“Contro il cambiamento climatico è importante che tutti facciano la propria parte. Le responsabilità maggiori sono di governi e aziende, ma ognuno di noi deve essere parte attiva del cambiamento“. Con queste parole Enrica Arena, imprenditrice e ceo di Orange Fiber, si è rivolta a studenti e studentesse delle superiori e li ha spronati a mettersi in gioco con le loro idee per dare un contributo concreto alla lotta al riscaldamento globale. “Ognuno di noi – ha aggiunto – ha competenze diverse. E anche problemi diversi, che sono il punto di partenza per trovare una soluzione”.

Arena è la seconda ospite delle masterclass “Climate Changers – Idee in azione per contrastare il cambiamento climatico”, l’iniziativa di Green&Blue e JA Italia rivolta a studenti e studentesse della scuola superiore con l’obiettivo di stimolarli a generare nuove idee di valore contro il cambiamento climatico e a intraprendere il percorso didattico di imprenditorialità per la progettazione dell’idea e di un modello di business che la possa concretizzare.

Dopo la creatrice di contenuti digitali sulla sostenibilità Alice Pomiato (e prima della cfo e co-fondatrice di Alps Blockchain Francesca Failoni e la ricercatrice del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici Paola Mercogliano), Arena ha portato di fronte ai ragazzi la storia della sua azienda, fondata nel 2014 insieme ad Adriana Santanocito. Orange Fiber crea tessuti, che rivende ai brand, partendo dagli scarti della lavorazione delle arance della Sicilia. Così, approcciandosi alla moda sostenibile quando ancora non se ne occupava quasi nessuno, Arena ha trasformato un rifiuto in risorsa. “Contribuendo a cambiare il nostro impatto sul Pianeta anche in questo settore”.

L’imprenditrice ha annunciato anche i piani futuri: produrre di più e in maniera più sostenibile, ma soprattutto ragionare sul fine vita dei prodotti: “Non vogliamo la discarica per i vestiti realizzati coi nostri filati. Vorremmo restare in contatto con il consumatore finale e dargli soluzioni per riparare o rivendere quello che non usano più. Per essere sempre più circolari”.

Arena ha condiviso la sua ricetta imprenditoriale coi ragazzi: “Il primo passo è mettere nero su bianco l’idea, provare a capire che problema risolve e se qualcun altro ci sta già provando. Non per lasciar perdere, ma per capire come agisce, se c’è margine di miglioramento, qual è lo spazio dove possiamo agire con maggiore successo. Poi serve una squadra e dei feedback, per rendersi conto se è il caso di tornare a studiare o se l’idea è inattaccabile”.

Una volta che il percorso è iniziato non bisogna però lasciarsi scoraggiare. “Il fallimento – sostiene Arena – è normale. Ma non è mai definitivo e, anzi, se qualcosa non va come previsto si impara a fare meglio. Non abbiate paura di fallire: si è solo verificata una probabilità di ciò che poteva accadere, abbiamo tempo e modo di affrontarla”. E se il punto è di non ritorno? “Si può sempre avere o abbracciare una nuova idea”.