“Chi viene a Tropea la prima volta poi ci torna sempre”. Si lascia il cuore nel lembo di paradiso sulla costa degli Dei, che secondo la leggenda scelsero come dimora questo paesaggio dall’acqua color smeraldo, lingue di sabbia dorata interrotte dalla rocce frastagliate, che sembrano spine emerse dal mare per tenere lontani i nemici. Uno scorcio divino di Calabria, che quest’anno è stato riconosciuto come borgo più bello d’Italia. Ma gli abitanti del posto e i turisti che ogni anno prendono casa qui già lo sapevano, Tropea non aveva bisogno di questo titolo per vantare le sue doti paesaggistiche. La sua è una bellezza naturale e conservata nel tempo, che abbraccia mare e spiagge da sogno con un centro storico che profuma di antiche tradizioni, sapori forti, palazzi signorili. Sembra il set di una telenovela italiana dal sapore retrò.

Per raggiungere Tropea la strada non è semplice, fra autovelox, curve strette e salite. Parcheggiare l’auto è un’altra dura prova a cui si è sottoposti prima di poter finalmente godere le bellezze del luogo: i parcheggi sono pochi e i vigili severi. Ma una volta entrati, questo borgo incantato ha la capacità di catturare i visitatori come il canto di una sirena e di non lasciarli più andare. Arancione, azzurro, a righe e a pois. Un serpente di ombrelloni punteggia la spiaggia libera di Tropea all’ombra della rocca su cui si impone la chiesa Santa Maria dell’Isola, accarezzata dal mare turchese. La salita al santuario dei benedettini sotto il sole è un sacrificio che ripaga tutta la fatica: da qui il corallone a picco sul Tirreno sembra più dolce, tutt’intorno una ghirlanda di fichi d’india e fiori rosa incorniciano la poesia di questo borgo da sogno.

Lasciata la spiaggia alle spalle il centro storico è tutto da esplorare, perdendosi nelle viuzze di ciottoli irregolari, dipinte dai vasi di fiori colorati e dalle bandiere sui balconi dei palazzi d’epoca che ricordano ai turisti che quest’anno Tropea è la regina dei borghi d’Italia. E sulle scalinate, negli androni dei palazzi del Settecento, sulle terrazze: i tavolini dei ristoranti sono ovunque e si integrano con armonia nel paesaggio. E non ti aspetti di trovare un piccolo vicolo tappezzato di quadri che trasportano nel mondo di ‘Alice in Wonderland’, che dietro l’angolo nasconde un rifugio dalla confusione: una saletta a cielo aperto con pochissimi tavoli per cenare in tranquillità.

La bellezza di Tropea, il borgo più bello d’Italia 2021

Il mare turchese e le spiagge da sogno, il santuario sulla rocca che si specchia nell’acqua e un centro storico pittoresco, ricco di antiche tradizioni, sapori forti e palazzi signorili. Tropea è un luogo pieno di bellezza da scoprire, un piccolo paradiso in Calabria che quest’anno si è aggiudicato il titolo di borgo più bello d’Italia. Un viaggio attraverso i paesaggi naturali mozzafiato, nuotate fra i pesci a largo delle spiagge più belle della costa degli Dei, tramonti infuocati, miti e leggende e un po’ di magia che fa innamorare i turisti di questo borgo e non li lascia più andare via

Una donna dai capelli raccolti in una crocchia indossa un abito tipico: sopra la gonna pesante un grembiule bianco ricamato a mano e un camicione color panna decorato nei dettagli. Sta seduta sul cannone e accanto a lei c’è un uomo con un costume locale, calze di lana bianche tirate fino al ginocchio e un tamburello in mano. Calabrisella mia, parte la musica della fisarmonica e la coppia inizia a cantare e ballare mettendo in scena uno spettacolo tradizionale calabrese. Sono le 3 del pomeriggio e il termometro segna 31 gradi, ma è come se la musica li portasse via in un’altra epoca e il pubblico che si è radunato attorno resta incantato. “Stiamo girando un documentario sulle tradizioni calabresi con la scuola superiore”, spiega un videomaker che fa le riprese mentre si asciuga la fronte che gronda di sudore.

