Luoghi energetici, apiterapia, passeggiate freudiane, castelli che raccontano la montagna, antichi palazzi recuperati e trenini secolari. È piena di piacevoli sorprese una vacanza nel Renon, affascinante balcone panoramico sulle Dolomiti, raggiungibile in meno di 12 minuti di funivia da Bolzano. Una meta green, da tempo è impegnata sulla strada della sostenibilità con piccoli gesti e progetti più importanti, che ha appena ricevuto la certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council), standard di riferimento per il turismo sostenibile riconosciuto a livello internazionale.
“Il Renon è divinamente bello e accogliente. Ho scoperto in me il piacere inesauribile del dolce far nulla, temperato appena da un paio d’ore dedicate alla lettura di qualche novità…”. Con queste parole Sigmund Freud descriveva l’altipiano al suo amico Carl Gustav Jung nei primi anni del Novecento, durante un suo soggiorno sull’altipiano. E proprio al celebre ospite è dedicata la “Freud Promenade”, una facile passeggiata sulle tracce di Freud che porta da Soprabolzano a Collalbo (quasi 6 km), arricchita lungo il percorso da panchine che riportano informazioni e aforismi del filosofo austriaco, al cui pensiero sono dedicati alcuni incontri estivi.
Altre passeggiate, intorno al suggestivo lago di Costalovara, portano ai luoghi energetici, identificati dall’ingegnere Bernd Traber, esperto in geomanzia (scienza che studia e misura i flussi di energia vitale presenti in un determinato luogo) . Località dove i Celti costruirono menhir, aree sacre, misteriosi tumoli e siti dedicati a riti, oggi raggiungibili a piedi con facili passeggiate grazie alle indicazioni reperibili sull’agile libretto messo a punto dal piccolo Hotel Weihrerhof. Luoghi carichi di energie positive, dove vale la pena fermarsi e meditare.
Poi c’è l’apiterapia, proposta da un altro piccolo albergo biologico, il Rinner, che suggerisce di respirare, in singole sedute di mezz’ora, l’aria interna di un alveare per assorbire l’armonia del mondo delle api. Ai dubbiosi e agli scettici rimane comunque il piacere di scoprire i tanti prodotti creati in loco utilizzando la produzione di 200 apiari, in parte nomadi.
Per mete meno insolite c’è il Trenino del Renon che attraversa gran parte dell’altipiano e tocca deliziosi paesini, come Collalbo, Auna di Sopra, Longostagno e Costalovara, adagiata vicino a quel laghetto dal quale partono gli itinerari energetici. E per gli amanti delle camminate c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre 300 km di sentieri regalano impareggiabili viste sulle montagne. Tra i più belli quello che da Collalbo gira attorno al colle Fenn per una via storica, dove sette secoli fa passavano imperatori, eserciti e commercianti in viaggio dai paesi del nord a quelli del sud. Dal Corno del Renon, la vetta che domina l’altipiano con la sua altezza di 2.260 metri, raggiungibile in funivia, partono invece passeggiate in alta quota, tra le quali quella che porta al celebre “Tavolo Rotondo“, opera d’arte realizzata da Franz Messner e piattaforma da cui osservare lo spettacolo delle vette, che porta incisi i nomi e i profili di tutte le cime che si stagliano di fronte, dai colossi di ghiaccio dell’Ortles ad ovest al leggendario mondo delle Dolomiti ad est, dalle Alpi dello Stubai e dello Zillertal a nord, alla Presanella ed all’Adamello a sud dove emergono anche le Dolomiti del Brenta.
E quando si è stanchi di camminare tra boschi e laghetti basta prende la funivia per ritrovarsi nel cuore di Bolzano, la porta delle Dolomiti distesa in una conca a 265 metri di quota. Due i tesori nascosti che vale la pena scoprire. Con una piacevole passeggiata nel bel centro storico, chiuso alle auto e ricco di simpatici locali, si raggiunge il Museo Mercantile, antico edificio che nel tempo ha ospitato il tribunale commerciale e le merci frutto degli scambi con terre lontane. Oggi è aperto al pubblico che, tra saloni spettacolari e suggestive cantine medievali, può fare un viaggio nella storia della città.
L’altra meta si trova alla periferia di Bolzano ed è il Messner Mountain Museum ospitato nel Castello Firmian. Uno spazio che racconta la storia dei popoli e delle religioni delle montagne del pianeta, viste non come mete per spedizioni alpinistiche più o meno avventurose ma come luoghi abitati da genti che spesso hanno legato quelle cime alle divinità e al loro bisogno di sacro. Un museo che invita al silenzio e alla riflessione, proprio come il Renon con i suoi tanti luoghi per l’anima.