla riva del fiume un fazzoletto di seta dorato simbolicamente annodato. Da qui arriva la forma del tortellino che ancora oggi le signore, tramandato di generazione in generazione, continuano a preparare stendendo la pasta ‘sottile come la seta’ per poi chiudere il tortello unendo le due estremità: “Come se si dovesse avvolgere uno scialle sulle spalle”, spiega Paola Gandini, proprietaria del ristorante al Cacciatore dal 1958 a Valeggio, che da qualche anno porta avanti il suo progetto ‘Tortellinando’, in cui propone ai turisti l’esperienza di imparare a fare i tortellini per poi assaggiarli nella degustazione di diverse tipologie: da quelli classici con la carne a versioni più ricercate come quello con la farina di vinaccia o quelli con spinaci, ricotta e spirulina o addirittura la versione dolce del tortellino di zucca fritto con la nutella. “Per preparare il tortellino classico utilizzo un 30 per cento di carne di manzo, vitello e maiale cotti a brasato e macinati, poi aggiungo prosciutto crudo e soppressa senz’aglio, qualche uovo, formaggio Grana, sale e pane grattugiato”, spiega Paola ai suoi ospiti, svelando che una delle carte vincenti per un buon tortellino è anche preparali con passione.

Non è l’unico ristorante che apre le sue porte ai turisti e per mostrare cosa c’è dietro la preparazione di un piatto tipico, coinvolgendoli nella realizzazione: a Castelnuovo si sono inventati un laboratorio per grandi e piccoli per realizzare la torta sbrisolona e i biscotti (a scelta tra san vigilini o cantucci) per poi assaggiare la propria opera di pasticceria, mentre tramite il villaggio si può organizzare un’esperienza che offre la possibilità di cimentarsi nella preparazione del gelato. E’ possibile organizzare anche una degustazione guidata di vini alla scoperta dei metodi di lavorazione e delle particolarità delle uve utilizzate per la produzione dei vini importanti come l’Amarone, il Lugana e il Custoza. La cantina Seiterre, di proprietà della famiglia Rizzi, viticoltori dal 1877, racconta al pubblico la sua storia di cinque generazioni all’interno del museo di famiglia e nelle cantine, dove è conservata ancora la botte storica del 1877. Accanto alle cantine c’è anche una risotteria che propone piatti a base di riso e ortaggi biologici coltivati nell’orto della tenuta.

“Abbiamo notato che il turismo si è spostato dal lago di Garda a questa zona più interna. I nostri ospiti preferiscono una vacanza meno frenetica e luoghi più tranquilli rispetto ai paesini più conosciuti che si affacciano sul lago”, continua Montano spiegando come la formula di glamping proposta dal villaggio sia una soluzione che piace sempre più. “Il nostro è un modo diverso di fare campeggio. Abbiamo a disposizione 590 casette mobili di diverse dimensioni e modelli, tutte dotate di ogni comfort come la cucina e il bagno privato, alcune più lussuose hanno anche una piccola piscina idromassaggio”. Il villaggio è il paradiso dei bambini: c’è una sala videogiochi aperta la sera, un parco acquatico di oltre 8mila 500 metri quadrati, il parco avventura con zip line, il minigolf, il campo da beach volley e anche un negozio di caramelle. Ogni giorno vengono proposte attività di animazione, tornei sportivi, spettacoli per i più piccoli, ma anche laboratori e attività che coinvolgono gli adulti. La struttura è pet friendly, tanto che è stata allestita una spiaggia per i cani e i proprietari.

Dall’alto la valle del Mincio è una pennellata di verde, con varie sfumature di cipressi, colline, alberi dalle chiome folte, vigneti e campi infiniti. Basta affacciarsi da uno dei più elevati punti panoramici del Parco Sigurtà per ammirare la bellezza che lo circonda. Il parco è considerato uno dei più belli in Europa e ha ricevuto negli anni diversi riconoscimenti. La primavera è uno dei momenti migliori per godere dello spettacolo della fioritura lungo il viale delle rose, fotografare le ninfee che sbocciano nel laghetto e perdersi nel labirinto che ospita 1.500 esemplari di Tasso (taxus), in un percorso che si snoda tra piante alte più di due metri. Le dimensioni del parco, 60 ettari, non spaventano i visitatori, che possono scegliere diversi mezzi per vistarlo: a piedi, noleggiando una golf-cart o la bicicletta elettrica, a bordo di uno shuttle o sul trenino che impiega circa 45 minuti a fare il giro completo.

Nel cuore delle colline Moreniche è incastonata Monzambano, un borgo medioevale che riposa silenzioso, una delle tappe sulla ciclabile Peschiera-Mantova, dove vale la pena fermarsi per raggiungere il castello con una delle cinque torri accessibile al pubblico. Sulla torre sono conservate tre campane e affacciandosi alle finestre si vede tutto il paese. Al tramonto la luce filtra fra le casette del villaggio, cala il silenzio e si sente il canto degli uccelli, un po’ di vento scuote le cime degli alberi: qualcuno è seduto in veranda a leggere un libro, qualcuno rientra dalla piscina rosso di sole, le ultime biciclette scivolano sulla ciclabile mentre il Mincio si prepara e sparire nel buio. Siamo a un soffio dal lago di Garda, ma qui è tutto diverso, meno rumoroso, più a contatto con la natura, più ruspante. “La caratteristica del Mincio, da sempre, è questo colore verde acqua, limpido, piacevole alla vista anche per coloro che ci pedalano attorno”, racconta uno dei responsabili dell’infopoint di Hu Altomincio Village che offre ai clienti il servizio di organizzazione di gite ed esperienze secondo le esigenze.