Un ulteriore traguardo nel processo di abbattimento delle emissioni inquinanti prodotte dal trasporto aereo è stato raggiunto con il nuovo accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo, che prevede una revisione delle norme relative al sistema di scambio di quote di emissioni (Eu Ets, emission trading system) applicate al settore dell’aviazione. Il testo accelera l’implementazione del principio secondo cui ‘chi inquina, paga’, eliminando le quote di emissioni a titolo gratuito entro il 2026: in altre parole, dopo quella data tutte le quote saranno vendute all’asta.
Secondo l’accordo, dal 2022 al 2027 il sistema Eu Ets verrà impiegato per i voli intra europei – compresi quelli in partenza verso Regno Unito e Svizzera – mentre il sistema Corsia (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation) si applicherà ai viaggi extraeuropei da e verso i Paesi terzi che vi partecipano. Nel caso in cui le emissioni dei voli da e verso Paesi al di fuori dello Spazio economico europeo superino l’85% del livello del 2019, dovranno essere compensate con corrispondenti crediti di carbonio, investiti nella riduzione delle emissioni negli Stati aderenti al sistema Corsia.
Inoltre, nel 2026 la Commissione europea effettuerà una valutazione del Corsia per verificare che la sua attuazione sia sufficiente al raggiungimento degli obiettivi definiti dall’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale. In base ai risultati, la Commissione potrà formulare una proposta legislativa tesa a estendere il campo di applicazione dello schema Eu Ets a tutti i voli in partenza dallo spazio economico europeo.
L’eliminazione delle quote di emissioni a titolo gratuito avverrà a tappe: il 25% nel 2024, il 50% nel 2025 e il 100% nel 2026. Al contempo, l’accordo prova anche a favorire l’utilizzo dei carburanti sostenibili per l’aviazione (Saf, sustainable aviation fuels) grazie al contributo finanziario derivante dal sistema Eu Ets, le cui entrate ammontano a circa 1,6 miliardi di euro. Il Consiglio e il Parlamento hanno deciso di mettere da parte 20 milioni di quote a titolo gratuito per incentivare l’impiego di questi carburanti che possono contribuire nel breve termine a decarbonizzare il settore.
Le emissioni del trasporto aereo
L’accordo è un altro passo lungo il percorso di decarbonizzazione intrapreso dall’Europa nell’ambito del piano ‘Fit for 55’, che si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, per poter poi raggiungere la neutralità climatica nel continente nel 2050.
Le emissioni dell’aviazione sono aumentate in media del 5% anno su anno tra il 2013 e il 2019. Anche se sono diminuite molto durante la pandemia, a causa di lockdown, restrizioni e limitazioni di viaggi e spostamenti, si stima che queste potrebbero crescere ulteriormente. Per realizzare la svolta green, l’Europa ha bisogno di ridurre le emissioni dei trasporti, incluso quello aereo, del 90% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Lungo questa traiettoria, la svolta tecnologica ha dato una mano, rendendo più efficienti i consumi energetici: ad esempio, l’ammontare di carburante per passeggero è calato del 24% tra il 2005 e il 2017. Intanto però è cresciuto anche il volume del traffico aereo.
Per abbattere le emissioni di CO2 era stato introdotto dal 2012 nel settore dell’aviazione lo schema Eu Ets: viene stabilito un tetto massimo di emissioni consentite a cui corrisponde un numero di quote; se le emissioni non hanno superato il tetto, l’impresa avrà disponibilità di quote che potrà tenere per le sue future necessità o vendere ad altre realtà. Questo sistema ha permesso di abbattere l’impronta ecologica del comparto dell’aviazione di oltre 17 milioni di tonnellate all’anno. In seguito, nel 2016, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao, International Civil Aviation Organization) ha approvato una risoluzione per uno schema globale contro le emissioni, il Corsia, per spingere le compagnie aeree a monitarle e a compensarle.