Nelle strade intorno a Tropea si incontrano carretti violacei carichi di cipolle, ma per  individuare quelle autentiche meglio affidarsi a qualcuno del posto: “Vai al fruttivendolo vicino al fotografo. Si chiama Cosimo, digli che ti manda Pino”. Con la raccomandazione di Pino si portano a casa i prodotti giusti. Vale anche per la ‘Nduja, la soppressata e per tutti i prodotti che questa terra offre. Pino è uno dei proprietari del bar in piazza del Cannone, una delle location più belle di Tropea, a gestione familiare che si tramanda negli anni. “Quando mio padre comprò questo posto lo fece diventare una taverna dove vendeva il vino, poi con gli anni si è trasformato in bar e adesso siamo aperti dalla mattina alle sera, dalla colazione alla cena”. Ad aiutarlo c’è Annalisa, che sa come farsi volere bene dai clienti affezionati e conquista i turisti con lo spritz al Bergamotto. Anche se la vera chicca del posto è il latte di mandorla: “Bisogna frullare la pasta di mandorla soltanto con acqua fredda – spiega Pino – è questo il segreto della sua bontà”.

Dalla barca la costa degli Dei è ancora più maestosa e degna del nome che gli è stato affibbiato: le case dai muri gialli e rosa pallido, scrostati dal tempo, sono incastonate nella roccia con qualche spruzzata di verde. Fatiscente e romantica, accaldata si specchia nel mare turchino e si lasca fotografare in tutta la sua spontaneità, senza ritocchi. Si naviga verso la spiaggia del sapone, si intravede la grotta bianca chiamata anche grotta dello scheletro perché “quando ci si immerge, anche se si è molto abbronzati, il corpo diventa bianco”, dice il comandante della Blue Ocean. Si passa davanti allo scoglio gabbaturchi – chiamato così perché era un inganno per i saraceni che rimanevano incagliati negli scogli – per poi raggiungere la baia di Riaci: una delle spiagge più belle, dove fare il bagno a largo fra i pesci è come nuotare in un acquario.

La barca si ferma e getta l’ancora, sembra di stare al confine del mondo, in un punto senza ritorno segnato da rocce aguzze e uccelli rapaci che non toccano terra. E’ un’immagine già vista tante volte sull’etichetta del Vecchio amaro del Capo, ma quando si presenta davanti agli occhi è ancora più potente. Capo Vaticano, fra Pizzo Calabro e Nicotera, è la località riprodotta quasi fedelmente sulla bottiglia del distillato da cui prende il nome. Le cartoline più belle di Tropea, però, sono quelle scattate al tramonto dai diversi affacci nel centro storico. Quando il cielo si fa dorato, la cattedrale sul mare per un attimo sembra scomparire, si addolcisce e passa in secondo piano. Se si è fortunati si riescono a vedere le Eolie, avvolte nel rosso stonato dell’imbrunire, mentre il sole stanco bacia il vulcano e si tuffa nel mare per riposare. Nel nero della notte, poi, la chiesa sulla roccia riprende il suo potere, illuminata tutta intorno con le luci che esaltano la sua bellezza: è di nuovo la protagonista della scena.

Tropea possiede una combinazione di elementi positivi che la rendono un luogo ideale dove soggiornare almeno una volta nella vita: mare e spiagge iconiche, una cucina ricca di piatti gustosi e gli abitanti del posto che sorridono al turismo, sanno accogliere con gentilezza, sincerità e con un forte senso di ospitalità. Tenendo presente l’ottimo rapporto qualità/prezzo per mangiare e dormire, che raramente si trova nelle isolette prese di mira dai turisti e nelle località mondane.