Nella transizione ecologica anche le aziende possono dare il proprio contributo per rendere le città più sostenibili. I provider, per esempio, sono attori che facilitano sempre di più le soluzioni, andando incontro alle esigenze delle varie comunità. Se ne è discusso a City Vision Talk Energia a Venezia, negli spazi di VeniSIA, l’acceleratore dell’Università Ca’ Foscari, in un incontro dedicato alle smart city e alla delicata questione dell’energia. «Il futuro è il nostro ambiente», ha commentato Silvia Celani, Head of Innovation di Acea. E per costruirlo ogni realtà ha le proprie esigenze. «Il meglio delle eccellenze va portato poi a livello locale».
Dopo l’evento di City Vision dedicato ai dati a Milano – l’iniziativa è organizzata da Blum. Business as a medium e Padova Hall – l’occasione di Venezia ha fornito lo spunto per ragionare di un argomento di stretta attualità, riunendo amministratori, Pa e aziende con l’obiettivo di saggiare lo stato dell’arte e individuare soluzioni concrete, già attuabili. «Lavoriamo con startup, Pmi, università centri di ricerca e facciamo parte di percorsi di accelerazione – ha aggiunto Celani – L’importante è essere innovativi, creare soluzioni che possono trasformare le città intelligenti». Nel corso del panel dedicato ai provider l’elemento che ha accomunato i vari interventi ha riguardato il ruolo dei medi ma soprattutto piccoli comuni.
«Si può fare tanto nei piccoli comuni. L’innovazione va sempre localizzata su contesti specifici», ha aggiunto Armando Fiumara, Head of marketing B2G di Enel X Italia. Ma quali sono i temi che più emergono dai territori? Secondo lo stesso Fiumara le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un tema centrale, oltre che un’occasione fondamentale, a maggior ragione per il Sud. La Sicilia ha casi studio come il comune di Ferla, la prima comunità energetica sostenibile dell’isola, presente a Venezia con il sindaco Michelangelo Giansiracusa. «La necessità dei comuni è duplice: efficientare i consumi e autoprodursi energia».
Ora che l’Europa tutta è chiamata a uno sforzo ulteriore per affrancarsi dalle dipendenze dal gas russo, l’occasione di City Vision ha offerto l’opportunità per capire cosa possono fare non soltanto le amministrazioni e i cittadini, ma perfino i provider per accelerare la transizione energetica. Alcuni esempi sono arrivati da Annalisa Andaloro, Innovation Manager di Alperia. «Abbiamo lavorato con un piccolo comune in Alto Adige, lanciando due prodotti smart per Pa: il primo è una sensoristica per l’apertura e la chiusura dei cancelli nei giardini pubblici; l’altra è sempre una sensoristica che aiuta a gestire lo svuotamento dei cestini nelle zone pedonali».
I provider che si occupano di energia sono ormai attori a cui le pubbliche amministrazioni si rivolgono, anche per aver soluzioni puntuali a necessità di natura quotidiana. «Ecco perché – ha aggiunto Andaloro – avere un catalogo e un set di soluzioni quasi da scaffale facilita la vita delle amministrazioni stesse. Spesso i sindaci ci chiedono possibilità tra cui poter scegliere».
In questa transizione, però, le corporate non potrebbero agire da sole, basandosi soltanto sul know how interno. L’open innovation è la chiave che caratterizza da tempo il loro percorso, sommata anche ai programmi di imprenditorialità interna in grado di sprigionare la creatività delle persone. Startup, Pmi, università, tutto l’ecosistema rappresenta una fonte di cambiamento per le pubbliche amministrazioni, in vista di un futuro intelligente e, per questo, più sostenibile.