Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, in un recente dibattito al Festival Green&Blue, dopo aver fatto il punto sulle politiche energetiche italiane, ha colto l’occasione per commentare alcune affermazioni, di coloro che ha definito rinnovabilisti, circa la possibilità di installare in tre anni 60 GW di potenza rinnovabili, prevalentemente solare ed eolico, invocando addirittura un Commissario con pieni poteri per saltare tutte le procedure autorizzative. Affermazioni di Elettricità Futura, ramo energetico di Confindustria, riprese e sottoscritte da Legambiente, WWF e Greenpeace e che il ministro ha definito irrealistiche perché si scontrano con la natura intermittente delle rinnovabili, i limiti oggettivi della rete elettrica e la mancanza di accumulatori.

Festival Green&Blue, il ministro Cingolani con Maurizio Molinari: le scelte dell’Italia sull’energia

Il dibattito che ne è scaturito ha fatto emergere le differenze tra le associazioni ambientaliste, pur nel comune obiettivo della decarbonizzazione. Italia Nostra considera sottoscrivibili le affermazioni del ministro perché vanno nella direzione di una transizione armonica, non solo concentrata sulla questione energetica ma anche attenta all’economia circolare, al capitale naturale e alla giustizia sociale.

L’Associazione aggiunge che il Sud è ormai saturo di impianti eolici e non è più in grado di assorbirne altri. L’energia prodotta in assenza di un adeguamento della rete di trasmissione e della creazione di un sistema di stocccaggio, processi dai costi miliardari e non ancora iniziati, non riesce ad essere trasferita nei luoghi di consumo, al Nord, e rischia di essere sprecata. E infine, la narrazione, in voga soprattutto a seguito della guerra, che facendo più rinnovabili i prezzi delle bollette scendano è pura fantasia, sante l’attuale sistema di determinazione, fissato sul prezzo marginale più alto per fare fronte alla necessità del giorno successivo.

Festival Green&Blue, Cingolani sulla transizione ecologica: “Sfida senza fare massacro sociale”

Nel dibattito, come sempre, Italia Nostra ha risposto agli attacchi alle Soprintendenze ricordando il contributo essenziale di questi organi tecnici dello Stato, insieme alle Arpa, per una transizione ecologica che tenga conto congiuntamente della tutela del paesaggio e degli ecosistemi.